Nevo displastico: cause, sintomi e cura

Il nevo displastico è una tipologia di neo cutaneo atipico che può presentare un aspetto irregolare e che è considerato un possibile precursore del melanoma, una forma grave di cancro della pelle

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Carlotta Dell'Anna Misurale

Medico

Laureata in Medicina, appassionata di neurologia. Vanta esperienze in ricerca, con focus sui misteri del cervello e l'avanzamento scientifico.

Pubblicato: 12 Aprile 2024 10:11

Il nevo displastico è una lesione cutanea di natura intermedia fra i nevi benigni e i melanomi maligni. La terminologia “displastico” descrive un’anomala crescita cellulare e viene utilizzata per identificare quelle lesioni che, sebbene non evidenzino marcatori netti di malignità all’analisi microscopica, presentano caratteristiche che non permettono di classificarle come completamente benigne.

Tali lesioni richiedono una particolare attenzione clinica e, di norma, vengono rimosse chirurgicamente per prevenire un’eventuale evoluzione maligna. Il continuo avanzamento della ricerca scientifica ha consentito di affinare i criteri istologici che guidano la diagnosi di un nevo displastico.

Nevo displastico: cos’è

Il nevo displastico, noto anche come nevo melanocitico atipico o nevo di Clark, si distingue dai comuni nevi per le sue peculiarità morfologiche. Queste lesioni possono manifestarsi in qualunque regione cutanea, ma si osservano più frequentemente nel tronco.

È importante sottolineare che non vi è alcuna differenza sostanziale tra l’uso popolare dei termini “neo” e “nevi“; entrambi si riferiscono a formazioni cutanee che possono variare da normali variazioni pigmentarie a lesioni specifiche. Al contrario, il termine “nevo displastico” indica una condizione dermatologica particolare che, per le sue caratteristiche atipiche, si colloca in una posizione di rilievo nel panorama delle lesioni pigmentate della pelle.

Nevo displastico, nei e melanomi

I nei (o nevi) sono comuni lesioni cutanee, generalmente di colore marrone e di forma regolare e ben definita. Spesso, l’esposizione solare senza protezione può contribuire alla loro comparsa. Il melanoma, diversamente, è un tipo di cancro della pelle potenzialmente pericoloso, che si differenzia per la sua asimmetria, bordi irregolari e variazioni cromatiche.

I nevi displastici, o nei atipici, sono lesioni benigne che però assomigliano ai melanomi e indicano un rischio aumentato di sviluppare quest’ultimo. Un numero superiore a dieci nevi displastici può aumentare significativamente tale rischio.

Nevo displastico: la sindrome

La sindrome del nevo displastico si caratterizza per la presenza di un elevato numero di nevi comuni e atipici, che implicano un aumentato rischio di sviluppare il melanoma. Si parla specificatamente di questa sindrome quando si riscontrano: un’elevata quantità di nevi (cento o più), la presenza di nevi con un diametro di almeno 8 mm e la presenza di nevi atipici.

Il rischio di melanoma è ancor più elevato nelle persone con la sindrome familiare dei nevi atipici multipli e melanoma (FAMMM), dove vi è una storia familiare di melanoma.

Nevo displastico: caratteristiche

I nevi displastici si distinguono dai nevi comuni per le loro maggiori dimensioni e per caratteristiche simili a quelle del melanoma. Appaiono frequentemente su dorso, petto, addome e arti, anche in zone poco esposte al sole. L’evoluzione di queste lesioni include cambiamenti di dimensione e forma.

La superficie del nevo displastico è tipicamente eterogenea, con un centro spesso rilevato e margini piatti. Inoltre, la loro forma e aspetto possono variare considerevolmente da un nevo all’altro.

Cause e sintomi del nevo displastico

L’esposizione ai raggi UV senza adeguate protezioni solari e la predisposizione genetica sono tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di nevi displastici, soprattutto in persone con carnagione chiara.

I nevi displastici di solito non causano disturbi, ma possono a volte essere fonte di prurito o fastidio, specialmente se localizzati in zone soggette a frizione o pressione, come pieghe cutanee o aree frequentemente in contatto con indumenti. Queste sensazioni possono essere particolarmente evidenti nei nevi situati in aree come l’ascella, l’inguine, sotto il reggiseno o altri punti in cui gli indumenti possono causare attrito.

Valutazione clinica

La valutazione clinica dei nevi displastici si avvale della regola dell’ABCDE per identificare le caratteristiche che possono suggerire una natura atipica e quindi un rischio maggiore di evoluzione in melanoma:

  • A – Asimmetria: Un nevo normale è solitamente simmetrico. Se immaginiamo di dividere il nevo a metà, le due parti dovrebbero corrispondere in dimensioni e forma. Un nevo displastico spesso non è simmetrico, il che significa che le due metà non corrispondono.
  • B – Bordi: I contorni di un nevo displastico possono apparire sfumati, frastagliati o poco definiti, diversamente dai bordi lisci e regolari di un nevo comune.
  • C – Colore: Mentre un nevo tipico ha un colore uniforme, i nevi displastici possono presentare diverse tonalità di marrone, nero, rosso, blu o bianco all’interno della stessa lesione.
  • D – Diametro: Sebbene i nevi comuni siano generalmente più piccoli di 6 mm (circa le dimensioni di una gomma di matita), un nevo displastico può essere più grande.
  • E – Evoluzione o Elevazione: Ogni cambiamento in un nevo, come l’aumento delle dimensioni, la modificazione della forma, del colore, della superficie (da piatta ad elevata), o l’insorgenza di sintomi come il prurito, va valutato attentamente.

