Heather Parisi non perdona. Soprattutto se si tratta di libertà, a suo parer violate, e soprattutto se di mezzo c’è la Cuccarini. In questo caso, l’ex showgirl, rimestando nel “torbido” mondo di Twitter ha preso due piccioni con una fava, scovando un like di Lorella ad un articolo contro il ddl Zan, ovvero Il progetto di legge sull’omotransfobia.
Ma andiamo con ordine: il giornalista de “Il Giornale” Marco Gervasoni pubblica un articolo in cui definisce “un’aberrazione dal punto di vista di almeno tre culture politiche diverse” tale decreto, che a suo dire uccide le libertà e il liberalismo, nella sua accezione più pura. Da non confondersi con il “libertarismo” in cui lo ha trasformato la sinistra. E aggiunge che “sul piano dell’aggressione ai gay, il nostro paese registra cifre assai più basse che altri, in cui le comunità islamiche sono ben diffuse”.
Lorella sul suo account Twitter mette il like all’articolo e tanto basta per scatenare l’Ira di Heather, che lo ritwitta e scrive:
In Italia non c’è una legge che punisca discriminazioni e violenze per orientamento sessuale genere e identità di genere #LGBTQ
Il #DDLZan colma questa lacuna. Spacciarlo per una legge che uccide la libertà, è negare che l’Amore, qualunque Amore, minaccia solo chi non lo capisce
Non paga, sul suo blog riprende il commento di un suo fan e aggiunge un lungo commento.
Voglio fare mie le parole di un commento sulla pagina FB dei miei fans:
Per quanto mi sforzi non riesco a capire il percorso di Lorella Cuccarini, come può essere arrivata a condividere questo pensiero? (quello di Marco Gervasoni del Il Giornale.it sulla legge sulla omotransfobia). Eppure ai gay deve molto l’hanno osannata, sono stati i suoi fans più fedeli. Lavora in un ambiente dove ce ne sono tantissimi, …. ha avuto partner lavorativi dichiaratamente gay …. non riesco proprio a capire …. forse è sempre stata omofoba e lo nascondeva.” (Lizzeri Massimina)
Perché la contrarietà al ddl Zan contro la omotransofobia te la puoi aspettare dai partiti di destra, dal mondo cattolico e da quel movimento del Family Day che vuole riportare indietro le lancette dell’orologio ai tempi dell’oscurantismo e dell’inquisizione.Ma da un personaggio che con il mondo gay ha “flirtato”, “ha campato”, ci ha lavorato e ci lavora, e al quale deve una parte importante del proprio successo, proprio no.
In Italia nell’ultimo anno ci sono stati oltre 138 casi di omotransfobia. Ma quelli denunciati o di cui si è conoscenza, rappresentano solo una piccola parte di quelli che accadono nella realtà.
Il progetto Hate Crimes No More Italy, realizzato dal Centro Risorse LGBTQI+2 con il supporto del Comune di Bologna, ha sancito inequivocabilmente che gli episodi di reati e altri atti motivati da odio omobilesbotransfobico in Italia sono in aumento. Secondo lo studio il 73% delle persone appartenenti alla comunità LGBTQi+2 ha subito violenza di matrice omotransfobica ma solo pochissimi hanno denunciato.
Sono venticinque anni che in Italia si discute di una legge contro l’omotransfobia. Il primo a proporla fu Nichi Vendola nel 1996.
Il report European LGBTI Survey 2020 dell’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali ha recentemente segnalato come in Italia manchi ancora una legge che punisca l’odio e la discriminazione verso le persone LGBTQI+2.
E la mappa Europe Rainbow dell’ILGA mette l’Italia al 34esimo posto su 49 paesi (e 23esimo su 27 membri UE)!!!
Ma niente. In Italia il problema viene negato per dirla come Marco Gervasoni
A questo punto la palla è rimandata al centro, a Lorella. Che solitamente, risponde con il silenzio alle provocazioni della (ex) “nemicamatissima“. Chissà che stavolta con ci stupisca…