Parlarne tra amiche: 5 motivi per cui il sesso non dovrebbe essere un tabù

Persino le più riservate di tanto in tanto sentono il bisogno di confidarsi. Ecco perché parlare di sesso con altre ragazze aiuta a viverlo più serenamente.

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Veronica Colella

Sex Editor

Content writer con una laurea in Scienze antropologiche e un passato tra musei e archivi. Scrive di sessualità e questioni di genere da un punto di vista sex positive, con la consapevolezza che non esistono risposte semplici a psicodrammi complessi.

Le prime a farlo in tv sono state le protagoniste di Sex and the City, trentenni single alla ricerca dell’amore ma senza farne una questione di vita o di morte. Non che Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte fossero libere da pregiudizi o convinzioni discutibili sugli uomini e sul sesso, ma il fatto che si sentissero libere di parlarne ha incoraggiato generazioni di amiche a fare lo stesso. Dieci anni dopo, Jane the Virgin ha infranto un altro tabù dimostrando che mamme e nonne possono fare parte della conversazione, mettendo a confronto le prospettive di tre generazioni. E se non tutte amano scendere nei particolari, il moltiplicarsi di podcast, saggi e libri di auto-aiuto scritti da donne per altre donne ha contribuito a sfatare tanti miti sulla sessualità femminile. Tutti ottimi esempi da cui trarre ispirazione per rompere il ghiaccio con amiche, sorelle o mamme e fare del sesso un argomento come tanti altri.

5 ragioni per parlarne più spesso

  1. Per non sentirsi sole. Un conto è essere riservate, un altro è scegliere il silenzio perché ci si sente sempre fuori posto. Per fantasie e desideri che non contemplano lo scenario del principe azzurro, per i gusti non convenzionali, perché a volte il corpo non collabora, perché tutti gli altri sembrano divertirsi molto di più, o semplicemente per un senso di vergogna ereditato di madre in figlia.
    Raccogliere il coraggio di entrare in argomento con persone di cui vi fidate potrebbe ridimensionare parecchio queste paure, ingigantite da anni di reticenza e omissioni. Magari potreste scoprire di essere più ‘normali’ di quanto immaginiate.
  2. Per condividere informazioni e istruzioni per l’uso. È vero, oggi potete rivolgere le domande più imbarazzanti a un motore di ricerca e per giunta tramite VPN, tanto per essere sicure che rimangano anonime. Ma può capitare che le risposte lette sul web siano troppo generiche, troppo tecniche o viziate dall’essere parte di un contenuto sponsorizzato. Per tutte queste ragioni, parlarne tra amiche rimane ancora il modo più veloce per scambiare informazioni, condividere risorse e fare tesoro di quella saggezza che si conquista solo facendo grandi errori, sia in materia di sentimenti che di salute sessuale.
  3. Per stabilire fiducia e intimità. Se in casa se ne è sempre parlato poco, da adulte potrebbe essere più facile entrare in confidenza con madri e zie. Forse non proprio con gli stessi toni e nelle stesse modalità con cui siete abituate a parlarne con amiche o cugine, ma scegliendo il registro che più si adatta alle dinamiche familiari a cui siete abituate. Aprire il dialogo sul sesso può essere un campo minato, ce ne rendiamo conto. Sull’altro piatto della bilancia però c’è la possibilità di rendere i rapporti meno formali e più intimi, di riconoscere quello che avete in comune e quello che vi rende diverse le une dalle altre.
  4. Per conoscersi meglio. Parlare di sesso ha anche un altro vantaggio, quello di aiutare a pensarlo meglio. A volte l’illuminazione arriva tra il terzo e il quarto bicchiere, mentre si sta ridendo delle situazioni improbabili in cui si è infilata qualcun’altra o scoprendo l’esistenza di qualcosa di molto divertente a cui però non avevate mai pensato. E così le chiacchiere da bar diventano lo spunto per fare introspezione, sperimentare, allargare i propri orizzonti. O al contrario per rallentare, scoprire nuove filosofie, riconsiderare le vostre certezze alla luce di prospettive diverse dal solito.
  5. Per sdrammatizzare quando qualcosa va storto. Parlarne serve anche a rimettere in prospettiva le esperienze tragicomiche, o condividere il greatest hits dei propri fallimenti. Non solo, confrontarsi con le altre aiuta a riconoscere più facilmente eventuali campanelli d’allarme. Poter contare su una rete di supporto estesa è importante: ecco perché vale la pena di parlare anche di quello che va storto, delle esperienze deludenti o di quelle che vi hanno messo a disagio.

Le parole giuste

Detto questo, è importante rispettare la sensibilità delle altre e prima di tutto la propria. Se non vi sentite a vostro agio nel parlare apertamente di sesso, non sentitevi obbligate. Chi vi conosce capirà se preferite fare uso di metafore, allusioni e giri di parole per non ricorrere a un linguaggio troppo diretto. A proposito di linguaggio, parlare di sesso oggi significa addentrarsi nel ginepraio delle nuove definizioni e dei neologismi che chi ha superato i trenta fatica a decifrare. Quale che sia la vostra opinione sui pronomi in bio o sulla separazione concettuale tra orientamento romantico e orientamento sessuale, forse non è il caso di litigarci su. Meglio armarsi di curiosità e pazienza, ricordandosi che la rigidità indispone e che il vizio di sminuire quello che non si conosce è altrettanto irritante.

Quando scegliere il silenzio

Ci sono anche occasioni in cui cambiare discorso vi farà guadagnare punti karma. Per esempio, quando vi accorgete che la conversazione rischia di toccare punti dolenti o quando siete consapevoli che i vostri partner sarebbero a disagio nel sapere che avete condiviso dettagli della vostra vita sessuale, anche se in maniera del tutto innocente. Meglio restare sul vago o fare riferimento alle proprie preferenze senza alcun esempio pratico che possa mettere in imbarazzo chi per carattere è più riservato o vorrebbe semplicemente scegliere quali informazioni condividere e con chi.

La stessa delicatezza dovrebbe essere estesa a chi davanti a una domanda o una provocazione si irrigidisce, segnalando di non voler proseguire la conversazione. Un altro caso in cui è meglio mordersi la lingua è quando si ha la tentazione di commentare in maniera poco costruttiva scelte o preferenze lontane dalle proprie. In altre parole, in una conversazione civile niente slut-shaming e niente kink-shaming, anche quando si tratta di esprimere giudizi o opinioni.