Cosmo, in arrivo “Antipop”: inno alla diversità per “cambiare le carte in tavola”

Cosmo presenta il suo “Antipop”, il docufilm che racconta ciò che sta intorno al suo successo

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Paola Landriani

Lifestyle Editor

Content e lifestyle editor, copywriter e traduttrice, innamorata delle storie: le legge, le scrive, le cerca. Parla di diversità, inclusione e di ciò che amano le nuove generazioni.

Pubblicato: 2 Novembre 2023 11:29

Sono passati vent’anni dal suo esordio con i Drink To Me e dieci dall’inizio della sua carriera solista. Cosmo, pseudonimo di Marco Jacopo Bianchi, ora si sente pronto a raccontarsi e, per farlo, ha deciso di regalare ai suoi fan un documentario. Antipop, il docufilm che ripercorre le tappe della sua carriera, sarà proiettato in anteprima l’8 novembre 2023 al Festival dei Popoli di Firenze e racconterà il background culturale attorno a uno dei cantanti più seguiti.

“Antipop”, il docufilm di Cosmo

Diretto Jacopo Farina, il regista milanese autore di videoclip di volti notissimi della musica come lo stesso Cosmo, Baustelle, Gazzelle e Levante, sarà proiettato in anteprima l’8 novembre 2023 a Firenze, durante il Festival dei Popoli. Un documentario diverso rispetto a quelli che siamo abituati a vedere quando si parla dei grandi della musica. Lo stesso Cosmo, durante un’intervista per Rockol, ha commentato: “La parte della mia carriera che più si avvicina verso il successo viene trattata con più rapidità. Oggi che tutti fanno documentario in cui si autocelebrano, a me non interessava fare un’operazione del genere: volevo raccontare quello che era successo prima della svolta con L’ultima festa.”

Il fulcro del documentario, a differenza di quello di tanti, non è raccontarsi come artista arrivato, ma di mostrare ai fan da dove è nato tutto: “Al centro non ci sono io, ma le persone che mi hanno circondato: è un racconto indiretto di me. I miei genitori non parlano di com’ero da bambino: ‘Era già un genio’. Non c’è quella retorica. Ce n’è un’altra, più politica, sognante. Racconto il background culturale in cui mi sono formato. Di classe, anche. C’è Ivrea, la provincia, la fabbrica in cui lavorava mio papà. Quello che racconto nel documentario è:’Io sognavo solo di avere uno stipendio da operaio grazie alla musica’”.

Cosmo
Fonte: Getty Images
Cosmo

Stipendio, quello grazie alla musica, che non è arrivato subito. Cosmo, infatti, prima di riuscire a fare della sua passione un mestiere, faceva l’insegnante di filosofia nei licei della sua città, Ivrea. Era il 2016, e il cantante stava già provando a fare musica, ma il suo progetto musicale sembrava non essere abbastanza per essere il suo unico mestiere. “Avevo già iniziato a lavorare nei licei. Mi pesava il fatto di non riuscire a tirare su abbastanza soldi per vivere solo di musica, nonostante facessi tra le 50 e le 70 date l’anno già dai tempi dei Drink To Me”. Poi l’arrivo de L’ultima festa, e il successo che lo ha portato a vincere 3 dischi d’oro, 2 dischi di platino e a calcare il palco di Sanremo insieme a La Rappresentante di Lista.

Cosmo, i prossimi progetti

Antipop partirà dal Festival dei Popoli e, molto probabilmente, verrà distribuito perché tutti possano scoprire la genesi della musica di Cosmo. “Lo distribuiremo, ma non so come e non so dove. Magari faremo degli eventi nei cinema, delle proiezioni speciali. Forse andrà anche su qualche piattaforma. Vedremo”.

Ma Cosmo non ha in serbo solo un racconto potente della sua musica. Il cantante, infatti, sta lavorando al suo prossimo disco dopo il successo di La terza estate dell’amore. Un disco, racconta, completamente diverso dagli altri: “C’è un disco nuovo che sta prendendo forma. Cambierò di nuovo le carte in tavola, con una svolta a livello di sound. Non so ancora come descriverlo, però. O forse sì: è un disco più italiano. Con Alessio Natalizia, con il quale lavorai già ai tempi dei Drink To Me e al quale ho affidato la produzione dei brani, stiamo andando più verso la tradizione. Sara, per certi versi, un disco più anarchico, per altri più tradizionale. Lo trovo molto originale. Ma ho già detto troppo”.