Orchiepididimite: cos’è, cause, sintomi, cura

L'orchiepididimite è un'infiammazione combinata del testicolo (orchite) e dell'epididimo (epididimite), spesso causata da infezioni batteriche o virali e con sintomi che includono dolore, gonfiore, arrossamento e febbre

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Andrea Costantino

Medico chirurgo

Medico abilitato alla professione, iscritto all'albo dei Medici e degli Odontoiatri di Siena.

Pubblicato: 13 Giugno 2024 09:02

L’orchiepididimite è una condizione infiammatoria dei testicoli e dell’epididimo che può colpire molti uomini. Sebbene possa presentarsi in maniera molto fastidiosa, può essere curata in tempi relativamente brevi se ci si rivolge tempestivamente al medico.

Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta, quali sono i sintomi, il trattamento e come fare per evitare si ripresenti nuovamente.

Che cos’è l’orchiepididimite

L’orchiepididimite è un’infiammazione dell’epididimo e del testicolo. Il primo è una parte dell’apparato genitale maschile, un dotto di piccolo diametro che sovrasta lo scroto e nel quale si accumula lo sperma, mentre il secondo è la ghiandola sessuale maschile per eccellenza. L’infiammazione contemporanea di queste due strutture si definisce orchiepididimite. In alcuni casi risulta infiammato solo l’epididimo, e si parlerà di epididimite, ed in altri, invece, solo il testicolo, e dunque si parlerà di orchite. Ad essere colpiti dall’orchiepididimite sono soprattutto gli uomini di età compresa tra i venti e i quarant’anni, ma non è raro trovarla anche in soggetti più giovani o anziani.

Solitamente la patologia si diffonde a questi organi a partire dalle vie urinarie o a causa di una malattia sessualmente trasmissibile. Nella maggior parte dei casi l’infezione si risolve con un ciclo di antibiotici, terminato il quale la situazione tornerà alla normalità. In genere il recupero è completo, sono rari i casi in cui si manifestano complicazioni gravi dovute all’orchiepididimite. Lo scenario peggiore è quello che può portare all’atrofia testicolare, ossia la riduzione del volume di uno o entrambi i testicoli.

Cause dell’orchiepididimite

Le cause che possono portare allo sviluppo dell’orchiepididimite possono essere molteplici. Per questo motivo, è importante rivolgersi ad un medico che dovrà redigere un’anamnesi completa del paziente in modo da diagnosticare la patologia e proporre la cura più adatta per risolvere la problematica. L’età del paziente, le sue abitudini sessuali, la gravità e modalità d’insorgenza (graduale o improvvisa) del dolore sono informazioni necessarie per impostare un corretto percorso diagnostico. Tra le cause dell’orchiepididimite troviamo:

Infezione delle vie urinarie

La maggior parte delle orchi-epididimite riconosce un’eziologia batterica, tra cui il principale responsabile è l’Escherichia Coli. Questo può accadere a qualsiasi età ed è la causa più comune di infezione negli uomini di età superiore ai 35 anni. Tale evenienza si verifica in quanto il blocco parziale del flusso urinario diventa più comune con l’aumentare dell’età a causa dell’ingrossamento della prostata o del restringimento dell’uretra. Se l’urina ristagna e non viene espulsa normalmente, è più probabile che si possa sviluppare un’infezione del tratto genitourinario. Nonostante sia più diffusa nei maschi adulti, l’orchiepididimite nei ragazzi giovani è dovuta, soprattutto, a questo motivo.

Infezione trasmessa sessualmente

Le infezioni a trasmissioni sessuale sono la causa più comune di orchiepididimite negli uomini giovani (età < 35 anni). Si verifica molto spesso in concomitanza di infezioni sostenute da clamidia e gonorrea. In genere, queste infezioni attaccano l’uretra causando un’uretrite, ma possono interessare anche i vasi deferenti, aprendosi la strada verso l’epididimo ed il testicolo.

Altre infezioni virali possono essere, raramente, cause di orchiepididimite. Può capitare negli uomini affetti da tubercolosi o brucellosi o in chi ha un sistema immunitario molto compromesso. In questo caso, le difese del soggetto saranno più basse, e la persona più incline a contrarre malattie infettive.

L’epididimite tubercolare e le gomme sifilitiche sono rare negli Stati Uniti se non nei pazienti immunocompromessi (per esempio, con infezioni da HIV).

Operazione alla prostata o all’uretra

Si tratta di casi rari, ma può capitare che, in seguito ad un’operazione chirurgica, i microrganismi possano raggiungere i testicoli. Un tempo l’orchiepididimite era molto comune negli uomini che dovevano intervenire sulla prostata e, in molti casi, capitava di sviluppare quest’infezione in seguito ad un’operazione chirurgica. Oggi succede molto raramente: le tecniche sono migliorate e difficilmente capita che si possa verificare questo effetto collaterale.

