Infezione da Covid, arterie invecchiate anche di 5 anni: rischiano soprattutto le donne

Uno studio dimostra che l'infezione da Covid aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, come ictus e infarti, accelerando l'invecchiamento delle arterie

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Quando si parla di invecchiamento, si mettono in luce tanti diversi aspetti che possono interferire sul processo di senescenza dell’organismo, spostando l’età biologica rispetto a quella anagrafica. Sicuramente conta la genetica, ma un ruolo fondamentale lo giocano le buone abitudini, dal controllo del peso alla sana alimentazione fino all’attività fisica regolare. E poi, possono esistere fattori cui spesso non si pensa, ma capaci comunque di influire sul percorso di invecchiamento.

Volete un esempio? Pensate all’infezione da Sars-CoV-2, quella che provoca Covid-19. Secondo una ricerca pubblicata su European Heart Journal, rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC), il quadro clinico potrebbe portare ad un’accelerazione del processo di senescenza dei vasi sanguigni di circa cinque anni. Insomma: Covid potrebbe favorire l’invecchiamento cardiovascolare precoce, con arterie più vecchie dell’età cronologica e maggior suscettibilità ad infarti, ictus ed altri malanni. Il tutto, con una specificità di genere: a rischio sarebbero soprattutto le donne.

Verso una diagnosi precoce

Che l’infezione da Sars-CoV-2 possa influire sulla circolazione è risaputo. Ma questo nuovo studio aggiunge un tassello importanti sugli effetti del virus per capire quanto e come i vasi sanguigni possono risentire a distanza dell’infezione, come spiega in una nota la coordinatrice della ricerca Rosa Maria Bruno dell’Université Paris Cité.

E soprattutto per capire come esistano differenze di genere, con particolare impatto di questo processo di senescenza accelerato delle arterie nelle donne. Le osservazioni sono importanti considerando che normalmente i vasi sanguigni diventano gradualmente più rigidi con l’età, ma che appunto Covid potrebbe rendere più rapido questo processo. E considerando che la rigidità vasale è uno dei possibili fattori di rischio per ictus, infarti ed altre patologie, capire cosa accade può essere di grande importanza.

Particolare attenzione, secondo gli esperti, va portata per il long-Covid. Lo spiega la stessa studiosa nella nota della società scientifica (ESC).”Dall’inizio della pandemia, abbiamo appreso che molte persone che hanno avuto il Covid presentano sintomi che possono durare mesi o addirittura anni.

Tuttavia, stiamo ancora imparando cosa accade nell’organismo per creare questi sintomi. Sappiamo che il Covid può influenzare direttamente i vasi sanguigni. Riteniamo che questo possa causare quello che chiamiamo invecchiamento vascolare precoce, il che significa che i vasi sanguigni sono più vecchi dell’età cronologica e si è più suscettibili alle malattie cardiache. Se ciò accade, dobbiamo identificare precocemente chi è a rischio per prevenire infarti e ictus”.

Cosa ha previsto la ricerca

Lo studio ha coinvolto 2.390 persone provenienti da 16 paesi diversi (Austria, Australia, Brasile, Canada, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Messico, Norvegia, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti), reclutate tra settembre 2020 e febbraio 2022.

I pazienti sono stati suddivisi in base al fatto che non avessero mai avuto il Covid, avessero avuto un Covid recente ma non fossero stati ricoverati in ospedale, fossero stati ricoverati per Covid in un reparto di medicina generale o fossero stati ricoverati per Covid in un’unità di terapia intensiva.

I ricercatori hanno valutato l’età vascolare di ogni persona con un dispositivo che misura la velocità con cui un’onda di pressione sanguigna si propaga tra l’arteria carotide (nel collo) e le arterie femorali (nelle gambe), ovvero la velocità dell’onda di polso carotideo-femorale. Maggiore è questo valore, maggiore è la rigidità dei vasi sanguigni e maggiore è l’età vascolare di una persona.

Le misurazioni sono state effettuate sei mesi dopo l’infezione da Covid e di nuovo dopo 12 mesi. I ricercatori hanno anche registrato informazioni demografiche come sesso, età e altri fattori che possono influenzare le condizioni cardiovascolari del paziente. Dopo aver preso in considerazione questi fattori, i ricercatori hanno scoperto che tutti e tre i gruppi di pazienti infettati dal Covid, compresi quelli con Covid lieve, presentavano arterie più rigide rispetto a quelli non infettati.

L’effetto è stato maggiore nelle donne rispetto agli uomini e nelle persone che presentavano i sintomi persistenti del long-Covid, come mancanza di respiro e affaticamento. L’aumento medio della velocità dell’onda di polso nelle donne con Covid lieve è stato di 0,55 metri al secondo, di 0,60 nelle donne ricoverate in ospedale con Covid e di 1,09 per le donne trattate in terapia intensiva.

I ricercatori affermano che un aumento di circa 0,5 metri al secondo è “clinicamente rilevante” ed equivalente a un invecchiamento di circa cinque anni, con un aumento del 3% del rischio di malattie cardiovascolari, in una donna di 60 anni. Ultimo dato: le persone vaccinate contro il Covid avevano generalmente arterie meno rigide rispetto alle persone non vaccinate. A lungo termine, l’invecchiamento vascolare associato all’infezione da Covid sembrava stabilizzarsi o migliorare leggermente.

Rischio al femminile?

Nella nota dell’ESC la Bruno spiega come esistano potenziali differenze nella risposta all’infezione tra uomini e donne. Se in termini generali il virus stimolando l’infiammazione ed agendo su particolari recettori presenti sui vasi può agire sulla funzione delle arterie, oltre ad avere un’azione sul sistema immunitario, per la donna proprio quest’ultimo aspetto potrebbe spiegare il maggior rischio di invecchiamento vascolare.

Le donne sviluppano una risposta immunitaria più rapida e robusta, che può proteggerle dalle infezioni. Tuttavia, questa stessa risposta può anche aumentare il danno ai vasi sanguigni dopo l’infezione iniziale. Importante, in ogni caso, è monitorare la situazione. e scoprire chi è più a rischio, con arterie più “anziane” rispetto a quanto si legge sulla carta d’identità. Per una prevenzione davvero su misura!

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.