Tony Effe indagato per rissa in Sardegna: “bandito” da tutti i comuni fino al 2027

Il trapper romano Tony Effe è stato indagato per una maxi rissa avvenuta a Porto Cervo nel 2023. La procura di Tempio Pausania ha chiuso le indagini

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Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Pubblicato: 20 Marzo 2025 10:14

Una notte d’estate in Costa Smeralda, un’esclusiva discoteca e una rissa che, a distanza di due anni, torna a far parlare. Tony Effe, nome d’arte di Nicolò Rapisarda, è stato ufficialmente indagato dalla procura di Tempio Pausania per la violenta lite. Il trapper romano, reduce dal Festival di Sanremo con il brano Damme ‘na mano, si trova ora al centro di un’inchiesta che coinvolge altre sette persone, tra cui un pugile milanese e un ultrà della Lazio.

Tony Effe: cosa è successo a Porto Cervo

Era una notte come tante altre nella movida esclusiva della Costa Smeralda, quando un gruppo di giovani ha cercato di entrare nella rinomata discoteca The Sanctuary. L’accesso, però, è stato negato dagli addetti alla sicurezza. Da lì, il caos: dalle parole ai fatti, la situazione è degenerata in una maxi rissa che ha coinvolto più persone, provocando sei feriti e danni al locale.

Secondo la ricostruzione della procura, tra i protagonisti della rissa ci sarebbe stato anche Tony Effe. La chiusura delle indagini ha portato alla notifica dell’avviso di garanzia al trapper e agli altri coinvolti, tra cui un noto pugile milanese, più volte avvistato nella sua cerchia di amici, anche durante il Festival di Sanremo.

Le autorità hanno anche deciso di emettere un foglio di via obbligatorio per il cantante, che fino al maggio 2027 non potrà mettere piede in diversi comuni della Sardegna.

Tony Effe e i suoi precedenti: non è la prima volta

Non è la prima volta che Nicolò Rapisarda finisce al centro di episodi simili. Il suo passato è costellato di situazioni al limite, e i precedenti giudiziari non mancano.

Già nel 2019, il trapper della Dark Polo Gang era stato coinvolto in un’altra rissa fuori da un locale di Roma. In quell’occasione, un giovane lo aveva filmato con il cellulare durante una lite. Tony Effe non aveva gradito e, secondo le testimonianze, lo aveva minacciato: “Se non ci dai il cellulare, ti ammazziamo“. Il tutto era finito con calci, pugni e una mandibola fratturata.

La sentenza del processo del 2021 aveva stabilito una condanna ai servizi sociali, con l’obbligo di versare 40mila euro di risarcimento alla vittima e di consegnare pacchi alimentari per la Caritas. Tuttavia, lo stesso Tony Effe non ha mai nascosto il suo passato turbolento: “Sono stato arrestato un paio di volte per rissa, da minorenne e da maggiorenne”, aveva dichiarato in un’intervista.

L’indagine e il silenzio del trapper

Dopo quasi due anni dalla notte della rissa, i carabinieri di Olbia hanno chiuso le indagini e notificato l’avviso di garanzia a otto persone. Il provvedimento è stato consegnato anche all’avvocata di Tony Effe, Donatella Cerè, ma per ora né l’artista né il suo legale hanno rilasciato dichiarazioni sulla vicenda.

Quel che è certo è che questa nuova accusa aggiunge un’altra ombra al suo percorso artistico e personale. Se da un lato Tony Effe è uno dei volti più seguiti della scena musicale italiana, dall’altro il suo passato continua a riaffiorare, tra episodi di violenza e comportamenti che fanno discutere.

Mentre il mondo del trap italiano continua a osannare il suo stile provocatorio e fuori dagli schemi, questa volta il confine tra spettacolo e realtà sembra essersi fatto troppo sottile.