Addio a Daria Nicolodi, attrice ironica e raffinata, musa di grandi artisti
Addio a Daria Nicolodi, mamma di Asia Argento, compagna di vita e di film indimenticabili di Dario Argento. Ma soprattutto donna colta, raffinata, amante dell’arte in ogni sua forma, dal teatro, al cinema, alla pittura. Che negli ultimi anni viveva defilata (“Sono una che non si mette in mostra: ‘garbeggio’, faccio come la Garbo, mi nascondo un po”), preferendo fare la nonna dei suoi amatissimi nipoti e continuando a occuparsi d’arte, anche sui social. Il debutto al cinema con Francesco Rosi, il lungo sodalizio con Carmelo Bene ("Amico soltanto, uno dei pochi con cui era bello fare nottata; tanto amico che mi mise nei titoli della sua 'Salomè' anche se non era vero perché durante le riprese ero impegnata in teatro), l’incontro con Elio Petri che la sceglie per "La proprietà non è più un furto". La parallela carriera musicale che la porterà a duettare con successo con Gigi Proietti alla fine del decennio dopo l'affermazione al Teatro Sistina con "La commedia di Gaetanaccio". E poi ancora "Ritratto di donna velata" all’inizio degli anni ’70, fino all’incontro decisivo per la sua vita e la sua carriera, quello con Dario Argento, con il quale farà una figlia (Asia), scriverà film, avvierà un sodalizio artistico unico e proficuo in quegli anni, contribuendo a riabilitare un genere, l’horror, fino a quel momento considerato di serie b