La Gardnerella vaginalis è batterio gram positivo spesso responsabile di infezioni vaginali (vaginosi). È un potenziale patogeno che può causare gravi danni alla mucosa vaginale nel caso in cui venga stravolto il normale pH vaginale (fattore di sicurezza e di controllo verso potenziali patogeni) sostenuto dai lattobacilli, fisiologicamente presenti nella normale flora vaginale. Quando questi ultimi si riducono, il pH vaginale si innalza rendendo la mucosa vaginale terreno fertile alla Gardnerella capace così attecchire, riprodursi in modo incontrollato e dare origine a vaginosi.
Tuttavia, studi recenti hanno scoperto che Gardnerella non è esclusivamente un batterio “cattivo” e talvolta è presente fisiologicamente per contribuire al mantenimento del pH equilibrato. Tuttavia, un eccesso di questo batterio dovrebbe essere considerato patologico.
Come per tutto ciò che riguarda la salute, solo una visita specialistica è in grado di confermare o meno la presenza di questa infezione, che è molto frequente e non va sottovalutata.
Indice
Come si diagnostica la Gardnerella
La diagnosi della Gardnerella nella donna si basa sull’esame obiettivo ginecologico e su alcune tecniche ed esami di laboratorio. Il primo segno che la paziente riferisce è nella maggior parte dei casi è riconducibile alla presenza di perdite vaginali dal caratteristico odore di pesce.
Il ginecologo può effettuare il fishy odor test (test dell’odore di pesce), che prevede l’applicazione di una goccia di idrossido di potassio al 10% in contatto col secreto vaginale, con lo scopo di liberare l’odore pungente tipico di un’infezione da Gardnerella.
Inoltre per ottenere un ulteriore conferma nella diagnosi, il ginecologo può prelevare con un tampone alcune cellule desquamate e verificare quindi al microscopio la presenza del batterio, di solito abbondante, analizzando in particolare le “clue cells” (ovvero “cellule indizio” che al microscopio appaiono ricoperte da batteri). Prelevando uno striscio vaginale è possibile quindi effettuare:
- un’analisi microscopica, in grado di identificare le cellule coperte di batteri che hanno caratteristiche ben precise e diverse dalle altre
- una misurazione del pH vaginalesuperiore al normale valore (da 3,8 a 4.5)
- colorazione di Gram al microscopio
Per avere certezza di essere affette da vaginosi da Gardnerella, è quindi opportuno richiedere una visita dal medico ginecologo, che valuterà se si tratta di questo tipo di infezione o di un altro problema, ad esempio dalla candida.
Sintomi della Gardnerella
Può capitare che un’infezione da Gardnerella sia asintomatica (soprattutto negli uomini portatori del batterio e nel 30% delle donne nelle quali è stanziato nella normale flora microbica).
In tal caso spesso non occorre nemmeno procedere con una terapia specifica, ma ci sono dei casi in cui si presentano dei sintomi abbastanza franchi quali:
- secrezioni maleodoranti bianco-grigiastre, specie se poste a contatto con soluzioni alcaline (quali il normale sapone) con una consistenza particolarmente densa, che aumentano in prossimità del ciclo mestruale;
- sensazione di bruciore più o meno intenso, associato alla minzione, che potrebbe essere confusa con una cistite;
- irritazione e prurito intimo, soprattutto in associazione a biancheria eccessivamente stretta o dopo un rapporto sessuale;
- dolore durante i rapporti sessuali.
Alla presenza di uno o più sintomi di questi tipo, è necessario avvisare il proprio ginecologo così che possa effettuare una diagnosi tempestiva e corretta.
Gardnerella in gravidanza
La Gardnerella può svilupparsi in gravidanza. Le donne che ne sono affette si rivelano essere più a rischio di parto prematuro oppure di avere bambini con basso peso alla nascita (sotto 2,5 kg). Questo può avvenire perché, se non viene curata, la vaginosi batterica produce una tale proliferazione della Gardnerella e conseguente riduzione della quantità di lattobacilli, tale da poter lesionare le membrane amniotiche e determinarne la rottura.
Sarebbe buona regola che donne che abbiano avuto una storia di parto prematuro o un bambino con basso peso alla nascita facciano una ricerca per infezione da Gardnerella nel corso delle successive gravidanze
Come si cura la Gardnerella in gravidanza? Le donne in gravidanza, con o senza sintomi, a rischio di parto pretermine devono assumere antibiotici per bocca o in crema o ovuli per applicazione locale, con modalità differenti di somministrazione (e dosi diverse) in base anche al trimestre della gestazione in cui si trova la paziente.
Più frequentemente vengono consigliati gli riequilibratori dell’ecosistema perchè, oltre ad avere minori effetti collaterali ed essere più sicuri rispetto agli antibiotici in gravidanza, invece di aggredire il battere della Gardnerella, favoriscono la proliferazione di lattobacilli che a loro volta inibiscono la proliferazione dell’infezione ripristinando il fisiologico e corretto pH del microbioma vaginale.
Cause della Gardnerella
La causa più comune della Gardnerella è la trasmissione sessuale: il rischio di sviluppare una vaginosi batterica aumenta infatti all’aumentare della frequenza e della promiscuità sessuale, senza dimenticare che il pH leggermente alcalino (7,4-7,6) dello sperma diminuisce l’acidità vaginale incentivando la proliferazione dei patogeni. Ci sono però anche altre cause. Fra i fattori di rischio più significativi rientrano:
- scarsa igiene intima o igiene intima scorretta (ad esempio, eccessivo uso di lavande o uso di deodoranti o saponi aggressivi per le zone intime);
- il fumo di sigaretta è stato associato ad un aumento del rischio di vaginosi batterica;
- uso di contraccettivi meccanici, come la spirale;
- uso di farmaci antibiotici: l’uso prolungato o inappropriato di antibiotici può disturbare l’equilibrio del microbiota vaginale, favorendo la crescita di batteri patogeni (antibiotici possono indebolire i lattobacilli);
- predisposizione genetica.
