Visita oculistica: a cosa serve e quando farla

La visita oculistica è un esame completo degli occhi e della vista effettuato da un oculista, finalizzato a diagnosticare e trattare i vari disturbi visivi e oculari

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Pubblicato: 7 Giugno 2024 13:29

Prendersi cura della propria salute è fondamentale, ma alcuni trascurano certi aspetti finché non danno problemi. Tra questi ci sono sicuramente i controlli relativi alla vista: nonostante la salute degli occhi sia importante, in molti non prenotano una visita oculistica fino a che non si accorgono di averne davvero bisogno. Ma le insidie possono essere tante, vediamo quindi a cosa serve la visita oculistica e quando va prenotata. 

Cos’è la visita oculistica

La visita oculistica è un insieme di esami che viene eseguito per valutare lo stato di salute degli occhi e per diagnosticare, escludere o monitorare patologie oculari e neurologiche che possono interessare e compromettere la vista. L’esame viene condotto da un medico oculista, detto anche oftalmologo, ossia da uno specialista in salute e disturbi dell’apparato visivo.

La visita inizia con l’anamnesi del paziente, durante la quale il medico raccoglie informazioni sulla sua storia clinica e familiare, e prosegue con un esame degli occhi per valutare le capacità visive dell’individuo ed evidenziare il livello di acutezza visiva. Si prosegue poi con test mirati per analizzare l’anatomia e la funzionalità di tutte le strutture oculari.

Alla luce dei risultati dei test e in presenza di eventuali difetti visivi o patologie, lo specialista valuterà se procedere con la prescrizione di strumenti correttivi (come occhiali o lenti a contatto), terapie farmacologiche o interventi chirurgici per ripristinare la completa funzionalità dell’occhio.

L’importanza della visita oculistica per i bambini

Molti genitori non sanno che è importante far controllare la vista dei bambini già dai primi anni di vita, perché eventuali anomalie possano essere trattate subito. Laddove non sia previsto uno screening dalla regione, è bene sottoporre i piccoli a un primo controllo della vista già durante i primi anni della materna, ma anche prima qualora i genitori avessero problemi legati agli occhi come, per esempio, la miopia

I bambini non sono in grado di comunicare correttamente quello che sentono e, in qualche misura, nemmeno quello che vedono. Eventuali deficit della vista, in particolare se già presenti alla nascita, non sono percepiti come tali dai bambini piccoli, che si possono rendere conto che qualcosa non va soltanto una volta entrati alla scuola primaria, dove si impara a leggere e scrivere. Per questo è fondamentale che i bambini facciano una visita oculistica prima di iniziare la scuola elementare, in modo da evitare loro eventuali problemi di apprendimento dovuti a un deficit visivo

Lo screening visivo periodico

Dopo la prima visita, che dovrebbe essere effettuata a 40 giorni, i bambini dovrebbero essere sottoposti a controlli oculistici regolarmente: a 2-3 anni, poi a 4-5 e infine all’inizio della scuola primaria, per poi proseguire ogni due anni circa. Lo screening oculistico in età pediatrica è fondamentale sia per i bambini a cui è già stato diagnosticato un deficit della vista, per verificare che la situazione non abbia subito mutamenti, sia qualora non si fossero riscontrati problemi, per controllare che sia sempre tutto nella norma.

I controlli regolari degli occhi sono poi particolarmente importanti per i bambini che già portano gli occhiali, perché in caso di peggioramenti della vista si dovrebbe intervenire con un nuovo paio di lenti. 

Oculista e ortottista: che differenza c’è?

Quando si parla di vista dei bambini è normale sentir parlare di ortottista. Mentre le visite oculistiche di base vengono realizzate solitamente da un medico oculista specializzato in età pediatrica, spesso al suo fianco lavora anche un ortottista, lo specialista che si occupa di evidenziare eventuali deficit muscolari, sensoriali e innervazionali a carico degli occhi.

