A chi appartiene l’arte? A chi la fa, a chi la fruisce, all’umanità intera? Una volta messa al mondo, un’opera smette di essere di proprietà del proprio creatore? Dove finisce l’ispirazione e inizia il plagio? Si celano domande filosofiche che attanagliano gli uomini da millenni dietro lo scontro social tra Laura Pausini e Gianluca Grignani. O, forse, gli stiamo dando un valore eccessivo, forse si tratta di una scaramuccia commerciale o discografica. Resta tuttavia interessante approfondire i motivi che hanno portato Grignani ad accusare pubblicamente di furto la collega.
Il casus belli: la cover di La mia storia tra le dita
Sul profilo Instagram di Laura Pausini svetta un trittico che mostra la cantante splendidamente abbarbicata su di un monte, a piedi scalzi, con gioielli da gitana e i capelli liscissimi. Raffinata e selvaggia al tempo stesso, intenta ad ammirare l’orizzonte. Il bel ritratto serve ad annunciare, a caratteri cubitali, la vicina uscita di una nuova canzone, in arrivo il 12 settembre di quest’anno. Nuova tra virgolette, perché il titolo, (anzi tre, in tre diverse traduzioni), è decisamente già sentito. Si tratta de La mia storia tra le dita, o Mi historia entre tus dedos, ancora Quem de nos dois.
Le accuse di Gianluca Grignani
Non serve essere esperti di musica per sapere che La mia storia tra le dita è un brano di Gianluca Grignani, anzi, IL brano di Grignani, lo straziante capolavoro che, ancora giovanissimo, lo ha portato al successo. Quella di Laura Pausini è dunque una cover, ma l’omaggio non sembra aver fatto piacere all’auto. Nelle sue storie Instagram, Grignani ha condiviso il testo di quello che lui afferma essere “un commento fatto sull’ultimo post di Laura Pausini” che gli sarebbe stato più e più volte cancellato.
“Con tutto il rispetto e la gentilezza che riservo, in primis alla donna e poi alla grande interprete – scrive Grignani – è doveroso che io ricordi che il singolo in uscita (al quale, rivelo, dedico i miei migliori auspici) è una cover di un brano che, se non sbaglio, ho scritto e interpretato io. Ci tenevo a ricordarlo”. Il messaggio si conclude con “il più grande in bocca al lupo” alla canzone e alla sua nuova interprete, al quale l’autore dedica anche un abbraccio. “Che ti voglio bene lo sai” spiega Gianluca rivolgendosi alla collega, senza tuttavia riuscire a contenere la stizza causata dalla mancata citazione.
La risposta di Laura Pausini
Il comunicato stampa ufficiale che ha annunciato l’uscita del nuovo brano di Laura Pausini spiegava a chiare lettere che si tratta di una cover della canzone composta e interpretata da Gianluca Grignani nel 1994. La stessa precisione, tuttavia, non è presente nei post social che danno la medesima notizia. È stata Pausini in persona a rispondere alle dure accuse del collega, utilizzando lo stesso strumento: un paio di storie su Instagram, che si aprono con un rassicurante, “Gianluca, anche io ti voglio tanto bene, tanto che ti canto da sempre”.
Chiusi i convenevoli, la cantante sottolinea che il collega sapeva già dal mese di febbraio dell’arrivo della cover. E, al collega ricorda anche che “quando si lancia un nuovo progetto ognuno di noi ha in mente una storia per raccontarlo. La mia inizia con l’annuncio di oggi e uscendo a settembre, ho preparato un racconto che spero ti piacerà”. Laura ribadisce come tutti sappiamo che La mia storia tra le dita è di Gianluca Grignani e che il suo post è stato pensato come “un modo molto elegante per iniziare a parlare di questa splendida canzone”.
Infine, un pizzico di captatio benevolentiae che non guasta mai. “Questa tua canzone, – scrive la voce de La solitudine – non solo è l’unica al mondo che esiste in tre lingue con quei titoli, ma non credo che nessuno altro (sicuramente non io) si permetterebbe mai di scrivere un titolo così unico, come il tuo”. La speranza ultima è che “quando uscirà la mia versione ti piacerà tanto quanto piace a me”. Basterà a placare le ire del fumantino cantautore?