Tumore polmonare, perché chi fuma è a rischio e come scoprirlo presto

Il fumo è la principale causa di morte evitabile e aumenta il rischio di tumore del polmone. Fondamentale è la diagnosi precoce: i test da fare

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 11 Ottobre 2022 17:06

Il fumo di tabacco è la più importante causa di morte evitabile nei Paesi ad alto reddito, compresa l’Italia: oggi in tutto il mondo sono 6 milioni ogni anno i decessi causati dal fumo, che saliranno a 8 milioni entro il 2030. Oltre ad aumentare il rischio di enfisema, ictus e infarto, il fumo di tabacco è il principale responsabile dei 41.000 nuovi casi di tumore del polmone che vengono diagnosticati ogni anno nel nostro Paese. E purtroppo non sempre queste lesioni vengono scoperte presto, anche se la diagnosi precoce è un fattore chiave per il successo del trattamento. Come accorciare i tempi? Una risposta potrà venire da un programma pilota per la prevenzione e diagnosi precoce di questa patologia in forti fumatori ed ex forti fumatori. Coinvolge 18 centri in Italia ed è coordinato dalla R.I.S.P. – Rete Italiana Screening Polmonare.

A chi si rivolge l’iniziativa

Il programma gratuito di screening polmonare è rivolto a tutti i cittadini, uomini e donne, di età compresa tra i 55 e i 75 anni, che non hanno avuto tumori negli ultimi 5 anni e che sono forti fumatori (almeno 20 sigarette al giorno per 30 anni oppure 40 sigarette al giorno per 15 anni) o ex forti fumatori da 15 anni o meno (almeno 20 sigarette al giorno per 30 anni oppure 40 sigarette al giorno per 15 anni).

“Il programma RISP recluterà in Italia, nell’arco di 18-24 mesi, circa 7.300 forti fumatori ad alto rischio di tumore polmonare, di altri tumori e patologia cronica cardio-polmonare, che possano maggiormente beneficiare di un intervento di prevenzione integrata di tutte le patologie causate dal fumo – spiega Ugo Pastorino, Direttore Struttura Complessa di Chirurgia Toracica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – in base alla fascia di rischio verrà offerto un programma di prevenzione personalizzato, che comprende, per chi lo desidera, la cessazione del fumo con un farmaco naturale e successivi controlli TC ad intervalli annuali differenti”.

La grande maggioranza dei tumori polmonari (l’80% circa) viene individuata già in una fase avanzata: la diagnosi precoce è fondamentale per ridurre il rischio di morte e migliorare la prognosi. Gli studi hanno confermato che lo screening con TAC spirale a basso dosaggio può salvare la vita.

Il tumore del polmone in Italia rappresenta la prima causa di morte nel sesso maschile ed è la seconda-terza causa di morte in quello femminile, nel quale tra l’altro i casi sono in continuo aumento – fa sapere Giorgio Vittorio Scagliotti, Professore Ordinario di Oncologia Medica, Università di Torino e Direttore Struttura Complessa Oncologia Medica, AOU San Luigi Gonzaga – Con questo programma di screening polmonare nei forti fumatori possiamo individuare nel 60%-70% dei casi la malattia in stadio iniziale, laddove le possibilità chirurgiche sono decisamente superiori e dove la sopravvivenza a 5 anni può arrivare al 60%-70%”.

Più attenzione alla prevenzione

Il programma pilota vuole agire su due livelli di prevenzione: quella secondaria, con lo screening e la diagnosi precoce, ma anche quella primaria, ovvero l’abitudine del fumo. Una mission in linea con l’attività di WALCE Onlus – Women Against Lung Cancer in Europe, che da più di 10 anni investe risorse umane ed economiche nel disegnare e condurre programmi di prevenzione primaria personalizzati.

La prevenzione, primaria e secondaria, dovrebbe essere alla base di ogni comunicazione in ambito oncologico, prima delle innovazioni diagnostiche e terapeutiche, perché rappresenta il modo più efficace per avere un impatto significativo su incidenza e mortalità – spiega Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica, Dipartimento di Oncologia, Università degli Studi di Torino, Responsabile della SSD Oncologia Polmonare, AOU San Luigi Gonzaga e Presidente WALCE onlus – per WALCE Onlus, la cui sede legale è all’interno di uno dei 18 centri selezionati dal Ministero, è stato un passaggio naturale quello di farsi carico della comunicazione del programma di screening polmonare verso le altre Associazioni e verso la popolazione, utilizzando reti e canali precostituiti, con la preparazione di materiale ad hoc, generico, gender oriented e centro-specifico”.

L’esame che si utilizza

La TAC spirale a basse dosi è l’esame d’elezione nel programma di screening polmonare. “Questa tipologia di TAC è, innanzitutto, a basse dosi di radiazioni, meno di un quarto di quelle di una TAC standard, e quindi potenzialmente meno dannosa per il paziente che vi si sottopone – dice Andrea Veltri, Direttore S.C.D.U. Radiodiagnostica, AOU San Luigi Gonzaga – inoltre, si tratta di un test molto sensibile, che ci permette di individuare il maggior numero di tumori in fase precoce, con dimensioni inferiori al centimetro, e dunque curabili.

Il programma di screening polmonare rappresenta un’occasione di rilievo nell’offrire al tabagista una importante opportunità di fare un punto della situazione relativo al proprio stato di salute, con la possibilità di intraprendere un percorso di disassuefazione dal fumo in un centro specialistico. Per partecipare al programma, la persona interessata può collegarsi al sito programmarisp.it, compilare la scheda con i dati personali e selezionare il centro di riferimento.