Più nel dettaglio, la visita ortottica permette di individuare vizi di refrazione, come la miopia, l’ipermetropia e l’astigmatismo, ma anche di valutare e trattare disturbi come strabismo, ambliopia (detta anche “occhio pigro”), diplopia (cioè il fatto di “vedere doppio”) ed eventuali problemi di convergenza, che potrebbero avere conseguenze sull’apprendimento della lettura. Proprio per questo, la visita ortottica è molto importante in età pediatrica ed è spesso affiancata al controllo oculistico di base.

La visita oculistica in età adulta

Come abbiamo detto, è bene prevedere una visita oculistica in giovanissima età, da ripetere in caso di assenza di deficit visivi a ogni cambio di ciclo scolastico. Una volta raggiunta l’età adulta, qualora non si avvertissero disturbi, sarebbe meglio comunque farsi controllare gli occhi una volta ogni cinque anni. Se invece si è già soggetti a disturbi della vista o si ha familiarità con patologie oculari, bisognerebbe prevedere un controllo più frequente, in base alle indicazioni del proprio oculista. 

Quando far controllare la vista

A patire dai 40 anni iniziano a insorgere alcuni problemi della vista come, per esempio, la presbiopia (la difficoltà a leggere da vicino): è fondamentale quindi recarsi da un medico oculista per un controllo ed evitare del tutto il fai da te, facendosi consigliare un paio di occhiali dall’ottico o, ancora peggio, comprandone un paio al supermercato. I problemi della vista, se non trattati correttamente, possono peggiorare e causare altri disturbi, come per esempio forti emicranie qualora il problema fosse legato proprio alla lettura, per esempio. 

Dopo i 50/60 anni la possibilità di insorgenza di patologie visive si fa più alta e per questo sarebbe meglio farsi controllare da un oculista ogni anno. In particolare, in età avanzata si è più soggetti a glaucoma e altre degenerazioni maculari come la miopia degenerativa e la retinopatia diabetica, e a degenerazioni tapeto-retiniche come il distacco della retina.

Tra i sintomi principali da indagare figurano:

  • affaticamento e secchezza oculare;
  • frequente ed eccessiva lacrimazione;
  • visione offuscata o annebbiata;
  • visione doppia, anche nota come diplopia;
  • iperemia congiuntivale, ossia presenza di rossore a uno o entrambi gli occhi provocata dalla dilatazione dei vasi sanguigni;
  • miodesopsie, ossia la formazione di corpi mobili (filiformi o puntiformi) all’interno dell’occhio e che compaiono nel campo visivo generando un fenomeno noto anche come “mosche volanti”;
  • dolore, bruciore o prurito oculare, che può essere di natura infiammatoria, traumatica o patologica.

Controllo della vista per l’attestato di idoneità sportiva

La visita oculistica per l’attestato di idoneità sportiva non è sempre necessaria. L’obbligatorietà o meno dell’esame dipende infatti dallo sport praticato, dal livello (amatoriale, dilettantistico o agonistico) e dalle regole della federazione sportiva di riferimento. Nel tennis agonistico, per esempio, è obbligatorio, mentre, in generale, in caso di attività non-agonistica il controllo della vista non viene richiesto.

Rimane comunque buona regola sottoporsi a controlli oculistici periodici, soprattutto in caso di sport di contatto o che prevede un alto rischio di traumi oculari.

Visita per le attività lavorative

La visita oculistica per il lavoro, in Italia, è obbligatoria per tutti i dipendenti, a prescindere dal tipo di attività svolta, e viene eseguita dal medico del lavoro, ossia una figura professionale specializzata in salute e sicurezza sul lavoro.

La frequenza delle visite mediche, però, dipende dal tipo di attività svolta e dai rischi a cui il lavoratore è esposto. In generale, le visite mediche periodiche sono previste ogni due o tre anni, ma possono essere più frequenti in caso di lavori a rischio o in presenza di patologie pregresse, come diabete mellito, malattie reumatiche o malattie oculari.

