Giocare con la cera, facendola gocciolare sul corpo del partner, è una forma di temperature play o di sensation play, in cui il calore viene utilizzato per stimolare il senso del tatto. Se vi siete mai ritrovate a giocherellare con la cera sciolta delle candele centrotavola, colte dalla tentazione irresistibile di immergerci la punta di un polpastrello, saprete che dopo qualche secondo di dolore la cera si solidifica e si rapprende, il che è parte del divertimento. Con molta cura e attenzione, questa sensazione può essere sperimentata anche su parti del corpo molto più sensibili e meno abituate a questi piccoli maltrattamenti. C’è anche chi ama giocare sul contrasto, alternando caldo e freddo, o chi coinvolge più di un senso, magari bendando gli occhi del partner per aggiungere anticipazione e sorpresa alle sensazioni già intense della cera sul corpo. Oppure chi integra il wax play a giochi di impatto, come lo spanking.
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Le precauzioni da prendere
Utilizzare la candela sbagliata, sottovalutare la sensibilità della pelle o prestare poca attenzione a quello che si ha intorno, dimenticando che stiamo giocando con una fiamma viva, può avere conseguenze anche molto serie, a partire dal rischio di riportare scottature e ustioni (o persino svenimenti) fino al pericolo concreto di urtare la candela e dare fuoco alle tende (avete presente Mr Rochester di Jane Eyre?). Anche senza arrivare a questi livelli di sventura, meglio tenere a portata di mano un panno umido e un recipiente con dell’acqua per ogni evenienza, anche solo per salvare fodera del divano o materasso. Bandite le lenzuola di poliestere e assicuratevi che la pelle sia pulita: tra i produttori di candele pensate proprio per questo gioco c’è addirittura chi consiglia di lavare via tracce di profumo e gel igienizzante, spesso a base alcolica.
È molto probabile che le candele che accendete di solito per creare un’atmosfera romantica non si prestino poi così bene al wax play: coloranti e profumazioni possono rendere la cera più calda, a prescindere dal materiale di base. A cui vale comunque la pena di prestare attenzione, dal momento che il punto di fusione dei diversi tipi di cera può variare anche di parecchi gradi.
Attenzione alla temperatura
Le candele da massaggio sono a bassa temperatura e come suggerisce il nome sono pensate per sciogliersi del tutto, diventando una variante degli olii profumati – questo potrebbe limitare il gioco, ma potrebbe essere un primo impatto molto soft. Le candele in cera di soia, oltre a essere ecofriendly, hanno un punto di fusione relativamente basso, mentre la paraffina offre sensazioni molto più intense, forse poco adatte ai principianti. Pensateci molto bene anche prima di giocare con la cera d’api, non solo per la temperatura più alta ma anche per via del modo in cui si rapprende a contatto con la pelle, concentrando il calore. Da evitare le candele che contengono stearina, composto organico che si trova spesso tra gli ingredienti delle candele fai-da-te, o quelle con cera di carnauba, alternativa vegan alla cera d’api nelle candele da ambienti. La soluzione ideale per minimizzare i rischi è acquistare direttamente candele da wax play da una boutique erotica o da uno store online specializzato, lasciandosi guidare nell’acquisto in base alle proprie preferenze e al livello di tolleranza.
Un altro fattore da prendere in considerazione sono i tempi di raffreddamento: variano in base all’altezza da cui si lasciano cadere le gocce e in base al tipo di cera, ma anche in base alla forma della candela e all’eventuale contenitore. La cera che rimane sotto la fiamma infatti continua a scaldarsi – attenzione anche a non avvicinare troppo la fiamma alla pelle, magari per distrazione.
Questione di sensibilità
Proprio perché la pelle è un organo da non maltrattare, una volta scelta una candela appropriata è consigliabile fare delle piccole prove. In questo modo potrete saggiare i vostri limiti e capire dove si trova esattamente il confine tra piacere, dolore e un giro al pronto soccorso.
Prima di coinvolgere aree sensibili come l’interno coscia o il seno, si può provare a far cadere qualche goccia sul polso o sulla parte interna dell’avambraccio, dove la pelle è più tenera, giusto per prendere le misure. I primi tempi potete sperimentare con l’altezza e con la sensibilità, imparando in quali zone insistere e quali toccare appena.
Se poi giocando scegliete zone del corpo che presentano avvallamenti, attenzione all’effetto “conchetta”: potrebbe danneggiare la pelle e lasciare vesciche. Genitali e zone limitrofe andrebbero accuratamente evitati, così come il viso e naturalmente gli occhi. Meno intuitivo ma utile da sapere, anche l’ombelico presenta i suoi rischi (per via della conchetta, appunto) così come qualsiasi apertura o piega del corpo. Il retro delle ginocchia, l’incavo del gomito e persino le ascelle sono punti fin troppo sensibili alla temperatura, da valutare con molta attenzione.
Rimuovere la cera
Togliere la cera dal corpo può far parte dell’aftercare, ovvero del prendersi cura dell’altro una volta che il gioco è finito, o diventare un gioco a sé. A gocce o a strati, la cera può essere tolta con pazienza con le mani, utilizzando un cubetto di ghiaccio per rimuoverla più facilmente, o con l’aiuto di un oggetto che non graffia, magari riciclando le utili palettine delle confezioni di ceretta. La pelle al di sotto sarà comprensibilmente arrossata e sensibile, per cui è meglio essere delicati.
Infine, attenzione ai peli: se abbiamo nominato la cara vecchia ceretta, c’è una ragione. Qualche goccia di cera può essere rimossa con relativa facilità, ma uno strato può portarsi via anche più del necessario. Per questo c’è chi consiglia di limitarsi alle zone lisce o di utilizzare del lubrificante al silicone come misura preventiva.