“La prevenzione può salvare una vita” è la frase ripetuta come un mantra dagli esperti soprattutto quando si assiste a focolai di malattie infettive, come ad esempio la meningite, che spesso torna a far parlare di sé. La meningite è una patologia che coinvolge le membrane che rivestono cervello e midollo spinale. L’eziologia è generalmente infettiva, più raramente infiammatoria o autoimmune. La meningite infettiva batterica può essere prevenuta grazie alla vaccinazione.
La meningite è una patologia che può riguardare soprattutto chi frequenta solitamente ambienti con molte persone, come mezzi di trasporto, uffici o fabbriche. La scelta di vaccinarsi, quindi, è una forma di protezione per sé stessi e per le persone con cui si condivide il proprio tempo.
Molte aziende pubbliche e private hanno scelto di inserire nel proprio protocollo l’obbligo di vaccinazione contro la meningite per i tipi C e B. Anche le scuole si accodano ai piani di prevenzione, in modo tale da proteggere ogni fascia d’età, dai bambini che sono la fascia di età più esposta insieme agli anziani e gli adulti. Scopriamo di più sulla meningite e sul vaccino che può contribuire a difendersi da questa patologia grave e potenzialmente fatale.
Indice
Meningite: cos’è?
La meningite è un’infiammazione acuta delle meningi, le membrane che avvolgono e proteggono il cervello e il midollo spinale. La patologia ha generalmente origine infettiva, quindi causata da virus, da batteri, da funghi e raramente da parassiti.
La meningite virale è quella più frequente, ma anche la meno grave, mentre la meningite di tipo batterico può avere conseguenze serie, un’evoluzione rapida ed esiti anche fatali.
A causarla sono numerose tipologie di batteri, tra cui i principali sono:
- lo Streptococcus pneumoniae o Pneumococco;
- la Neisseria meningitidis o meningococco;
- l’Haemophilus influenzae tipo b o Emofilo.
Nella fascia neonatale i batteri più diffusi sono lo Streptococco di gruppo B, ma anche Listeria monocytogenes e l’Escherichia coli.
In particolare, di meningococco esistono addirittura 13 sottotipi o “sierogruppi” di cui sei possono provocare la meningite. Si tratta del meningococco di tipo C, A, B, Y, W135 e del sottotipo X, più raro. I sierogruppi B e C sono purtroppo molto diffusi anche in Italia e seppur causano una sintomatologia simile a quella degli altri sierotipi, nel 10-20% dei soggetti colpiti possono portare a conseguenze più severe o anche alla morte nel giro di poche ore dalla manifestazione.
I trattamenti medici e i vaccini hanno fatto passi da gigante verso l’obiettivo di contenere e curare efficacemente questa patologia, ma si tratta di una malattia particolarmente insidiosa, soprattutto per i suoi sintomi inizialmente poco distinguibili da normali sindromi influenzali e per la presenza di episodi di tipo fulminante che possono avere esiti fatali in tempi particolarmente rapidi.
Come avviene il contagio?
La meningite non è fortunatamente una patologia particolarmente contagiosa e perché avvenga il contagio occorre un contatto diretto e prolungato tra la persona infetta e il soggetto sano. Come spesso avviene a trasmettere l’infezione sono le goccioline di saliva (Droplets) contenenti l’agente infettivo e che possono essere diffuse nell’aria attraverso starnuti, colpi di tosse o anche parlando e con il semplice atto della respirazione.
I casi di meningite si registrano in ogni fascia di età ma senza dubbio i più colpiti sono i neonati e bambini nei loro primi anni di vita, dato che il loro sistema immunitario è ancora in via di formazione. Lo stesso discorso vale per i soggetti anziani, con difese immunitarie compromesse e più deboli di quelle di un giovane adulto sano.
I sintomi della meningite
La meningite sa essere una patologia difficile da diagnosticare ai suoi primi sintomi, perché questi assomigliano molto a quelli di una comune influenza o parainfluenza. In genere gli esordi della malattia sono caratterizzati da:
- febbre alta;
- mal di testa;
- fotosensibilità;
- nausea o vomito;
- sonnolenza;
- irritabilità;
- mancanza di appetito.
Solo in seguito possono manifestarsi segnali più caratteristici della patologia, come:
- irrigidimento della parte posteriore del collo (rigor nucalis);
- convulsioni;
- alterazioni della coscienza.
