Giampaolo Morelli ha appena scoperto chi è il suo vero padre. Una storia che ha dell’incredibile e che emerge a seguito della lunga intervista che l’attore ha rilasciato a Il Messaggero e in cui ha raccontato di come abbia scoperto di essere stato cresciuto da un uomo che non è il suo genitore biologico. Ora che sa chi è, non ha intenzione di rinunciare alla sua storia e si sta muovendo per chiedere il test del DNA, per appurare finalmente l’identità di colui che gli ha dato la vita.
Il racconto di Giampaolo Morelli sul suo vero padre
“Qualche giorno prima di morire, mia madre mi consegnò una lettera. C’era scritto che il mio vero padre era un altro uomo, molto vicino alla mia famiglia, che aveva sempre saputo la verità. Aggiungendo che il mio padre naturale sospettava che non fossi suo figlio ma non ne aveva mai avuto certezza”, ha raccontato Giampaolo Morelli, che ha rivelato di essere figlio di un avvocato napoletano scomparso nel 2013 e che era un amico di famiglia.
L’attore ha già iniziato l’iter giudiziario per il riconoscimento di paternità, assistito dall’avvocato Yuri Picciotti, con la richiesta che il test del DNA sia eseguito sui parenti del presunto padre biologico. Una battaglia che è solo agli inizi ma che gli ha già causato molto dolore: “Avrebbe avuto tante occasioni per manifestarsi ma non lo ha mai fatto. Ora però capisco perché in alcuni momenti della mia vita è stato presente e questo mi fa ancora più male”.
Le parole su Francesco Morelli, l’uomo che l’ha cresciuto
Per 49 anni ha creduto che fosse il suo vero padre. A gennaio, invece, ha scoperto che la sua vita nascondeva una verità molto diversa da quella in cui aveva sempre creduto: “Provo una grande tenerezza per lui che per tutta la vita ha preferito non vedere, anche se oggi mi rendo conto che il suo comportamento è stato quello di chi ha sempre saputo”, ha dichiarato su Francesco Morelli, che oggi soffre di gravi vuoti di memoria.
“Il mio non è mai stato un padre affettuoso. Tra noi c’è sempre stata una grande distanza. Questa scoperta è stata molto dolorosa ma finalmente do un senso alle mie insicurezze. Ho sempre avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa, ora so perché”. E ancora: “Sapere di essere stati rifiutati dall’uomo che ti ha messo al mondo è un dolore indescrivibile. Adesso ho bisogno di ritrovare le mie origini”.
Per questo, ha deciso di intraprendere la difficile strada del test del DNA, attraverso il quale può provare a ricostruire la sua storia: “So solo che ci sono tanti zii e cugini, che loro sono la mia storia e io di questa storia non voglio essere privato. Per questo spero che il giudice il 18 marzo dia disposizione per il test del DNA. E soprattutto che loro accettino. Un loro no per me sarebbe un ulteriore rifiuto“. L’attore ha inoltre raccontato di aver inserito la sua storia in tutti i suoi film da regista. Una luce accesa in lontananza, l’ha definita. Ed è il calore familiare che gli è sempre mancato.