Donatella Raffai, volto indimenticabile

Diventata celebre con la trasmissione "Chi l'ha visto?", ha deciso poi di abbandonare la tv. Si è spenta nel 2022 dopo una lunga malattia

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Redazione

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Era il 30 aprile 1989 quando il programma “Chi l’ha visto?” debuttò in tv. A condurlo c’era una donna bellissima ed elegante, con un piglio deciso e capelli biondi. Quella conduttrice si è spenta a 78 anni dopo una lunga malattia, il 10 febbraio 2022. Ma da tempo aveva deciso di abbandonare la tv, lei che aveva fatto la storia della televisione sparì dal piccolo schermo senza rimpianti. Proprio come era accaduto in passato alle persone protagoniste di “Chi l’ha visto?”, Donatella Raffai a un certo punto decise di scomparire dal tubo catodico. In tanti in questi anni l’hanno cercata, ma di lei si è sempre saputo poco e niente.

Negli anni Io Donna l’ha rintracciò, scoprendo che viveva a Nizza. Qui conduceva una vita serena, fra volontariato e hobby. Accanto a lei il compagno Silvio Maestranzi, ex regista Rai che ne ha sempre tutelato la privacy. «Donatella Raffai è fermamente decisa a non rilasciare più interviste, per nessun motivo e in nessuna forma – dichiarò l’uomo – Ci tiene troppo alla sua privacy e desidera evitare qualunque genere di pubblicità».

Ma facciamo un ulteriore passo indietro, e risaliamo alle origini. Donatella Raffai debutta come attrice a 17 anni: il film è I dolci inganni di Alberto Lattuada (anni dopo, nel 1999, interpreterà se stessa ne La guerra degli Antò di Riccardo Milani). Un matrimonio giovanissima, a soli 20 anni, per sfuggire a una famiglia rigida – padre ammiraglio, una vita nelle caserme – e cinque anni dopo si ritrova solo con due figli da crescere. Ma lei è una tosta, non si arrende davanti alle difficoltà e trova un lavoro alla casa discografica RCA. Si occupa di pubbliche relazioni, contribuisce al lancio di grandi artisti come Claudio Baglioni, Mia Martini, Nada. Appare anche nel videoclip di Baglioni Una favola blu (1970).

Arriva un secondo matrimonio con il re dei nightclub romani Fabrizio Bogianckino, ma anche questa volta non dura. Donatella si dedica allora alla carriera ed entra in Rai. Comincia con la radio, poi è la volta del piccolo schermo con Corrado Augias, nella trasmissione “Telefono giallo”, che ricostruisce i processi di cronaca nera dell’Italia del dopoguerra. Poi è la volta di “Posto pubblico nel verde”, antesignano di “Chi l’ha visto?”.

“Chi l’ha visto” debutta nel 1989 ed è subito successo. Ma la strada è in salita. Due anni dopo lascia la conduzione, finché l’allora direttore Rai non la convince a tornare. Nel 1994 la presidenza passa a Letizia Moratti e la Raffai, che doveva partire con un format dedicato alle interrogazioni parlamentari, viene messa in panchina. Seguono anni duri e alla fine dopo 25 anni lascia la Rai con grande amarezza: «Ho dato tanto a quest’azienda. Ho sempre rifiutato le proposte della concorrenza perché consideravo la Rai come casa mia», dirà.

Nel 1999 la Raffai passa a Mediaset, conducendo “Giallo 4”, una sorta di remake del cult “Telefono Giallo”, che si rivela un flop. È l’ultimo atto di una presentatrice che si sente tradita e umiliata e che sceglie, dopo la chiusura del programma, di sparire per sempre. Costruendosi una nuova esistenza lontano da quella tv che l’aveva tradita e delusa, dedicandosi alla famiglia, decisa così tanto a tornare nell’anonimato. Donatella Raffai si spegnerà a Roma 78 anni, dopo aver combattuto contro una lunga malattia. “Il nostro è stato un grande amore – dirà il marito Sergio Maestranzi, sposato solo un anno prima di morire – Donatella è sempre stata una donna generosa, riservata, che aveva deciso a un certo punto di allontanarsi dalla tv e di dedicarsi alla vita privata, sono state dette tante cose, si è parlato di giallo, ma è tutto molto semplice, aveva dato e avuto tanto dal pubblico, voleva stare serena e lontano dai riflettori”.