Nominare il medico competente e inviare i lavoratori alla visita medica entro le scadenze della Sorveglianza Sanitaria Obbligatoria (SSO) è compito del datore di lavoro

Fattori di rischio per la perdita della vista

Oltre all’età, sono altri i fattori di rischio da tenere in conto quando si parla di perdita della vista, parziale o totale, o di patologie che interessano gli occhi. Tra questi, sicuramente rientrano problematiche di salute quali il diabete, l’ipertensione e i tumori, ma anche alcune condizioni esterne che possono avere conseguenze sulla vista, come il tipo di lavoro, carenze alimentari, inquinamento e scarsa esposizione alla luce naturale. In tutti questi casi, quindi, la visita oculistica dovrà essere regolare e qualsiasi cambiamento percepito dovrà essere subito esposto al proprio medico oculista.

Come si svolge la visita oculistica

La visita oculistica, che sia in età pediatrica o adulta, non richiede preparazione. L’unica accortezza è per chi porta le lenti a contatto e dovrà quindi toglierle qualche giorno prima della visita agli occhi, perché questa posso svolgersi correttamente. 

Durante la visita, inizialmente l’oculista applica un collirio che ha lo scopo di dilatare le pupille e il cui effetto dura circa un paio d’ore. Effettua poi un esame obiettivo delle palpebre e una valutazione biomicroscopica di congiuntiva, cornea, cristallino, retina e del film lacrimale. Oltre a questo, il medico si occupa di verificare la capacità visiva degli occhi a tutte le distanze, utilizzando, come ben sappiamo, alcune lettere di diverse dimensioni. Qualora il paziente non riuscisse a vedere correttamente le lettere, vengono applicate sull’occhio delle lenti per correggere il difetto. 

In generale, la visita oculista verifica la motilità oculare (a volte con il supporto di un ortottista), la funzionalità pupillare, la pressione intraoculare, l’acutezza visiva (il famoso test delle lettere) e il fondo oculare. I vari test possono variare a seconda dal motivo per cui si effettua il controllo con lo specialista. 

La visita oculistica dura 15-30 minuti e non ha controindicazioni. L’unica consiglio è di evitare di guidare per un paio d’ore dopo il controllo a causa dell’effetto del collirio che potrebbe rendere offuscata la vista

Quali difetti visivi controllare alla visita oculistica

La visita oculistica ha lo scopo di individuare i difetti visivi, che possono essere presenti già alla nascita oppure apparire col passare degli anni a causa di fattori diversi. Tra i difetti delle vista si contano: 

  • la miopia, cioè la difficoltà di mettere a fuoco da lontano 
  • la miopia forte, una miopia con allungamento del bulbo oculare e danno della retina
  • l’ipermetropia, spesso confusa con la presbiopia e l’astigmatismo, caratterizzata da una lunghezza del bulbo oculare inferiore al dovuto, solitamente congenita ed ereditaria che, al contrario della miopia, non permette di vedere bene da vicino
  • l’astigmatismo, che compromette la visione nitida da vicino e da lontano a causa di una messa a fuoco su due piani diversi della retina
  • la presbiopia, tipica dopo i 40 anni, che consiste nel peggioramento della capacità accomodativa dell’occhio che sposta più lontano il cosiddetto punto prossimo (quello più vicino che si riesce mettere a fuoco) e quindi peggiora la visione da vicino

Come abbiamo già detto, è importante controllare regolarmente la vista per verificare l’eventuale insorgenza di una di queste problematiche. In particolare, è buona norma fare delle visite periodiche in età pediatrica, dato che uno di questi deficit, se non corretto, potrebbe compromettere l’apprendimento scolastico. In età adulta, i difetti visivi possono insorgere per un normale invecchiamento o per altri fattori, per questo è bene recarsi dal medico alla prima avvisaglia.

Controllo dall’oculista per cambiare gli occhiali da vista

Chi porta gli occhiali da vista si chiederà ogni quanto vanno cambiati, ed è una domanda più che lecita, dato che i difetti visivi possono essere corretti solo con le lenti giuste. In linea di massima si raccomanda una visita oculistica ogni due anni per verificare che miopia, astigmatismo o altri deficit non siano peggiorati. Qualora la situazione non fosse mutata, si può continuare a usare lo stesso paio di occhiali o tipo di lenti. Nel caso in cui l’oculista individuasse però variazioni, sarà necessario sostituire le lenti con un nuovo tipo.

