Il tumore polmonare a piccole cellule, chiamato anche microcitoma, si chiama così per le ridotte dimensioni della lesione primitiva e rappresenta la forma più aggressiva di tumore in questa sede. Viene anche chiamato “a chicco d’avena” per la particolare conformazione microscopica delle cellule che lo determinano. Rappresenta mediamente il 15 per cento del totale dei tumori polmonari.
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Come si comporta e chi rischia di più
Il carcinoma polmonare a piccole cellule è estremamente temibile, sia perché si propaga più velocemente dell’adenocarcinoma (la forma più diffusa, responsabile di oltre l’80 per cento dei casi di tumore), sia perché cresce molto rapidamente, pur mantenendo dimensioni ridotte. Per questo al momento della diagnosi le cellule tumorali si possono essere già diffuse.
Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di questa forma tumorale. L’infiammazione indotta dal fumo e la presenza di elementi tossici (cancerogeni e cocancerogeni) facilita infatti la trasformazione di cellule sane in cellule tumorali. Anche il fumo passivo e l’esposizione ad asbesto (cioè alle particelle di amianto) e radon aumentano i rischi.
Come si manifesta e si affronta
Spesso il microcitoma viene individuato per caso, senza che abbia dato sintomi ritenuti significativi dal fumatore. Vanno tuttavia tenuti in considerazione alcuni sintomi come una tosse che non si risolve, la presenza di sangue nell’espettorato, la perdita di appetito, l’eccessiva stanchezza e un calo di peso inspiegabile.
La diagnosi precoce di microcitoma è molto difficile. Spesso infatti le comuni radiografie non identificano il nodulo polmonare che può apparire sulla lastra. Molto più utili per definire le caratteristiche del tumore sono la ricerca di cellule alterate nell’espettorato e la broncoscopia, test invasivo che sfruttando un tubicino flessibile dotato di una telecamera permette di visualizzare direttamente la lesione tumorale nell’albero bronchiale.
La prognosi
Per le caratteristiche intrinseche di questa forma tumorale la prognosi è spesso infausta. In ogni caso il tumore appare maggiormente trattabile quando non sono ancora entrate nel circolo sanguigno cellule malate nei pazienti che presentano buone condizioni generali di salute. Esiste un esame che può indicare indirettamente la riproduzione di cellule tumorali: è la rilevazione di livelli elevati di LDH (un enzima prodotto dalle cellule).