Epilessia fotosensibile, cos’è e come si manifesta

Il disturbo si sviluppa in seguito a stimolazioni luminose di tipo intermittente: bambini e adolescenti tra i soggetti più a rischio

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Qualche tempo fa, si parlava di film che in alcuni punti, visto il sovrapporsi di giochi di luce avrebbero potuto creare reazioni in persone predisposte. Più in generale, comunque, anche luci particolarmente intense, intermittenti o eccessivamente brillanti, come si possono osservare per le strade in queste feste di Natale, potrebbero dare il via a forme di epilessia fotosensibile in soggetti predisposti. Ed occorre fare attenzione. Questa particolare condizione neurologica di solito compare in età infantile e adolescenziale, interessando una piccola percentuale delle persone con epilessia.

Cosa succede?

A rischio, seppur di poco, sono soprattutto le ragazze. Ma va detto che i giovani tendono ad avere più frequentemente piccole manifestazioni del quadro, anche perché si trovano più spesso esposti a potenziali fattori scatenanti in senso luminoso, come i videogiochi. In ogni caso è vero che, seppure molto raramente, luci intermittenti o troppo brillanti come quelle presenti nelle discoteche o che addobbano le strade in questi giorni natalizi, luci lampeggianti su auto della polizia, camion dei pompieri e ambulanze, visione di immagini dai colori troppo intensi e cangianti attraverso schermi TV e di altro tipo, effetti speciali in ​​film e videogiochi, ma anche fotocamere con flash ripetuti e fuochi d’artificio potrebbero essere in grado di scatenare crisi epilettiche in persone con epilessia fotosensibile. E non pensate solo alle luci artificiali, come hanno ricordato qualche tempo fa gli esperti della Lega Italiana Contro l’Epilessia (Lica). Anche alcune stimolazioni luminose intermittenti presenti in natura (per esempio durante il passaggio lungo un viale alberato con sole radente, il riflesso del sole sull’acqua o sulla neve, ecc.) o negli ambienti in cui si soggiorna possono comportare l’insorgenza di crisi epilettiche nei pazienti con fotosensibilità.

Attenzione ai videogiochi

Il problema dei segni che possono comparire dopo esposizione a videogiochi secondo gli esperti va proprio attribuito alla cosiddetta fotosensibilità. In pratica siamo di fronte a una particolare sensibilità alle luci intermittenti, per cui chi ne è affetto può presentare crisi convulsive se si espone a tali stimoli. La fotosensibilità, presente come predisposizione genetica nell’uno per cento della popolazione, si manifesta più facilmente nel periodo puberale e adolescenziale. Cioè proprio nella fascia di età in cui maggiore è l’esposizione ai videogiochi. Anche se non lo percepiamo, lo schermo televisivo emette una luce intermittente; la sensibilità aumenta avvicinandosi allo schermo e con la ripetuta esposizione agli stimoli. Anche se le crisi scatenate dai videogiochi non riconoscono solo questo meccanismo, è probabile che la fotosensibilità sia comunque uno dei fattori causali più importanti.

Si può sapere se si è fotosensibili

Sempre dagli esperti, cercando di trovare una risposta alle domande dei genitori dei bambini e dei ragazzi con epilessia, si ricorda che la possibilità che si verifichino manifestazioni della patologia in seguito a stimoli luminosi viene valutata quando si esegue l’Elettroencefalogramma (EEG). Se si accerta la presenza del quadro, l’assunzione dei farmaci antiepilettici, fondamentali per il controllo delle crisi, unita alla conoscenza delle cause scatenanti e alla conseguente adozione di precisi accorgimenti, si rivela di fondamentale importanza per contenere il fenomeno della fotosensibilità. Ovviamente limitare i rischi si può cercando di ridurre in prevenzione le possibili fonti luminose che potrebbero scatenare il quadro. Ma in caso di esposizione a un fattore di rischio conviene che il bimbo/giovane indossi occhiali protettivi dotati di speciali lenti colorate o almeno che nella visione di stimoli luminosi intermittenti si copra con la mano un occhio e allontani immediatamente lo sguardo dalla fonte del disturbo.