La visita oculistica per le patologie oculari

La visita oculare, però, non ha soltanto lo scopo di verificare lo stato della vista ed eventuali deficit visivi, ma anche alcune patologie che colpiscono l’occhio. Tra queste contiamo: 

  • il glaucoma, una malattia del nervo ottico che può portare anche alla perdita della vista, che viene individuato inizialmente attraverso la tonometria, cioè la misurazione della pressione intraoculare e la pachimetria, cioè la misurazione dello spessore della cornea
  • la cataratta, che consiste nell’opacizzazione totale o parziale del cristallino e può insorgere con l’età oppure a causa di fattori congeniti (già presenti alla nascita) o ancora infettivi, metabolici o per eventi esterni come l’esposizione a radiazioni
  • il distacco della retina, cioè il sollevamento di uno strato della retina che trascina con sé i vasi sanguigni e provoca la perdita progressiva della vista, di natura senile ma anche dovuta a fattori come traumi, diabete o altre malattie infiammatorie o genetiche
  • la degenerazione maculare senile, che riguarda sempre la retina ma consiste in una diminuzione o perdita della funzione visiva centrale ed è tipica della terza età
  • il cheratocono, una malattia degenerativa che ha come causa una minore resistenza della struttura della cornea, e che solitamente interviene durante l’infanzia o la pubertà e ha carattere genetico e quindi ereditario

Altri disturbi della vista per cui si necessita una visita oculistica

Esistono però altri disturbi che possono spingere una persona a farsi controllare la vista da un medico specialistico, e tra questi c’è il banale, se così si può dire, arrossamento degli occhi. Le virgolette sono necessarie perché, se in una buona parte dei casi si tratta di un disturbo passeggero che può passare da solo o con l’uso di un medicinale specifico, come ad esempio il collirio, in altri casi gli occhi rossi potrebbero essere il sintomo di una patologia più importante, come lo stesso glaucoma, la sclerite o la blefarite. In alcuni casi, invece, l’arrossamento dipende da malattie non collegate agli occhi, per questo è importante effettuare una visita oculista e capirne la causa.

Un altro difetto visivo che necessita di un attento esame da parte dell’oculista è lo scotoma, cioè un difetto lacunare del campo visivo, per cui la vista generale è buona ma esistono “vuoti” dovuti a un’assente o ridotta sensibilità della retina.

Anche la midriasi – un aumento della dimensione della pupilla oltre i 5mm – deve essere subito segnalata al medico oculista, quale che sia la causa: trauma, scarsa esposizione alla luce, droga, asfissia o altro ancora. Lo stesso vale per la miosi, che ne è l’opposto, cioè una diminuzione della dimensione della pupilla al di sotto dei 4mm e che potrebbe il sintomo di malattie gravi come la Sindrome di Horner e l’iridociclite.

Come prenotare una visita oculistica

Come per molte visite specialistiche, anche il controllo della vista può essere effettuato tramite il Servizio Sanitario Nazionale oppure privatamente. Nel primo caso è previsto il pagamento del ticket che varia in base al reddito, ma le liste di attesa sono spesso molto lunghe, anche di mesi. Alcune patologie, però, possono prevedere un’esenzione totale, anche in base al tipo di urgenza. Qualora invece non si voglia aspettare i tempi del pubblico, ci si può rivolgere a un medico oculista che visita privatamente prenotando una visita personalmente, anche online. 

Effettuare regolarmente una visita oculistica è fondamentale fin dai primi anni di età per verificare lo stato di salute degli occhi e, in caso di difetti della vista o patologie oculari intervenire tempestivamente. È particolarmente importante per i bambini negli anni che precedono l’inserimento nella scuola dell’obbligo, per controllare che non ci siano difetti refrattivi come la miopia, ma anche dopo i 40 anni per il normale peggioramento della vista e qualora ci sia famigliarità a deficit o patologie che riguardano gli occhi.