Sintomi e complicazioni dell’orchiepididimite

I sintomi dell’orchiepididimite, di solito, si sviluppano molto velocemente. In genere, chi contrae quest’infezione inizia ad avvertire dolore e ad avvisare malessere nell’arco di una giornata dal contagio. Con l’orchiepididimite l’epididimo ed il testicolo colpiti si gonfiano rapidamente, lo scroto si fa edematoso, diventando sensibile e arrossato. A seconda della gravità dell’infezione, può risultare anche molto dolorosa. Altri sintomi possono comparire in base alla natura del disturbo.

Nel caso in cui l’orchiepididimite sia causata da un’infezione alle urine, il soggetto avvertirà dolore alla minzione oppure, se l’infezione si è sviluppata a partire da una problematica uretrale, potrà essere presente una secrezione purulenta che fuoriesce dal pene. Come accade in tutte le infezioni, può capire di sviluppare febbre (anche molto alta) e di avvertire un forte senso di malessere.

Nei casi più gravi, l’orchiepididimite può essere la porta di ingresso per un processo infettivo sistemico (sepsi) che si manifesterà clinicamente con un globale scadimento delle condizioni generali dell’individuo, febbre molto elevata od ipotermia, tachicardia, ipotensione, possibile obnubilamento del sensorio. Per questo è consigliabile rivolgersi immediatamente al medico di medicina generale per cominciare tempestivamente la più corretta terapia.

Diagnosi dell’orchiepididimite

La diagnosi di orchiepididimite è, in prima battuta, clinica, confermata da un rilievo di gonfiore ed indolenzimento dell’epididimo e del testicolo. Sarà necessario eseguire degli accertamenti diagnostici (esame delle urine, tampone uretrale) per individuare l’agente eziologico responsabile del disturbo.

Tali accertamenti dovranno essere mirati sulla base della storia anamnestica raccolta. Nel caso in cui la diagnosi di orchiepididimite fosse confermata sarà necessario avvertire i partner sessuali: anche loro, infatti, dovranno eseguire il test per verificare se hanno contratto o stanno trasmettendo l’infezione. Si può procedere anche con l’esecuzione di esami di imaging per la valutazione delle strutture che compongono l’apparato genito-urinario per valutare un eventuale interessamento di strutture anatomiche non clinicamente rilevabili.

Terapia dell’orchiepididimite

La categoria di farmaci necessaria a curare l’orchiepididimite è la stessa usata per trattare altri tipi di infezioni: stiamo parlando degli antibiotici. Una volta ricevuta la diagnosi, si procederà con l’opportuno trattamento. Normalmente questi farmaci funzionano ed iniziano a dare i primi effetti dopo pochi giorni: il dolore, in genere, si attenua dopo tre o quattro giorni dall’inizio del trattamento, mentre il gonfiore potrebbe rimanere più a lungo. Quest’ultimo, infatti, potrebbe cominciare a diminuire anche dopo una settimana..

Nel caso in cui l’orchiepididimite sia stata trasmessa per via sessuale non bisogna avere rapporti fino alla fine del trattamento. Solo una volta che l’infezione sarà risolta, sarà possibile riprendere l’attività sessuale. È bene ricordare che l’infezione non garantisce l’immunità, solo i rapporti protetti consentiranno di prevenire future infezioni.

Oltre alla cura con gli antibiotici, esistono dei comportamenti utili per alleviare il dolore causato dall’orchiepididimite. Uno di questi è l’uso di biancheria intima adattache riesca a sostenere in posizione i genitali. Si consiglia di fare attenzione al materiale ed a preferire slip di cotone: si tratta di un materiale morbido, leggero, naturale ed ipoallergenico, che previene le infezioni e si adatta a tutte le pelli, anche quelle più delicate, protegge dall’umidità, grazie alle sue capacità assorbenti e traspiranti, e riduce il rischio di sviluppare infezioni fungine, batteriche e di altra natura.

Un altro modo per alleviare il dolore causato dall’orchiepididimite è quello di usare impacchi di ghiaccio da mettere sui testicoli. Aiuterà a ridurre il gonfiore e renderà più veloce il processo di  guarigione, facendo diminuire la sensazione di malessere. È importante non applicare direttamente il ghiaccio sulla cute, per evitare di lederla. Se il dolore risulta insopportabile, è bene consultare il proprio medico per assumere, eventualmente, degli antidolorifici. È molto importante non decidere in maniera autonoma di assumere altri farmaci: in alcuni casi, anche se rari, potrebbero non essere compatibili con la cura antibiotica prescritta dal medico. Rivolgersi sempre al proprio medico curante è la soluzione migliore per evitare spiacevoli complicazioni che potrebbero compromettere la guarigione.

Prevenzione

Nel caso in cui il soggetto sia incline a sviluppare infezioni delle vie urinarie, si consiglia di evitare assunzione di alcolici e bevande gassate che potrebbero aumentare il rischio di infezioni. Anche il consumo eccessivo di caffè potrebbe influire su questi disturbi. Inoltre, la prima strategia preventiva per evitare di incorrere in spiacevoli inconvenienze sarà di utilizzare tutte le precauzioni utili nei rapporti sessuali, in modo da proteggere la propria salute e quella del proprio partner.