È importante notare che non tutte le lesioni con queste caratteristiche sono necessariamente nevi displastici o melanomi, ma la presenza di uno o più di questi aspetti è un buon motivo per consultare un dermatologo. Il professionista può decidere di eseguire una biopsia o rimuovere il nevo se lo considera sospetto. La rimozione consente l’esame istopatologico, che è il modo più preciso per determinare la natura della lesione.

Una valutazione medica è sempre raccomandata per un nevo che manifesti una rapida evoluzione di queste caratteristiche, che potrebbe indicare un maggiore rischio di melanoma. Inoltre, anche i nevi che rimangono invariati nel tempo dovrebbero essere sottoposti a controllo periodico, soprattutto se il paziente presenta un alto numero di nevi displastici o una storia familiare di melanoma.

Prevenzione del nevo displastico

La prevenzione è essenziale nella gestione dei nevi displastici e della salute cutanea in generale. Diverse strategie possono contribuire a ridurre il rischio di sviluppare nevi atipici e potenzialmente anche il rischio di melanoma. Queste includono evitare l’esposizione al sole nelle ore centrali della giornata, tra le 10 del mattino e le 16 del pomeriggio, quando i raggi UV sono più intensi.

È importante anche astenersi dall’utilizzo di lettini abbronzanti e cercare di limitare le abbronzature eccessive che possono danneggiare la pelle. La protezione si estende all’uso di occhiali da sole, cappelli a tesa larga e vestiti che coprano la maggior parte della pelle esposta. L’applicazione di filtri solari con alto fattore di protezione UVA e UVB è raccomandata quotidianamente, preferendo formule resistenti all’acqua.

La pelle va auto-esaminata regolarmente, almeno una volta al mese, per monitorare l’aspetto dei nei e riconoscere precocemente eventuali cambiamenti sospetti. In presenza di qualsiasi modifica nei nei esistenti o comparsa di nuove lesioni, è fondamentale consultare tempestivamente un dermatologo.

Cura in caso di nevo displastico

La diagnosi di nevo displastico avviene solitamente durante un controllo dermatologico, dove il medico può decidere di procedere con una biopsia per un esame istologico più dettagliato. Non tutti i nevi displastici richiedono una rimozione chirurgica; l’intervento è considerato specialmente nei casi in cui le lesioni presentano segni suggestivi di un possibile melanoma o modificazioni rilevanti, soprattutto dopo i 40 anni. Una volta confermata la diagnosi di nevo displastico, può essere utile raccogliere una dettagliata anamnesi familiare che includa la presenza di nevi atipici, melanomi e altri tumori della pelle.

Il follow-up dopo la diagnosi prevede controlli dermatologici periodici, integrati da un autoesame della pelle eseguito dal paziente ogni mese. È altresì consigliabile limitare ulteriormente l’esposizione solare, non solo per prevenire la trasformazione dei nevi esistenti ma anche per ridurre il rischio di sviluppare nuovi nevi.

Nevo displastico e sviluppo del melanoma

La presenza di nevi displastici è considerata un indicatore di maggior rischio di sviluppare il melanoma, pertanto la vigilanza è essenziale. In caso di variazioni di questi nei, quali prurito, dolore, sanguinamento, innalzamento sopra la superficie cutanea, formazione di croste, gonfiore, ulcerazioni, cambiamento di colore verso tonalità blu-nerastre o la comparsa di liquido essudativo, è cruciale consultare un dermatologo senza indugi.

La letteratura scientifica rileva che individui con nevi displastici o con storia familiare di melanoma sono più suscettibili a sviluppare un melanoma in età giovane. La diagnosi precoce del melanoma è vitale, poiché se diagnosticato in fase iniziale, è spesso trattabile e ha un’ottima probabilità di guarigione con la rimozione tempestiva della lesione. Se non trattato, il melanoma può evolvere rapidamente e formare metastasi, che rappresentano una minaccia significativa alla vita del paziente.

La distinzione tra un melanoma e un nevo displastico in fase iniziale può essere complicata. In queste circostanze, il dermatologo può decidere di rimuovere una parte o l’intera lesione per condurre un esame istologico approfondito che ne determini la natura. La dermatoscopia è un’altra tecnica diagnostica utile che permette di osservare i nei ingranditi e di esaminarne dettagliatamente le strutture interne non visibili ad occhio nudo.

La prevenzione attraverso la protezione solare, l’autosorveglianza regolare della pelle e la consultazione periodica con uno specialista sono strategie fondamentali per la gestione dei nevi displastici e per la rilevazione precoce del melanoma.

Fonti bibliografiche: