Sostituire le valvole del cuore senza bisturi: quando e come

Stenosi aortica, adesso si può intervenire anche senza bisturi, anche sui pazienti under 70

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Avete presente quando un condotto si restringe e il liquido contenuto non riesce a passare come dovrebbe? Nel cuore, capita qualcosa di simile a ciò che si verifica nella vita di ogni giorno. Ci sono infatti delle valvole che debbono aprirsi e chiudersi in modo corretto, pena la possibilità di interferire con la circolazione del sangue.

Una di queste è la valvola aortica, che collega il ventricolo sinistro con l’arteria più grande da cui il sangue si diparte per tutto l’organismo. Se la valvola si restringe si parla di stenosi, condizione molto comune, soprattutto con il passare degli anni. Il quadro va riconosciuto, poi, in alcuni casi, cardiologo e cardiochirurgo possono pensare ad un intervento di sostituzione della valvola.

Se un tempo si parlava solamente del bisturi per correggere questo difetto, che interessa il 10% delle persone over 65, in alcuni casi oggi si può anche ricorrere all’impianto senza il tradizionale intervento chirurgico, con il sistema denominato TAVI. A dirlo sono gli esperti presenti a Roma per il Congresso della Società Italiana di Cardiologia.

TAVI: Risultati migliori nelle donne

L’impianto della valvola aortica senza bisturi per via percutanea (TAVI), così si chiama l’intervento, viene da tempo applicato nei pazienti anziani selezionati. Ora è stato recentemente studiato in pazienti tra i 65 e i 70 anni e a basso rischio operatorio, dimostrandone l’efficacia e una riduzione del rischio di ictus.

Buone notizie ci sono anche per le donne che devono essere sottoposte all’intervento di impianto percutaneo della valvola aortica. “Per la prima volta nell’interventistica cardiaca tutti gli studi pubblicati dimostrano che l’impianto di TAVI  va meglio nel  sesso femminile  – spiega Carmen Spaccarotella, cardiologa interventista al Policlinico universitario di Catanzaro – nonostante le donne abbiamo arterie più piccole. Questi risultati sono opposti a quelli che ottenuti nell’impianto di stent coronarici dove i risultati migliori si ottengono nel sesso maschile. Quindi le donne con stenosi aortica possono essere trattate con questa nuova tecnica mini-invasiva”

TAVI: come si fa l’intervento

Nella chirurgia tradizionale, a cielo aperto, il torace del paziente viene aperto, il cuore fermato e successivamente viene sostituita la valvola aortica: l’intervento dura ore, viene eseguito in anestesia generale e con la circolazione extracorporea, richiede una degenza ed una riabilitazione lunga. Con la TAVI invece l’unica incisione è un piccolo foro nell’inguine, dove viene inserito il catetere che raggiunge il cuore per portare la nuova valvola e gli strumenti necessari a eseguire l’intervento, della durata di meno di un’ora in tutto.

TAVI: Giovani e non solo

“Fino a oggi impiantavamo le valvole cardiache per via percutanea soltanto a pazienti anziani o con molte patologie, con un rischio operatorio elevato: per questi pazienti la TAVI ha costituito un vero salvavita, perché non c’erano altre opzioni sicure per intervenire in caso di stenosi aortica – spiega Ciro Indolfi, presidente della Società Italiana di Cardiologia.

I nuovi dati a disposizione indicano che la TAVI offre gli stessi risultati della chirurgia tradizionale anche nei pazienti più giovani e a basso rischio operatorio, rivelandosi addirittura migliore in termini di incidenza di morte, ictus, re-ospedalizzazione ad un anno: il rischio di ictus, per esempio, si riduce del 50 per cento. Questo significa che potremo evitare un intervento cardiochirurgico a migliaia di pazienti più giovani, intesi come fascia tra i 65 e i 70. Una notizia molto positiva, perché non esiste una prevenzione o una terapia farmacologica per la stenosi aortica e purtroppo si tratta di una patologia in aumento.

In Italia il 2 per cento della popolazione in età avanzata, pari a circa 250.000 persone, ha una stenosi severa con indicazione all’intervento di sostituzione; quando compaiono i sintomi infatti l’aspettativa di vita si riduce drammaticamente, con una sopravvivenza media di 2-3 anni in persone con angina o sincope e di soli 1-2 anni in pazienti con scompenso cardiaco. L’unica strategia efficace per allungare e migliorare la vita è quella di impiantare una nuova valvola cardiaca.

La TAVI  rappresenta la più grande innovazione tecnologica della Cardiologia dopo gli stent (ovvero i tubicini che mantengono le arterie dedicate) coronarici – aggiunge Indolfi – e i nuovi dati che si stanno accumulando, soprattutto gli studi randomizzati e controllati pubblicati sul New England of Medicine e presentati all’ultimo American College of Cardiology hanno dimostrato una sua grande efficace anche nei pazienti a basso rischio”.