Influenza ma non solo: quali vaccini per le donne in gravidanza

Quando è raccomandata la vaccinazione anti-influenzale in gravidanza e le malattie da cui è bene proteggersi

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 24 Ottobre 2019 13:26

Negli ultimi giorni, si è parlato molto dell’importanza della vaccinazione per l’influenza, vista anche la comparsa di un primo caso grave di infezione in una persona di circa 50 anni senza particolari fattori di rischio.

Il dato mette in guardia soprattutto per la sua precocità, che segnala come i virus influenzali possano già circolare anche da noi. Per le donne in gravidanza, il Piano Nazionale per la Prevenzione Vaccinale 2017-2019 segnala l’importanza di procedere con la profilassi.

Ma più in generale, sono diverse le malattie prevenibili con vaccinazione che possono avere impatto sulla salute della gestante e del feto. Alcune possono essere praticate durante i nove mesi, come appunto quella per l’influenza, altre andrebbero fatte prima di iniziare la dolce attesa ed altre ancora, infine, non vanno fatte in questo periodo.

Vaccinazione anti-influenzale

Ecco, in sintesi, alcuni consigli partendo proprio dall’influenza. La vaccinazione anti-influenzale è raccomandata e offerta gratuitamente alle donne che all’inizio della stagione epidemica dell’influenza si trovino nel secondo o terzo trimestre di gravidanza. Il motivo? Quando si viene colpiti dall’infezione crescono i rischi di essere ricoverati ed altri problemi, ma soprattutto con il vaccino durante la gravidanza si favorisce la protezione del neonato, visto che non esistono vaccini approvati per i piccoli sotto i sei mesi di età. In questo senso, grazie al passaggio di anticorpi per via materna, si offrono al piccolo “difese” utili in caso di contatto con il virus.

A cosa pensare prima dei nove mesi

Si parla molto del morbillo in questo periodo e per la donna che intende iniziare la gravidanza è importante essere protetta nei confronti dell’infezione, o perché ha contratto la malattia o attraverso il vaccino. Se si contrae il morbillo durante i nove mesi infatti, stando ai dati scientifici, si rischiano di più alcune complicazioni come aborto spontaneo e parto pretermine, specie se l’infezione prende il via nei primi mesi di gravidanza.

Ovviamente, poi, occorre anche premunirsi nei confronti della rosolia, particolarmente temibile soprattutto se la madre contrae l’infezione nel primo trimestre: infatti, più precoce è l’infezione, maggiore è il rischio di danno sull’embrione o sul feto.

Purtroppo l’Italia, in questo ambito, non è proprio un esempio da citare visto che non è tra gli 80 Paesi che hanno eliminato la circolazione della malattia. Anzi: siamo in coda, in Europa, per la prevenzione, trovandoci nel gruppo dei Paesi con il più alto numero di contagi. Il tutto mentre, a livello globale, tre bambini su 10 non sono protetti nei confronti di un virus che, se contratto in gravidanza, può esser trasmesso al feto con gravissime conseguenze, quali aborto spontaneo, morte alla nascita e disabilità permanenti. Infine la parotite, se contratta nel primo trimestre, non ha effetti sul feto ma può comportare un maggior rischio di aborto spontaneo.

Ultimo capitolo da ricordare: riflettete, prima di programmare la gravidanza, sull’immunizzazione naturale o vaccinale nei confronti della varicella che può portare problemi sia alla mamma che al feto.

Quali vaccini in gravidanza?

Prima di tutto occorre ricordare che alcuni vaccini, al momento, non hanno dimostrato rischio per il feto pur se contengono microrganismi inattivati o tossoide. A fronte di questo dato, ci sono però le opportunità di “passare” al neonato anticorpi protettivi, visto che nelle prime settimane l’apparato difensivo del neonato non ha difese specifiche. Il passaggio di anticorpi attraverso la placenta è un processo selettivo, attivo e intracellulare, che inizia intorno al quarto mese e poi aumenta, fino alla fine della gravidanza, con le immunoglobuline G del feto che possono essere anche più elevate di quelle della mamma.

Oltre alla vaccinazione influenzale, quindi, il ginecologo può consigliare la profilassi per difterite, tetano e pertosse in base alle condizioni della gestante. L’ultima malattia, nota anche come tosse asinina, può essere molto pericolosa per il neonato che addirittura può anche essere infettato in modo ovviamente involontario dalla madre. Vaccinare la gestante nel terzo trimestre di gravidanza può aiutare la produzione di anticorpi specifici sufficienti e il conseguente passaggio attraverso la placenta.

Cosa è meglio evitare

Ultimo consiglio. Durante i nove mesi sono controindicati i vaccini che contengono virus vivi ed attenuati, come ad esempio quelle per morbillo, parotite e rosolia. Per questo si consiglia di “pensarci prima”. Il ginecologo, il pediatra che seguirà il bambino e lo specialista in igiene possono dare tutte le informazioni necessarie per non “sbagliare” nella protezione della donna e del futuro bebè.