Nei neonati possono anche essere presenti altri segnali, come una sonnolenza eccessiva, alterata sensibilità, inappetenza, pianto inconsolabile e rigonfiamento nella fontanella anteriore.
Come funziona il vaccino per la meningite
Il vaccino è il metodo più efficace per difendersi dalla meningite batterica.
Esistono tre diverse tipologie di vaccino che possono proteggere dal Meningococco:
- uno è efficace contro il sottotipo B;
- uno è pensato per agire contro il meningococco di tipo C, che è uno tra i principali responsabili delle meningiti da meningococco;
- un altro è efficace contro tutti i sottotipi A, C, W e Y (tetravalente).
Sono disponibili in commercio anche vaccini che proteggono in modo combinato contro Haemophilus influenzae e lo Pneumococco.
- Il vaccino contro l’Haemophilus influenzae tipo B è proposto a tutti i bambini che iniziano il loro ciclo vaccinale e si trova generalmente incluso nel cosiddetto “esavalente”.
- Il vaccino contro lo Pneumococco, in genere più usato è un eptavalente coniugato, capace di proteggere contro i sette tipi di Pneumococco più diffusi e causa dell’80% circa delle meningiti derivanti da questo tipi di infezione.
Il sopramenzionato vaccino tetravalente per la meningite è uno scudo efficace contro il meningococco A, C, il W135 e l’Y e le recenti formulazioni lo hanno reso più efficace e hanno allungato la durata della sua copertura.
Sempre il tetravalente è il vaccino scelto per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli e anche per i soggetti considerati “a rischio” perché affetti malattie specifiche per le condizioni di maggiore esposizione (ad esempio, chi lavora negli asili o in comunità dove è più facile essere contagiati).
Il protocollo raccomandato anche da molte aziende prevede la copertura da tutti i tipi di batteri causa di meningite, tramite la somministrazione di una prima dose di copertura e degli opportuni richiami, da effettuarsi con la tempistica valutata in base al tipo di vaccino o vaccino combinato.
Quando vaccinare i più piccoli contro la meningite?
I vaccini contro la meningite sono disponibili e gratuiti per alcune fasce di popolazione che sono considerate più a rischio di contagio e più fragili in caso di infezione. I bambini rientrano tra questi e per loro è previsto uno specifico piano vaccinale:
- viene somministrata la vaccinazione contro il meningococco B a partire dal primo anno di vita, con un totale di 3 o 4 somministrazioni totali lungo il percorso vaccinale;
- la vaccinazione anti-meningococco C prevede, invece, una somministrazione nel 13° mese di vita;
- la vaccinazione con tetravalente è dedicata generalmente agli adolescenti, sia come richiamo per i soggetti che erano già stati sottoposti a vaccinazione contro il meningococco C da piccoli, sia per chi deve iniziare e da zero il ciclo vaccinale.
Quando vengono fatti i vaccini per gli altri batteri potenzialmente causa di meningite?
- La vaccinazione contro ll’Haemophilus influenzae tipo B è obbligatoria e proposta gratuitamente insieme all’antidifterica, all’antitetanica, all’antipolio, all’antipertosse, e all’antiepatite B (esavalente).
- Invece, il vaccino contro lo Streptococcus pneumoniae o pneumococco è obbligatorio per i bambini e offerta anche ai soggetti over 65 anni.
Per gli adulti vaccinarsi contro la meningite è una scelta personale, da valutare in base ai fattori di rischio soggettivi e con il supporto del medico curante. Il vaccino anti meningite non è tra quelli obbligatori e per gli adulti non è specificamente raccomandato, a meno che non esistano fattori di rischio e condizioni di salute che portino a ritenere particolarmente utile una copertura contro questa patologia.
In ogni caso, però, proteggersi dalla meningite rappresenta una grande opportunità per contrastare i gravi effetti di una patologia dai risvolti spesso imprevedibili. Grazie all’applicazione del protocollo, principalmente su bambini, adolescenti e adulti, è anche possibile evitare un altro tipo di fenomeno: quello del portatore sano, che diffonde i batteri in ambienti chiusi pur non sviluppando i sintomi della patologia.
