Morto Paul Auster, lo scrittore che raccontava New York

Paul Auster, noto scrittore statunitense, si è spento a 77 anni per complicazioni dovute a un cancro ai polmoni

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

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Triste lutto per il mondo dell’editoria e per gli amanti della lettura di tutto il mondo. Si è spento a 77 anni Paul Auster, notissimo scrittore statunitense che da anni combatteva con un cancro ai polmoni. A riportare la notizia il New York Times.

Paul Auster, morto a 77 anni

Una diagnosi di cancro ai polmoni che ha avuto delle complicazioni pare essere la causa della morte di Paul Auster, scrittore, saggista, sceneggiatore e regista statunitense conosciutissimo all’interno del mondo dell’editoria per la sua prolifica carriera. Come riportato dal New York Times, lo scrittore  è mancato nella sua casa di Brooklyn la sera di martedì 30 aprile. A confermarlo anche un amico, Jacki Lyden.

Il tumore gli era stato diagnosticato a dicembre 2022: una diagnosi che è stata trattata con chemioterapia e immunoterapia al Memorial Sloan–Kettering Cancer Center di New York, uno dei centri per la ricerca e il trattamento del cancro più famosi a livello mondiale. La notizia della sua malattia era stata resa nota a marzo 2023, con un post su Instagram della sua seconda moglie, la scrittrice e poetessa Siri Hustvedt. Una malattia che non gli aveva impedito di continuare con la sua carriera da scrittore: nello stesso anno, infatti, Auster aveva pubblicato il suo ultimo romanzo Baumgartner.

Paul Auster
Fonte: Getty Images
Paul Auster

Conosciuto anche con gli pseudonimi di Paul QueenPaul Benjamin, Paul Auster è stato uno delle più grandi penne della letteratura statunitense contemporanea. La critica lo ricollega al postmodernismo, insieme a colleghi come Thomas Pynchon e Don DeLillo. La sua scrittura, amatissima dal pubblico, è diretta e incisiva, in grado di aprire le porte alle angosce degli uomini e delle donne, raccontando vite fatte di solitudini e nevrosi.

Tra le sue opere più conosciute c’è sicuramente la Trilogia di New York del 1987, ma anche Moon PalaceLa musica del caso, Il libro delle illusioni e Follie di Brooklyn.

 La vita di Paul Auster

Nato a Newark, nel New Jersey, il 3 febbraio 1947, Paul Auster è originario di una famiglia di origine ebraica. Dopo essersi laureato alla Columbia University si trasferisce a Parigi cercando di sopravvivere impegnandosi in lavori come lezioni private, collaborazioni con giornali e traduzioni. Si sposa e ha un figlio con Lydia Davis, ma la sua vita di quel periodo non è delle più rosee. Come ha raccontato lui stesso: “A cavallo dei trent’anni vissi un periodo in cui tutto quello che toccavo si trasformava in un fallimento. Il mio matrimonio si concluse con un divorzio, il mio lavoro di scrittore andò a picco, e mi ritrovai assillato da problemi finanziari.

Le cose cambiano nel 1974, quando si stabilisce a New York, città che lo ha accompagnato per tutto il resto della sua vita. Inizia a pubblicare i suoi primi testi, ma nel 1978 si scontra con dei problemi personali. Divorzia dalla moglie e deve fare i conti con il dolore provocato dalla morte di suo padre, che lo spingerà a scrivere nel 1982 L’invenzione della solitudine.

A metà degli anni ’80 pubblica Trilogia di New York, parodia postmoderna del romanzo poliziesco che comprende Città di vetro (1985), Fantasmi (1986) e La stanza chiusa (1987): un’opera che lo fa conoscere a livello internazionale. Autore di diciotto romanzi e cinque libri autobiografici, Auster  decide di dare sfogo anche alla sua vena cinematografica, scrivendo e dirigendo alcuni film.

Paul Auster, lo scrittore di Brooklyn

Tra le sue grandi passioni, anche quella per New York e per Brooklyn, sua città adottiva che veniva fuori in gran parte dei suoi lavori. Come racconta il New York Times, infatti, man mano che la sua reputazione cresceva, Auster venne considerato un guardiano del ricco passato letterario di Brooklyn, nonché un’ispirazione per una nuova generazione di romanzieri che si riversarono nel quartiere negli anni ’90 e successivamente.

“Paul Auster era lo scrittore di Brooklyn negli anni ’80 e ’90, quando io crescevo lì, in un’epoca in cui pochissimi scrittori famosi vivevano nel quartiere. […] Molto prima che ‘Brooklyn’ diventasse un luogo in cui sembrava vivere ogni romanziere, da Colson Whitehead a Jhumpa Lahiri, Auster faceva sembrare l’essere uno scrittore qualcosa di reale, qualcosa che una persona faceva davvero” ha raccontato l’autrice e poetessa Meghan O’Rourke. Un pensiero stupendo per un autore difficile da dimenticare.