Nel tumore del polmone è essenziale identificare le caratteristiche cellulari per personalizzare le cure

La diversità genetica dei tumori polmonari apre la strada a cure su misura. Ecco perché è importante la diagnosi precoce

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Colpisce soprattutto gli uomini ma minaccia sempre di più le donne. Ogni anno è responsabile in media di 34 mila decessi, prima causa assoluta di morte in oncologia, e nel 2020 ha fatto registrare circa 41.000 nuovi casi, 27.550 maschi e 13.300 femmine.  Tra i fattori di rischio, il fumo è responsabile nell’85-90% dei casi di questa neoplasia, che ha anche la prerogativa di essere generalmente scoperta in ritardo a causa della mancanza di sintomi specifici. Ma soprattutto, quello che conta è arrivare ad una diagnosi precisa, per ottenere la massima efficacia dalle cure. In termini generali, infatti il trattamento del tumore al polmone può variare molto in base allo stadio della malattia e al tipo di tumore al polmone diagnosticato. Sono disponibili diversi approcci terapeutici, tra cui chirurgia, chemioterapia, radioterapia, terapia mirata, immunoterapia o una combinazione di questi trattamenti. Tutte le opzioni terapeutiche disponibili in base alla diagnosi, allo stadio del tumore e ad altre considerazioni devono essere discusse con l’équipe medica del singolo paziente.

Ne abbiamo parlato con il Prof. Emilio Bria, Direttore Oncologia Medica, Ospedale Isola Tiberina – Gemelli, Roma; Coordinatore Ricerca Clinica Neoplasie Polmonari, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma.

Non tutti i tumori sono uguali

I tumori al polmone non sono identici, e spesso nemmeno simili uno con l’altro. Tra le neoplasie, addirittura, sono tra quelle con il più alto numero di mutazioni identificabili; come se non bastasse è anche complesso esaminarle, perché nell’area polmonare è difficile effettuare prelievi di tessuto utili a rivelare le diverse mutazioni genetiche.  I grandi risultati ottenuti dalla ricerca in campo biologico molecolare consentono oggi di studiare simultaneamente le tante mutazioni genetiche scoperte nel 60% delle forme dette “non a piccole cellule”, che rappresentano l’85% del totale. E si tratta di un fattore determinante nella lotta a questa neoplasia, perché proprio sulla base dell’identikit genetico è oggi possibile utilizzare cure mirate, garantendo ai pazienti una migliore qualità e una maggiore aspettativa di vita. La profilazione simultanea di più mutazioni diventa quindi fondamentale, anche alla luce dei progressi della ricerca e dell’avanzamento delle cure su misura, attive su specifiche mutazioni cellulari. Insomma: non ci si può più limitare alla classica definizione dei tumori a piccole cellule, quindi microcitoma (più rari) o non a piccole cellule. Sono ormai note molte alterazioni molecolari del NSCLC che condizionano la biologia di questo tumore, alcune delle quali si realizzano nelle prime fasi di sviluppo e sono essenziali per la sua crescita. Per questo possono rappresentare veri e propri obiettivi per le terapie.

Con il contributo di Merck Serono

 

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.