Luca Barbareschi, volto noto della televisione e del teatro italiano, ha aperto uno squarcio sulla sua vita privata, rivelando le difficoltà che sta attraversando con la moglie Elena Monorchio. Un amore che dura da 16 anni e che ora si trova davanti a un momento complicato, come ha raccontato in un’intervista a Oggi.
Nonostante il periodo difficile, Luca Barbareschi non ha dubbi sui sentimenti che lo legano alla compagna. “Siamo in un momento faticoso, ma io la amo infinitamente. Se vincerò Ballando con le Stelle, sarà per lei, per il coraggio e l’amore che ha per me e i nostri figli”, ha dichiarato.
La partecipazione al programma condotto da Milly Carlucci sembra essere per lui molto più di una sfida televisiva: un’occasione per riconquistare quella serenità che sembra vacillare. Ma non solo: c’è anche la questione del teatro Eliseo, di cui è proprietario, che rischia di chiudere.
Il palcoscenico di Ballando diventa un gesto d’amore
Luca Barbareschi ha spiegato come la decisione di unirsi al cast di Ballando con le Stelle nasca da una scelta personale e artistica. Ha paragonato questa esperienza al suo vecchio sogno di fare politica, un’ambizione che però, come lui stesso ha ammesso, lo ha lasciato “con le ossa rotte”. Oggi il palco del talent di Rai1 diventa invece un terreno dove esprimere emozioni, ma anche un gesto simbolico nei confronti della moglie Elena Monorchio.
Dietro i passi di danza c’è il desiderio di dedicare la vittoria alla donna che considera il pilastro della sua vita. La competizione si carica così di un significato intimo e personale, un messaggio d’amore raccontato a passo di danza.
Se mi lasci non vale: il flop e il commento di barbareschi
Luca Barbareschi ha parlato anche del fallimento del suo programma Se mi Lasci non Vale, chiuso prematuramente a causa degli ascolti deludenti. L’attore non ha risparmiato una riflessione tagliente sul mondo televisivo, che a suo avviso premia i contenuti più degradanti. “Il programma non era morboso, ma gli ascolti si basano sul degrado”, ha dichiarato.
Un confronto diretto con altre trasmissioni che puntano sul voyeurismo e sul sensazionalismo, mentre il suo progetto cercava di proporre un racconto più autentico delle relazioni umane.
L’attore ha lodato la conduzione di Milly Carlucci, capace di gestire Ballando con le Stelle con una grazia che poche trasmissioni del panorama televisivo attuale riescono a mantenere. Per lui, il pubblico spesso preferisce l’intrattenimento più superficiale, ma questo non gli impedisce di continuare a cercare una via diversa, anche a costo di rischiare il flop.
Luca Barbareschi: “Ballo di notte per pagare gli stipendi del teatro Eliseo”
A quanto pare non balla solo per amore, ma anche per necessità (il cachet può arrivare a 300k euro per la partecipazione a tutte le puntate). Luca Barbareschi, durante l’Assemblea 2024 di Confesercenti, ha raccontato il dramma del Teatro Eliseo, uno dei gioielli culturali di Roma, ormai sull’orlo della chiusura. “Io purtroppo sono un privato cittadino, con un busto, cinque vertebre rotte. Ballo la sera (a Ballando con le Stelle, ndr), sapete perché? Perché così pago gli stipendi di 60 persone che lavorano qui dentro. Questa è la verità,” ha dichiarato. Una motivazione più seria, meno superficiale e più pragmatica, quest’ultima, dal momento che le relazioni purtroppo non si sistemano con due piroette su un palco.
Barbareschi non ha nascosto il suo disappunto per un sistema che, a suo dire, premia altri teatri con finanziamenti milionari mentre lascia l’Eliseo in balia delle difficoltà. “Lo mantengo da solo. I miei corrispettivi prendono 11 milioni, 19 milioni. Sta per chiudere. Non è possibile che il primo teatro di Roma venga ignorato,” ha denunciato con forza.
Ha spiegato di aver dovuto chiudere anche il ristorante interno: “O metto i biglietti a 500 euro l’uno, o devo avere le sovvenzioni, perché la storia del teatro italiano è fatta così.” Eppure, nonostante i sacrifici, continua a mantenere l’archivio di Stato del teatro, spendendo 40mila euro l’anno.
Più duro ancora è stato quando ha parlato di quello che definisce un “boicottamento istituzionale”, che avrebbe paralizzato le attività del teatro negli ultimi due anni. “È inaccettabile, è una vergogna per Roma. Come è una vergogna che non ci siano investimenti culturali degni di questa città,” ha detto.