Cosa mangiare e bere per evitare rischi nelle gite di fine estate

Intossicazioni, congestioni, blocco della digestione: come evitare questi spiacevoli inconvenienti coi cibi e le bevande giuste

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Stando a quanto riportano alcune ipotesi, l’imperatore Federico Barbarossa è stato vittima di una sorta di congestione dopo un pranzo abbondante e un bagno nelle fredde acque del fiume Saleph.

Stiamo parlando di ipotesi, anche perché la scienza tende a non parlare di congestione. Ma in ogni caso questo breve racconto riporta alla mente l’attenzione che dobbiamo avere per le nostre abitudini estive e soprattutto per la scelta degli alimenti e per la loro sicurezza. Anche nei weekend di fine estate o comunque, per i più fortunati, nelle ferie che stanno arrivando.

Come comportarsi? Ecco qualche consiglio che arriva dagli esperti di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed endoscopisti digestivi.

Attenzione all’acqua di mare, fiume e lago

L’aumento della temperatura esterna e il cambiamento delle abitudini (viaggi, pasti irregolari, consumo maggiore di cibi crudi o speziati) possono alterare la sensibilità e la regolarità gastrointestinale, oltre che la composizione della sua flora (oggi più correttamente chiamata microbiota), a volte anche in modo rapido, con la possibile insorgenza di disturbi come rallentamento della digestione, gonfiore o dolore addominale.

Le temperature elevate, inoltre, facilitano la proliferazione batterica negli alimenti conservati male, aumentando il rischio di tossinfezioni alimentari.

“Esiste poi il tema, più balneare che scientifico, della cosiddetta “congestione” – spiega Elena Zucchi specialista in Gastroenterologia presso il Presidio Ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine e componente della Commissione di Neuro-Gastroenterologia di AIGO – uno squilibrio della circolazione sanguigna più evidente durante la digestione e determinato da un improvviso sbalzo termico che provoca riduzione del flusso sanguigno all’apparato digerente; a seguito di ciò si determina un rallentamento o un blocco della digestione legato al calo della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa che può provocare nausea, vomito o dolore addominale. Quando associata a un’immersione improvvisa in mare o in acque fredde si può avere un rischio alto di perdita di coscienza (sincope)”.  Insomma, più che di congestione occorre parlare di risposta fisiologica allo shock da immersione.

Cosa bere

Partiamo dal bere. Secondo gli esperti una corretta idratazione mantiene un adeguato volume plasmatico. Quindi come prima cosa è consigliato bere 1,5-2 litri di acqua al giorno (per una persona di media corporatura, non troppo esposta al calore o ad attività fisica intensa) evitando alcolici e bevande zuccherate. Naturalmente in caso di sudorazione abbondante bisogna aumentare la quantità di acqua assunta.

È buona norma frazionare l’introduzione di liquidi durante la giornata evitando di ingerire all’improvviso grandi volumi di acqua, soprattutto se troppo fredda, se il clima è molto caldo e prima di immergersi. L’assunzione di liquidi freddi immediatamente prima dell’immersione può intensificare la congestione. Conviene anche evitare alcol e caffeina che possono influenzare la regolazione della circolazione sanguigna con effetti potenzialmente disidratanti.

Cosa mangiare

L’eccesso di zuccheri semplici (gelati, bibite zuccherate, dolciumi in genere) può causare gonfiore e fastidio addominale, specie nei soggetti con colon irritabile e predisporre a malesseri in caso di immersione in mare o in altre acque.  Il consumo di pasti leggeri, piccoli e regolari riduce il carico digestivo.

Occorre prediligere alimenti facilmente digeribili a basso contenuto di grassi e proteine (ad esempio pane tostato, cereali, frutta e verdura, pesce, carni bianche, latticini magri come yogurt e parmigiano stagionato se tollerati) e utilizzare modalità di cottura alla piastra o al vapore promuovono una digestione rapida ed efficiente. L’eccesso di sale promuove la disidratazione e che ne sono ricchi gli snack pronti.

È necessario evitare pasti abbondanti soprattutto nelle ore più calde, al fine di prevenire disturbi come il reflusso gastroesofageo e la sovradistensione gastrica, e moderare il consumo di cibi grassi o troppo speziati che possono rallentare lo svuotamento gastrico o avere un effetto irritante. Alimenti ricchi di lipidi (fritti, salumi, formaggi) e proteine animali (carne, soprattutto rossa) o intingoli (cottura in umido o con molti grassi) rallentano lo svuotamento gastrico e richiedono un elevato flusso sanguigno verso l’apparato digestivo per un tempo prolungato.

Al contrario, un maggiore consumo di vegetali freschi può avere un effetto benefico, grazie all’aumento dell’assunzione di fibre solubili (quali ad esempio pectina, inulina, beta-d-glucano) e acqua, che migliorano il transito intestinale e la sua regolarità. Ad esempio, è ricca di fibre solubili la polpa di mele, pere, banane, così come lo sono i frutti di bosco, le prugne, l’avena, la cicoria e le carote. Si possono consumare anche legumi decorticati (senza buccia) quali fagioli, lenticchie, ceci e piselli.

Catena del freddo e movimento

Per evitare rischi di intossicazione non abbandoniamo la buona abitudine di lavare con cura frutta e verdura, ponendo attenzione a non interrompere la catena del freddo per gli alimenti freschi e surgelati. Bisogna assicurarsi che carne, pollame, pesce e uova siano cotti a temperature adeguate ad eliminare i batteri.

Altrettanto importante è controllare sempre la data di scadenza ed evitare inoltre alimenti con odori sgradevoli, muffa o che si presentano con alterazioni di colore o consistenza.

“Per quanto riguarda lo stile di vita, anche l’attività fisica moderata ha un impatto sul sistema digerente, poiché migliora la motilità intestinale, ma va calibrata in base alle condizioni ambientali – conclude l’esperta. L’esercizio fisico ad alte temperature o dopo pasti abbondanti può peggiorare il reflusso gastroesofageo o causare crampi gastrointestinali. È bene quindi fare movimento nelle ore più fresche e a stomaco vuoto ricordiamoci che dopo un pasto abbondante è meglio far passare un po’ di tempo prima di svolgere attività fisica o balneare intense e che la moderazione è sempre amica fidata della salute”.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.