“Decidiamo che cambiamo le cose”. Queste parole, pronunciate da una straordinaria Daniela Giordano, sono il messaggio di In nome di ogni donna, il nuovo film diretto da Gabriele Lazzaro. Un cortometraggio di grande impatto sociale, dedicato alla memoria di Giulia Cecchettin e alle troppe vittime di violenza. Prodotto dalla Sarabi Productions di Didi Leoni, storica giornalista del Tg5, il corto vanta un cast di prim’ordine: Annamaria Malipiero, Daniela Giordano, Danilo Brugia e lo stesso Lazzaro. “Ho deciso di fare questo film non appena appresa la notizia del ritrovamento del corpo di Giulia”, racconta il regista e attore. “Da regista ho avvertito l’esigenza di dire la mia, la violenza sulle donne ci riguarda tutti specialmente a livello culturale”. Continua Didi Leoni: “Noi donne dovremmo ricordarci sempre il nostro valore, è l’unico modo per affrancarsi da situazioni di sopraffazione apparentemente senza via di uscita”.
Una storia vera
Ispirato a vicende reali, il cortometraggio pone l’accento sull’universalità della violenza, che non nasce dall’ignoranza ma da un sistema culturale ancora patriarcale. Francesca, interpretata da una perfetta Annamaria Malipiero, è un’avvocatessa brillante, forte e all’apparenza indipendente. Ma dietro l’immagine di perfezione c’è la sofferenza: anche lei è vittima di un mostro, il marito violento impersonato da Danilo Brugia. Sarà l’incontro con Anna (Daniela Giordano), madre di una ragazza sopravvissuta a uno stupro, a darle il coraggio di denunciare e di trasformare in modo catartico il dolore in azione.
Cinema e arte contemporanea dalla parte delle donne
Un film che invita a riflettere, con uno stile registico elegante ed essenziale. Per la scena più drammatica, quella della violenza subita da Francesca, la macchina da presa resta immobile su un quadro: “La rosa che cogli rinasce su tela”. L’opera, realizzata da Fridami – pseudonimo dell’artista e medico chirurgo Manuela Carnini – è stata dipinta proprio nella notte del ritrovamento del corpo di Giulia. Un quadro che vuole essere simbolo di rinascita, come le altre opere di Fridami, attiva con la sua arte contro la violenza.
Un contributo degno di nota arriva anche da un altro artista contemporaneo: Riva GLDF, noto per i mosaici fatti di macchinine. Per la presentazione del corto ha realizzato una scultura ad hoc: una rosa stretta nella morsa di una mano. “Ho voluto chiamare l’opera Fridami scomposta in omaggio al coraggio di Manuela”, spiega Riva GLDF. “La rosa simboleggia la forza delle donne, che anche quando vengono spezzate possono trovare il modo di rifiorire”. La scultura è stata consegnata, presso la Camera dei Deputati, all’Onorevole Martina Semenzato, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio.
La resistenza culturale di Lazzaro
Per il suo impegno sociale Lazzaro è stato nominato testimonial di UNAVI (Unione Nazionale Vittime). “Ringrazio la Presidente Paola Radaelli per avermi affidato questo ruolo – ha dichiarato – Le donne vanno aiutate finché sono vive. Noi artisti abbiamo la possibilità di modificare la percezione della gente attraverso l’arte, il cinema può davvero cambiare le cose”. In nome di ogni donna, da poco presentato alla Biennale della Creatività di Ferrara, sta ottenendo largo consenso nelle istituzioni: il progetto sarà protagonista di due conferenze stampa speciali, la prima a Milano a Palazzo Pirelli in collaborazione con il Consiglio della Regione Lombardia e la seconda a Roma in Senato. L’obiettivo è quello di arrivare nelle scuole, per sensibilizzare i più giovani sui temi di uguaglianza e rispetto. L’opera di Lazzaro è un piccolo grande atto di resistenza culturale, per trasformare il dolore in speranza e la speranza nel cambiamento.