Portobello è la nuova serie diretta da Marco Bellocchio, presentata al Festival di Venezia 2025. Un lavoro molto atteso, che ripercorre uno dei casi giudiziari più noti, e soprattutto controversi, della storia italiana.
Parliamo dell’arresto di Enzo Tortora. Giornalista e conduttore amatissimo, la cui vita venne di colpo sconvolta. Il caso, ancora oggi notissimo, è stato ricostruito in maniera eccellente, in una serie che fornirà la chance anche ai più giovani di riscoprire un genio della Tv nostrana, per quanto nella sua ora più buia.
L’arresto di Enzo Tortora, 40 anni dopo
Quando si parla di Enzo Tortora, è impossibile non citare la “malagiustizia”. Uno dei più popolari presentatori televisivi vide la sua vita andare in frantumi. Sconvolta da un caso giudiziario che lo travolse in pieno, portando al suo arresto il 17 giugno 1983.
La sua foto in manette, stretto tra due carabinieri, divenne “virale” ed è ormai iconica. Gettato in pasto all’opinione pubblica, come per una punizione che qualcuno aveva deciso di impartirgli. Fu l’inizio di un incubo proseguito per tre anni.
L’operazione per il suo arresto ebbe inizio alle quattro e mezzo del mattino. Una mossa come quelle che si attuano per i grandi criminali, così da coglierli “storditi” dal sonno e avere migliori chance di evitarne la fuga (o un’eventuale risposta violenta).

Gli agenti entrarono nella stanza dell’Hotel Plaza, dove alloggiava a Roma, conducendolo poi in caserma. Le accuse? Traffico di stupefacenti e associazione di tipo mafioso. Stando agli inquirenti, il conduttore sarebbe stato affiliato alla NCO, ovvero la Nuova Camorra Organizzata, che vedeva Raffaele Cutolo come boss assoluto.
In quella stessa giornata vennero arrestate altre 856 persone, tutte accusate di far parte della camorra. Un’operazione condotta in maniera assurda. Basti pensare che rapidamente ci si rese conto che 144 persone arrestate erano in realtà soltanto omonimi di presunti appartenenti alla NCO.
Intanto l’opinione pubblica si spaccò in due, tra colpevolisti e innocentisti. Ma chi aveva fatto il nome di Enzo Tortora? Due “pentiti”, Giovanni Pandico e Pasquale Barra. La cartella medica del primo lo indicava come “paranoico schizoide, dotato di personalità aggressiva e condizionata da mania di protagonismo”. Barra, invece, aveva offerto un racconto decisamente poco credibile.
Disse d’aver conosciuto Tortora nei night milanesi, presentandolo poi a Cutolo, che avrebbe offerto lui 80 milioni di lire per ogni partita di droga spacciata nel mondo dello spettacolo. Il conduttore avrebbe poi derubato la camorra di 46 milioni, vedendo salva la vita grazie alla sua gran notorietà.
Enzo Tortora innocente
Pochi i giornalisti che si schierarono apertamente con Enzo Tortora. Tra loro Piero Angela ed Enzo Biagi. Giorgio Bocca definì il caso come “il più grande esempio di macelleria giudiziaria all’ingrosso nel nostro Paese”.
Il 17 settembre 1985, al netto di accuse molto fragili e poggiate su basi inconsistenti, Tortora venne condannato a 10 anni di carcere e al pagamento di una multa da 50 milioni di lire. Ciò lo portò a dimettersi dal ruolo di parlamentare europeo, rinunciando all’immunità. Tornò agli arresti domiciliari ma l’anno dopo ebbe inizio il processo di appello. Il 15 settembre venne assolto e l’anno dopo la Cassazione confermò la sentenza. Un finale però non lieto. Il 20 febbraio 1987 tornò con il suo Portobello ma il 18 maggio 1988 morì all’età di 59 anni.
Chi è Fabrizio Gifuni
Il ruolo di Enzo Tortora è stato affidato nella serie a Fabrizio Gifuni, tra le figure più note e apprezzate del cinema e del teatro italiano. Nato a Roma il 16 luglio 1966, è cresciuto in una famiglia prestigiosa. Suo padre è stato infatti segretario generale della Presidenza della Repubblica.
La sua strada è però ben diversa. Scopre una passione per la parola, si avvicina al teatro e si perde nell’indagine psicologica dei personaggi. Ha conseguito il diploma nel ’92 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico ed esordisce a teatro l’anno dopo.
Non si limita però a salire sul palco e offrire il suo talento attoriale. Gifuni cura regie, realizza progetti originali, sperimenta con testi politici, poetici e musicali. Un vero artista del quale il cinema si accorge nel 1996. Dopo La bruttina stagionata, ecco una lunga serie di film e programmi televisivi, con anche partecipazioni internazionali come in Hannibal di Ridley Scott.
Svariati i progetti di spicco, tra i quali citiamo:
- La meglio gioventù;
- Romanzo di una strage;
- Il capitale umano;
- Esterno Notte.
Nel corso della sua lunga carriera, ha ottenuto numerosi premi, tra i quali: Nastro d’Argento, Premio Vittorio Gassmann, Premio Ubu, Premio della Critica Teatrale.