Tumore dello stomaco, come si riconosce e si affronta

Il cancro allo stomaco è difficile da individuare. Per questo non vanno trascurati certi segnali e si raccomandano questi esami

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 7 Maggio 2024 12:08

Si dice spesso. Per i tumori, prima si arriva con le diagnosi e meglio è. Solo che non sempre è facile. Soprattutto quando la lesione porta a disturbi molto generici, di cui magari la persona soffriva già prima di sviluppare la patologia. Probabilmente è anche per una somma di questi motivi che il cancro dello stomaco viene individuato in fase già avanzata, quindi con minor opportunità di cura definitiva, in circa l’80% dei casi. È solo uno degli elementi che caratterizza questa neoplasia, di cui a volte si dimenticano anche i fattori di rischio.

Come si scopre il tumore

“Nel nostro Paese, ogni anno i nuovi casi di carcinoma gastrico ammontano a oltre 15mila – segnala Claudia Santangelo, Presidente di “Vivere Senza Stomaco”. L’incidenza è in crescita mentre l’armamentario terapeutico disponibile è ancora abbastanza limitato. La malattia oncologica è molto insidiosa e presenta un alto rischio di recidiva. Fondamentale è la gestione a 360 gradi del paziente che deve iniziare da una diagnosi quanto più precoce possibile”.

In presenza di segni e sintomi, quindi, soprattutto ad una certa età bisogna puntare sull’esame diagnostico cardine, ovvero la gastroscopia. Nel corso di questo controllo oltre a visionare la mucosa gastrica e a vedere direttamente eventuali lesioni, il medico può prelevare piccoli frammenti di tessuto per un esame istologico. Così si possono individuare eventuali cellule tumorali, definirne le caratteristiche, avere informazioni su quale possa essere la via di trattamento ottimale, caso per caso.

Attenzione all’Helicobacter pylori

Come ricorda Elisa Mandolesi, Medico di Medicina Generale a Ferrara, non bisogna “dormire” troppo se lo stomaco lancia segnali di sofferenza. E non bisogna nemmeno assumere per mesi farmaci che possono limitare i sintomi, magari sottovalutando la situazione.

“Spetta al medico di famiglia indirizzare l’assistito verso un esame che può essere salvavita – segnala l’esperta. Vi è a volte la tendenza a prescrivere solo farmaci antiacidi e a non eradicare il batterio Helicobacter pylori, uno dei principali responsabili della patologia. E’ evidente che bisogna aumentare la consapevolezza per i medici non specialisti verso una patologia che viene considerata ancora poco diffusa”.

Insomma: occorre giungere ad una diagnosi sicura quando i problemi di stomaco non si risolvono in pochi giorni, magari con un po’ di attenzione alla dieta e farmaci di automedicazione. E per quanto riguarda l’Helicobacter, va ricordato che il test del respiro che svela la presenza del batterio. L’esame è del tutto indolore (basta soffiare in un palloncino) e studia i gas che si sviluppano all’interno dello stomaco.

Il batterio infatti si “incolla” alla mucosa dello stomaco dove si sviluppa anche grazie alla produzione di un particolare enzima, chiamato ureasi. Questa sostanza scompone l’urea liberando anidride carbonica e ammoniaca: l’anidride carbonica può quindi essere eliminata con l’espirazione. L’esame consente di individuare la presenza di Helicobacter pylori e quindi di passare ai rimedi eventualmente necessari per sconfiggerlo.

Per chi ha il tumore, attenzione alla psiche e alla nutrizione

“Il carcinoma dello stomaco colpisce soprattutto gli uomini anziani – prosegue Paolo Gritti, Past-President della Società Italiana di Psico-Oncologia. La metà dei pazienti ha più di 75 anni e l’assistenza non può limitarsi solo alla somministrazione delle terapie. Deve comprendere e affrontare anche i problemi psicosociali che influiscono sulla qualità di vita. Accettare la malattia è il primo ostacolo da superare, a cui fanno seguito le molte preoccupazioni dovute ai cambiamenti fisici e agli effetti collaterali delle terapie.

Le fasi pre e post operatorie sono estremamente delicate e si rende perciò necessario un supporto psicologico da parte di uno professionista qualificato”. “Quello di psiconcologia non è un servizio sempre garantito in modo uniforme nel nostro Paese – fa sapere la Presidente di “Vivere senza stomaco” Odv Claudia Santangelo. È importante invece assicurarlo a tutti i pazienti con tumore gastrico. Le ripercussioni emotive possono influenzare negativamente il decorso della patologia e la risposta dell’organismo alle cure”.

“L’asportazione dello stomaco determina problematiche nell’assorbimento di alcune vitamine e minerali attraverso l’alimentazione quotidiana – conclude Maurizio Muscaritoli, Presidente della SINUC (Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo). L’assunzione di integratori di calcio, ferro o vitamine D e B12 è un aiuto a volte imprescindibile per i pazienti. Tuttavia è compito solo del medico nutrizionista gestire gli interventi alimentari e nutrizionali supplementari. Infine va facilitato l’accesso agli alimenti a fini medici speciali, che sono indispensabili per molti dei nostri pazienti”.

Non bisogna dimenticare che se l’alimentazione rappresenta un fattore critico per tutte le persone che si trovano ad affrontare un tumore, il problema è ancor più sentito in caso di tumore dello stomaco, visto che il prima intervento è la gastrectomia, ovvero l’asportazione del viscere che quindi non è in grado di fare da “deposito” temporaneo per il cibo ingerito, con conseguenti ripercussioni sia sulle possibilità di nutrirsi adeguatamente sia sull’assorbimento di alcuni nutrienti. Per questo la dieta appare fondamentale. E va studiata su misura.