Sabrina Impacciatore, le molestie sul set: “Mi mettevano le mani dappertutto”

L'attrice, sempre più star negli Stati Uniti dopo il successo di The White Lotus, ha svelato alcuni dolorosi retroscena della sua carriera

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Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Anche Sabrina Impacciatore ha dovuto fare i conti con alcune molestie sul set. L’attrice ha deciso di parlarne solo ora che è all’apice del successo internazionale dopo la partecipazione alla serie tv americana The White Lotus, per la quale ha ricevuto anche una candidatura agli Emmy Awards (gli Oscar della televisione). Un personaggio, quello di Valentina, che ha cambiato la sua vita professionale e privata.

Sabrina Impacciatore molestata sul set

“In Italia tanti colleghi mi mettevano le mani dappertutto, fuori set ne ho contati almeno quattro, e due con i professori a scuola. Confesso di aver sempre subìto in silenzio. Una volta però gli occhi mi si riempirono di lacrime e quello la smise”, ha raccontato Sabrina Impacciatore al Corriere della Sera in occasione dell’arrivo del suo episodio nella seconda stagione di Call my agent – Italia.

La Impacciatore ha pertanto parlato del ruolo dell’intimacy coordinator (ovvero un coordinatore dell’intimità, che supporta e tutela gli attori nelle scene di effusioni fisiche, sesso e nudità): “All’inizio mi sembrava surreale e esagerato, invece benedico che ci sia. In White Lotus ho una scena saffica, mi hanno chiesto dove volevo essere toccata spiegandomi inquadratura dopo inquadratura”, ha spiegato Sabrina.

Poi, parlando della propria vita privata, la 55ene ha aggiunto: “Non ho mai sedotto un uomo, sono old fashion. Non capisco le donne che si offendono se gli uomini ci provano, non voglio che si sentano inibiti, ma almeno aspettate di avere un piccolo segnale”. In Call My Agent, Sabrina indosserà i panni della madrina del Festival di Venezia.

A tal proposito ha detto: “Venezia? Mi sento grata di quello che sto vivendo, non mi manca, arriverà, e così il debutto da regista. Preferirei andarci come giurata, o con un film. Nella serie come madrina, per un infortunio, mi tocca improvvisare il discorso sulle donne che ancora contano poco nel cinema e sui pari diritti”.

E poi: “In quei giorni mi sentivo scorticata da una violenza sessuale terribile avvenuta a Palermo, quello stupratore diceva che la carne è carne. Una sciamana in USA mi ha detto che io sono nata nel Paese più misogino perché avevo la missione di svegliarlo”. Infine ha concluso: “Ho avuto momenti bui come attrice. Un giorno dissi all’ufficio stampa che dovevo dare un’intervista plateale in cui annunciavo il mio ritiro. Il cinema italiano non mi prendeva sul serio, ero invisibile”.

Per fortuna tutto è cambiato e oggi Sabrina Impacciatore si divide tra l’Italia e gli Stati Uniti. Ha appena finito di girare un thriller action di Patricia Riggen con Viola Davis, G 20, in cui interpreta la presidente del Fondo monetario internazionale. Il mancato premio per The White Lotus non è un cruccio.

“Sono stata la prima attrice italiana candidata agli Emmy, a 55 anni e non a 20, nel mezzo del cammin della mia vita, che è tutta strana – ha puntualizzato Sabrina Impacciatore – Il capo della mia agenzia in USA mi ha detto: ci farai fare un sacco di soldi. Mi sono sentita insostituibile, vogliono me e non un’altra. E ho gridato dentro di me: Yes!”.