Diletta D’Andrea, chi era la terza moglie di Gassman (morta senza esequie)

Addio a un'interprete sublime, parte della storia della recitazione teatrale e cinematografica italiana e mondiale: Diletta D'Andrea

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Giorgia Prina

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Volti e interpretazioni in grado di plasmare la storia del teatro e del cinema. Quello di Diletta D’Andrea fu così. Un’interprete cinematografica e teatrale sublime, morta a 82 anni, dopo una vita riservata e segnata da gioie, ma anche grandi dolori. Il 29 giugno 2000 la donna era infatti rimasta vedova dopo la moglie del famosissimo Vittorio Gassman. Era la terza moglie per l’attore, mentre per Diletta quello con lui era stato il secondo matrimonio dopo quello con il regista Luciano Salce. Una vita dedicata alla recitazione. Una vita che quel mondo lo ha cambiato. Scopriamo di più su di lei.

Chi era Diletta D’Andrea: vita privata e carriera

Diletta D’Andrea era un’interprete teatrale e cinematografica nata a Roma l’8 febbraio del 1942 e morta nella sua città natale il 18 agosto 2024. Una vita riservata la sua, di cui si sa ben poco. Alla cronaca rosa e teatrale era conosciuta per il matrimonio con Vittorio Gassman, “il mattatore”, con cui ebbe una relazione duratura, terminata solo con la morte dell’attore, avvenuta il 29 giugno 2000.

Le nozze con l’attore vennero celebrate a Velletri, il 7 dicembre 1970. Proprio da Gassman ebbe un figlio, Jacopo, nato il 26 giugno 1980. Anche lui lavora nel mondo dello spettacolo come regista. Ma precedentemente Diletta D’Andrea era stata sposata con Luciano Salce, da cui ebbe un figlio, Emanuele.

L’annuncio della scomparsa di D’Andrea è stato dato proprio dai figli  che, congiuntamente, hanno fatto sapere: “Questa mattina è venuta a mancare la nostra amata madre Diletta d’Andrea Gassmann. Nel rispetto delle sue volontà e del suo desiderio di discrezione, i figli comunicano che non ci saranno esequie“.

Al cinema Diletta D’Andrea ha esordito nel film Il conte Max (1957) di Giorgio Bianchi (1957) al fianco di Alberto Sordi. Ha continuato a recitare sul grande schermo fino al 1964. Tra i suoi titoli La voglia matta (1962) e Le ore dell’amore (1963), entrambi di Salce, Obiettivo ragazze (1963) di Mario Mattoli, Ercole sfida Sansone (1963) di Pietro Francisci, Tre notti d’amore, episodio di La moglie bambina (1964) di Franco Rossi (1964). In seguito ha recitato molto in teatro in compagnia di Vittorio Gassman.

Vittorio Gassman, le mogli, gli amori, i figli

Amato moltissimo, amò moltissimo. La vita di Vittorio Gassman fu costellata di sentimenti profondi, di momenti vissuti con intensità. L’uomo si sposò per la prima volta da giovanissimo, alle prime esperienze, e a rubargli il cuore fu la collega Nora Ricci, bella ma soprattutto talentuosa. I due fecero coppia anche sul palcoscenico. Si sposano nel 1943 e dalla loro unione nasce Paola, che è stata una delle più importanti attrici teatrali italiane (è morta ad aprile del 2024). La loro storia finisce nel 1952. 

Nel 1952 Vittorio Gassman cambia vita, provando a farsi strada negli Stati Uniti, a Hollywood per la precisione. E’ proprio su un set hollywoodiano che l’attore si innamora di una collega, che all’epoca era una delle star più impegnate del grande schermo. Lei si chiama Shelley Winters. I due si sposano in Messic star americana. Dalla loro unione nasce Vittoria, l’unica figlia a non aver intrapreso una carriera teatrale o nel cinema, ma ad essersi dedicata allo studio della medicina.

Fu poi Anna Maria Ferrero a catturare l’attenzione e i sentimenti di Gassman. Un amore che però non sfociò mai in un matrimonio. La loro storia durò circa sette anni e si concluse quando lei scelse di sposare il collega Jean Sorel. Vittorio Gassman incontrerà poi un’altra, Juliette Mayniel (spirata nel 2023) e, di lì a poco, questo amore porterà alla nascita di Alessandroanche lui un apprezzato attore.

L’ultimo amore fu proprio quello con Diletta D’Andrea. Un sentimento che durò trent’anni, fino al 2000, al sopraggiungere della morte dell’attore. Fu lo stesso Vittorio Gassman a raccontare che l’amore di Diletta D’Andrea gli aveva dato finalmente stabilità e non solo. Riconobbe lui stesso alla moglie la bravura nel riallacciare i ‘fili sentimentali’ della sua lunga e movimentata vita e di rimettere insieme pezzi e figli di una famiglia che ‘più allargata non si può’.