Congiuntivite allergica: come riconoscerla e curarla

La congiuntivite allergica è un'infiammazione della congiuntiva causata da reazioni allergiche a sostanze come polline, polvere o peli di animali, caratterizzata da prurito, arrossamento, lacrimazione e gonfiore degli occhi

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Per congiuntivite allergica si intende un processo infiammatorio che coinvolge la congiuntiva, effetto di un qualsiasi allergene, sia chimico che naturale. Questo tipo di allergia interessa più o meno il 20% delle allergie totali, divenendo probabilmente la più comune reazione di tipo I (reazioni di ipersensibilità immediata, che si sviluppano entro un’ora dall’esposizione all’antigene).

Malgrado sia così diffusa non esiste un farmaco in grado di curarla: è possibile prevenire la congiuntivite allergica con specifiche misure igienico comportamentali. Ciò che è possibile fare, in caso di reazioni particolarmente violente o fastidiose, è alleviarne i sintomi con farmaci appositi come antistaminici o corticosteroidei.

Cos’è la congiuntivite allergica

La congiuntivite allergica è un’infiammazione congiuntivale acuta, può essere sia intermittente che cronica. La causa, di solito, è la presenza di specifici allergeni nell’aria, per cui il nostro corpo avrà una reazione di ipersensibilità. I sintomi sono, ovviamente, circoscritti all’occhio, anche se non si esclude che ci possano essere altre reazioni causate da determinati allergeni, come riniti allergiche, e sono:

  • prurito
  • lacrimazione
  • secrezioni
  • iperemia congiuntivale

Come tutte le forme allergiche, anche questo tipo di congiuntivite è una reazione anomala ed esagerata del sistema immunitario a contatto con determinati antigeni. Cioè, i nostri anticorpi riconoscono – erroneamente – come potenzialmente pericolose alcune sostanze, generalmente pollini, provocando lacrimazione abbondante, prurito, edema palpebrale.

Tipi e classificazioni di congiuntivite

Contrariamente a quanto si possa pensare, non esiste una tipologia unica di congiuntivite allergica, ma è possibile classificarne diverse sia in base ai sintomi caratteristici e alle modalità di comparsa, sia in base alla causa scatenante. Per quanto riguarda la prima classificazione, avremo congiuntivite acuta e cronica. Vediamole nello specifico.

  1. Congiuntivite atopica: causata da allergeni quali i pollini, l’interessamento congiuntivale può avere un decorso acuto o cronico. La forma acuta è una reazione infiammatoria improvvisa che si verifica alcuni minuti dopo. l’esposizione all’antigene, la terapia ottimale sia nelle forme acute che croniche sarebbe l’eliminazione dell’antigene.
  2. Dermato-congiuntivite da contatto: è sostenuta dal contatto ripetuto con sostanze chimiche che agiscono come allergeni.
  3. Congiuntivite allergia microbica: è una forma cronica dovuta alla sensibilizzazione del paziente verso sostanze proteiche prodotte da batteri o liberate dalla loro distruzione.
  4. La congiuntivite allergica stagionale è causata da spore di muffa, pollini di alberi o di erbe presenti nell’aria solo in alcune stagioni. Segue il ciclo vitale della pianta responsabile e quindi difficilmente se ne soffrirà in inverno, periodo che vede una bassissima se non assente produzione di pollini. Si presenterà quindi in primavera (nella maggior parte dei casi), tarda estate o autunno.
  5. La congiuntivite allergica primaverile interessa in particolare i bambini e i ragazzi di sesso maschile tra i 5 e i 20 anni. Spesso scompare con l’età adulta ma potrebbe anche persistere. Oltre ai sintomi agli occhi si potrebbe sviluppare anche eczema o asma. La causa scatenante, come dice il termine, sono i pollini – numerosi e abbondanti – che vengono prodotti in primavera dalle piante.

Sintomi della congiuntivite allergica

Nonostante queste classificazioni, esistono dei sintomi che accomunano ogni tipo di congiuntivite allergica e sono:

  • prurito a entrambi gli occhi, che può essere più o meno intenso, associato a volte alla sensazione di avere dei granelli nell’occhio;
  • iperemia (ovvero maggior afflusso sanguigno) alla congiuntiva, la sottile membrana mucosa che ricopre il bulbo oculare: l’effetto è quello di avere gli occhi rossi;
  • lacrimazione;
  • secrezioni gelatinose-filamentose dagli occhi;
  • gonfiore alle palpebre.

Nei casi più gravi si può avere anche fotosensibilità e edema palpebrale, o addirittura è possibile che si sviluppi un’ulcera corneale (questo avviene solo tra il 3 e l’11% dei pazienti), che provoca un forte dolore e aumento della fotosensibilità.

Molto spesso le congiuntiviti allergiche si associano ad altri sintomi tipici di ipersensibilità a sostanze, come eczemi, riniti allergiche e asma.

Cause e diagnosi della congiuntivite allergica

Come abbiamo visto dalla classificazione, la congiuntivite allergica può avere diverse cause a seconda dell’allergene che scatena la reazione. Quindi, l’elemento che causa tutto il processo può essere:

  • naturale, e quindi il polline, gli acari della polvere o il pelo degli animali domestici;
  • di natura chimica, come le sostanze contenute nelle lenti a contatto, in alcuni colliri o nei cosmetici.

