Fiorella Mannoia cambia il testo della sua canzone: “Ti diremo ancora un altro no”

La cantante durante un concerto ha modificato il finale del brano Quello che le donne non dicono e ha spiegato il perché

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Virginia Leoni

Giornalista e Lifestyle Editor

Nata nel 1981, giornalista, ufficio stampa e socia di una casa editrice, ha trasformato la sua passione in lavoro. Ama scrivere, leggere e raccontare.

Le parole hanno un peso, hanno dei doveri, vanno ascoltate, capite, accettate. Soprattutto quando si affrontano tempi difficili, in cui i gesti sono importanti, quando si vuole fare la differenza e quando l’obiettivo è quello di cambiare il mondo. Sì, anche una frase alla volta.

Ce lo ha insegnato Elena, la sorella di Giulia Cecchettin, l’ultima vittima di femminicidio, con il suo discorso lucido che è diventato un messaggio per tutte le donne. Ce lo ricorda Fiorella Mannoia che cambia il testo della canzone Quello che le donne non dicono, ne cambia una sola parola, ma quella che fa la differenza.

Fiorella Mannoia, perché ha cambiato il testo della canzone Quello che le donne non dicono

Fiorella Mannoia è da sempre in prima linea per combattere la violenza contro le donne, lo fa con gesti concreti e con parole chiare, precise puntuali.

Come quelle che ha portato sul palco del concerto all’EuropAuditorium di Bologna, cambiandone una all’interno del brano Quello che le donne non dicono, la sua canzone manifesto portata sul palco del Festival di Sanremo 1987.

Accompagnata dal jazzista Danilo Rea, circondata da tantissime candele ha cantato “Ti diremo ancora un altro no”. Il perché lo ha spiegato al quotidiano La Repubblica dove si legge: “Ho deciso di cambiare il finale perché era giusto. Dicevo sempre “Ti diremo ancora un altro sì”, ma non è mica vero… La cantavo e pensavo “non è mica detto, perché danno per scontato che dobbiamo dire un sì?”. Potrebbe essere un forse, o un no. E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no”.

Quell’avverbio di negazione così piccolo, è in realtà così potente, deve esserlo. Deve essere ascoltato e rispettato in qualsiasi circostanza. E diventa imperativo trasmettere questo messaggio, lo si deve a tutte le donne vittima di volenza, a Giulia Cecchettin che è solo l’ultima in ordine di tempo, ma anche a tutte noi.

Quello che le donne non dicono è un brano che parla delle tante sfaccettature che compongono l’animo femminile, un animo che può dire sì, ma anche di no. Piccoli suoni che hanno valore allo stesso modo.

Poi, la cantante ha anche detto in merito alla violenza sulle donne: “È una guerra e a innescarla è sempre lo stesso movente: un uomo che non accetta la volontà di una donna“.

Sul come iniziare a modificare le cose ha spiegato a La Repubblica: “Io credo che per cambiare mentalità dovremmo cominciare a parlare nelle scuole già ai bambini delle elementari, che sono più ricettivi, per insegnare il rispetto reciproco, nei confronti delle donne, del diverso, in generale per insegnare il rispetto umano”.

Fiorella Mannoia, l’impegno non si ferma

Le parole sono importanti, ma lo sono anche i gesti. Fiorella Mannoia è impegnata con la fondazione Una Nessuna Centomila, di cui è la presidente onoraria. Una realtà che, come viene esplicitato nella mission sul sito ufficiale: “Vuole sostenere i Centri Antiviolenza, promuovere la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, anche attraverso un cambiamento culturale nella società, utilizzando linguaggi artistici e immediati”.

E, insieme a Radio 2, la fondazione presenta Non restiamo in silenzio, una serata contro la violenza sulle donne presentata da Luca Barbarossa e con la partecipazione di Fiorella Mannoia, ospiti e artisti.