Sebbene la maggior parte dei fattori di rischio della Gardnerella sia legata ad un’attività sessuale in corso, anche le donne che non hanno mai avuto rapporti vaginali possono sviluppare una vaginosi batterica.
Farmaci per contrastare la Gardnerella
La Gardnerella solitamente è un tipo di infezione che può essere curata in poco tempo, ma non bisogna sottovalutare il problema prevedendone una risoluzione rapida e senza farmaci poichè esistono numerosi fattori di rischio nel trascurare una vaginosi da Gardnerella. Questa infatti, a lungo andare, può diventare cronica o degenerare nella malattia infiammatoria pelvica che può portare anche alla sterilità.
La cura della Gardnerella prevede la somministrazione di farmaci antibiotici, solitamente a livello locale (creme o ovuli). I principi attivi maggiormente utilizzati nei prodotti per contrastare la Gardnerella sono:
- il metronidazolo, disponibile in formulazioni per uso vaginale (soluzioni, gel, creme e ovuli) e in formulazioni assumibili per via orale (capsule) – da non utilizzare durante la gravidanza;
- la clindamicina, generalmente utilizzata per via topica (ovuli e creme vaginali).
Insieme all’uso di farmaci antibiotici, è comune che il medico suggerisca il ricorso a lavande vaginali a tenore acido, che la donna deve effettuare in particolare al termine dei rapporti sessuali e dopo la fine del flusso mestruale.
Se necessario, il medico può anche suggerire e preferire una terapia farmacologica orale. La scelta tra una terapia o un’altra si basa esclusivamente dal parere del medico in base al caso specifico da trattare.
Oltre all’assunzione di antibiotici per debellare l’infezione batterica, il medico può prescrivere farmaci a base di agenti acidificanti che hanno l’obiettivo di ripristinare il normale pH vaginale che con una Gardnerella in corso si trova ad essere superiore al normale (tendente al basico) in presenza di infezioni batteriche. Infine, per ristabilire la flora batterica vaginale può essere utile l’assunzione di probiotici, per bocca o per via locale.
Per quanto riguarda gli uomini, anche se nella maggior parte dei casi risulta asintomatica, in caso di diagnosi certa di Gardnerella il trattamento è pressoché lo stesso utilizzato nelle donne e non è insolito ricorrere alla somministrazione di farmaci per uso topico. Infatti alcuni ginecologi ritengono utile procedere a trattamenti specifici contro la Gardnerella anche per il partner della paziente, per evitare la comparsa di recidive dell’infezione.
Come fare prevenzione sulla Gardnerella
La miglior cura per la Gardnerella è fare prevenzione: è necessario adottare misure igienico-comportamentali adeguate, usando metodi contraccettivi a barriera ed effettuando lavande vaginali interne solo quando strettamente necessario sono le principali linee guida per prevenire questa spiacevole infezione batterica.
Nello specifico ecco cosa è opportuno fare per evitare la comparsa di una Gardnerella:
- detergere correttamente le zone intime, usando un sapone a pH fisiologico (4 o 5) e limitando deodoranti intimi e lavande interne;
- evitare di indossare biancheria intima sintetica, quindi jeans e pantaloni troppo stretti, poiché trattengono umidità e calore. Il continuo sfregamento dell’indumento contro i genitali può causare irritazioni locali, ecco perchè è meglio scegliere il cotone;
- utilizzare sempre il preservativo nei rapporti sessuali occasionali;
- evitare l’utilizzo comune di asciugamani e biancheria intima;
- evitare di indossare a lungo il costume da bagno umido;
- seguire una dieta sana ed equilibrata riducendo dolci e zuccheri semplici;
- assicurarsi di utilizzare gli antibiotici solo quando necessario e seguendo sempre le indicazioni del medico
- evitare il fumo;
- le visite ginecologiche regolari possono contribuire a individuare precocemente eventuali segni di vaginosi batterica e ad affrontarli prontamente.
Ci sono alcuni casi in cui la vaginosi batterica tende a recidivare: le ricadute avvengono quando si verifica una difficoltà a ristabilire il normale ambiente vaginale in maniera autonoma dopo la terapia. In questi casi la prevenzione è fondamentale per evitare recidive.
Per quanto riguarda le donne in gravidanza, un ruolo importante nella prevenzione ce l’ha la vitamina D. In gravidanza la sua carenza triplica il rischio di vaginosi batterica, quindi bisogna misurarne i valori con un esame del sangue e, se è insufficiente (ossia inferiore a 30 ng/ml), si procede ad utilizzare un integratore, con un giusto apporto (quotidiano, settimanale o mensile). Tenere sotto controllo il livello di vitamina D consente di evitare pesanti rischi ostetrici e neonatali e vaginosi batteriche.
Infine, anche i probiotici possono aiutare a contrastare la Gardnerella perchè, se utilizzati in gravidanza, dovrebbero permettere di ripristinare la flora batterica vaginale “amica”, attraverso l’applicazione in vagina di preparati contenenti lattobacilli, sotto forma di ovuli o tavolette.
Fonti bibliografiche:
- Cleveland Clinic, Gardnerella Vaginalis
- Norah Kairys,Karen Carlson, Manish Garg, Gardnerella Vaginalis