Una valutazione medica specialistica è sempre importante sia per la diagnosi, che comunque risulta abbastanza prevedibile nelle forme stagionali di congiuntivite o laddove ci si rendesse conto che la sintomatologia è correlata all’esposizione ad una determinata sostanza, sia per valutare la presenza di eventuali alterazioni patologiche del nostro sistema visivo che con il tempo possono produrre danni permanenti.

Quindi, dopo la supposizione personale di congiuntivite allergica ci si dovrà recare dall’oculista, che inizierà la visita con un’anamnesi accurata di informazioni necessarie e sintomi. Per sincerarsi al meglio delle cause potrebbe prescrivere una serie di test di laboratorio specifici, vediamo quali sono.

  • Prick test. Questo è uno degli esami più utilizzati nella diagnosi di ogni forma di allergia. Attraverso una serie di piccolissime punture indolori, la pelle del paziente viene messa a contatto con diverse sostanze: si potranno avere delle reazioni di tipo cutaneo, in questo caso il test è positivo e si sarà individuato l’allergene responsabile della congiuntivite.
  • Test del liquido lacrimale. Quest’esame permette di riscontrare la presenza di anticorpi, nello specifico IgE che si muovono per combattere – erroneamente – l’allergene. Quindi, in caso di presenza di IgE la reazione congiuntivale sarà sicuramente di tipo allergico.
  • Test di provocazioni congiuntivale. Il principio è lo stesso del prick test: si cerca una reazione a contatto con la sostanza sospetta, che viene messa in piccolissima quantità sulla congiuntiva. Se si è allergici, ovviamente, si scatenerà immediatamente una congiuntivite.

Tutti i test previsti non sono assolutamente invasivi, non è necessario ricovero o prendere misure particolari per eseguirli.

Effettuerà poi un esame obiettivo valutando la congiuntiva bulbare e tarsale, ovvero al di sotto delle palpebre, per cercare secrezioni e alcune modifiche morfologiche che possono produrre danni anche alla cornea. In alcune forme di congiuntivite allergica, in particolare nella cheratocongiuntivite primaverile (VKC), esistono modifiche peculiari della congiuntiva tarsale che in seguito all’infiammazione, sviluppa delle papille, a loro volta causa di una cheratite con sequele anche gravi per la normale trasparenza corneale.

Terapia della congiuntivite allergica

Come abbiamo visto, non esiste una cura risolutiva per le congiuntiviti allergiche. Il modo migliore per evitare l’insorgenza di questo tipo di congiuntivite è quello di evitare il contatto con l’allergene responsabile. Nel momento in cui, invece, i sintomi si siano scatenati, è bene rivolgersi al proprio medico o a un oculista per iniziare una terapia farmacologica. Potranno essere prescritte pomate oftalmiche o colliri decongestionanti e astringenti. Gli antistaminici sono parzialmente utili.

Per le reazioni allergiche più aggressive è possibile che il medico prescriva anche dei farmaci per via orale in grado di contrastare più efficacemente la reazione.

Nonostante sia facilmente diagnosticabile e piuttosto diffusa, è bene non trascurare la congiuntivite allergica, perché come già accennato potrebbe portare danni oculari secondari se non curata nel modo corretto.

Prevenzione

La migliore prevenzione per la congiuntivite allergica consiste nel limitare al minimo il contatto con determinate sostanze o evitarle del tutto se possibile. Purtroppo, come nel caso di allergia ai pollini della primavera, non sempre questo è possibile: in questo caso possiamo iniziare qualche settimana prima una terapia profilattica, sia di antistaminici, sia di rinforzo del proprio sistema immunitario.

Consigli utili

Nonostante i colliri decongestionanti che si utilizzano per contrastare la congiuntivite allergica siano di libera vendita, è sempre bene contattare il proprio medico prima dell’assunzione. Ovviamente – consiglio valido per tutti – non utilizzare farmaci scaduti o aperti da più di una settimana: potrebbe essere conveniente acquistare colliri in flaconi monodose. Durante la fase acuta di congiuntivite allergica non utilizzare lenti a contatto o cosmetici che potrebbero peggiorare la situazione anche se non sono la causa scatenante della reazione.

Per ogni azione che ha a che fare con gli occhi, in particolare quando si mettono le gocce o una pomata oftalmica è sempre necessario lavarsi accuratamente le mani e fare movimenti delicati per non graffiare gli occhi.

Rimedi della nonna? Per ridurre il gonfiore e la congestione agli occhi si possono fare degli impacchi di acqua calda per avere sollievo. Il liquido dovrà essere leggermente superiore alla temperatura ambiente. A volte si possono fare impacchi con camomilla ma in questo caso si deve essere sicuri che sia ben filtrato perché le particelle in sospensione potrebbero essere irritanti; si imbeverà un batuffolo di cotone che verrà passato sull’occhio. Gli impacchi si possono fare anche 2-3 volte al giorno.

Fonti bibliografiche:

  • Franco Bartoli e Luciano Liuzzi, Manuale di Oftalmologia, IV edizione, 2009