A chi dovesse già soffrire di patologie come il diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze, etc., è consigliato richiedere la somministrazione del vaccino, così come agli universitari che vivono nei convitti, dormitori, alle reclute militari e ai giovani che frequentano locali con grandi afflussi di persone diverse, come le discoteche.
Ai giovani adulti, in particolare, è consigliato effettuare il vaccino che contenga anche la protezione contro il meningococco C, più aggressivo nei soggetti tra i 15 ed i 25 anni, che viene diagnosticato principalmente su chi vive in ambienti sovraffollati.
Copertura e durata del vaccino anti-meningococco
Come ogni vaccino, anche quello contro il meningococco non garantisce una totale protezione, però, secondo le più recenti ricerche, pare che sia comunque in grado di attenuare efficacemente l’infezione nei soggetti che la contraggono. I vaccini che erano disponibili in passato assicuravano una protezione dalla durata breve mentre quelli attuali, sono quasi tutti di tipo coniugato, ovvero combinati con proteine stabilizzanti che garantiscono una durata più lunga degli anticorpi circolanti, si stima almeno di 5 anni.
L’immunità, comunque, non è permanente e diminuisce con il passare del tempo, quindi, sarebbe necessario effettuare dei richiami periodici stabilendo il proprio ciclo vaccinale specifico insieme al medico di base o a uno specialista in grado di fornire una consulenza completa.
Effetti collaterali e controindicazioni
Nonostante sia sostanzialmente ben tollerato, come la maggior parte delle vaccinazioni, anche quello contro la meningite può associarsi a effetti fastidiosi tra cui:
- un leggero dolore nel punto in cui è avvenuta l’iniezione, o anche rossori e gonfiori;
- febbre;
- sonnolenza;
- cefalea;
- senso generale di spossatezza;
- disturbi dell’alimentazione;
- pianto anomalo nei bambini,
- irritabilità;
- diarrea;
- eruzione cutanea;
- dolore alle articolazioni o ai muscoli;
- senso di malessere generale.
Non sono generalmente riportati effetti collaterali gravi o reazioni alla vaccinazione con effetti permanenti, per cui si ritiene che il vaccino contro la meningite abbia un elevato livello di sicurezza. Uno degli eventuali effetti collaterali più seri che può avvenire dopo la somministrazione di uno dei vaccini contro la meningite (comune anche agli altri vaccini), è uno shock anafilattico generato da una reazione allergica al vaccino o a uno dei suoi componenti.
Il vaccino non è controindicato comunque nemmeno per le donne incinte e aver sviluppato negli anni precedenti un’infezione da meningococco non mette al riparo dalla possibilità di ammalarsi e rende il vaccino una buona opzione anche in questi casi.
Quali sono i costi del vaccino?
A seconda dell’età e della tipologia di vaccino, il costo varia tra i 50 ed i 150 euro ed è gratuito per bambini e gli adolescenti fino a 18 anni, nonché per alcune fasce d’età specifiche. La vaccinazione per gli adulti, infatti, è una questione preventiva, poiché non viene raccomandata se non in alcuni casi specifici, ad esempio quando sono presenti fattori di rischio o patologie croniche che comportino già di per sé la riduzione delle difese immunitarie, ponendoli ad un rischio molto più elevato rispetto agli altri soggetti.
Fonti bibliografiche
- FAQ – Meningite, Ministero della Salute
- Vaccino Anti-Meningococco B, Auxologico
- Meningococco: i vaccini, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
- Meningococco B, Regione del Veneto
FAQ
La vaccinazione contro il meningococco C è gratuita e prevede una sola dose a 13 mesi. Tuttavia, viene raccomandato un richiamo per i ragazzi adolescenti tra l’11° e il 18° anno di vita, per assicurare un’adeguata risposta anticorpale in caso di contatto con un portatore della malattia.
Esistono diversi tipi di vaccino contro la meningite con attività specifica contro i singoli batteri responsabili della malattia. È il medico a valutare il tipo di vaccino più adatto per il suo paziente, in base all’età, al precedente ciclo vaccinale seguito e al grado di esposizione al rischio.
Il vaccino contro il sierotipo C generalmente al 13° mese di vita, mentre quello contro il ceppo B consiste in tre dosi da somministrare nel primo anno di vita. Esistono anche altre tipologie di vaccino, contro altri sierotipi, o anche combinati con altre coperture vaccinali.