Cheratite: cos’è, i sintomi, come curarla

La cheratite è un'infiammazione della cornea, la parte trasparente anteriore dell'occhio, che può causare dolore, arrossamento, visione offuscata e sensibilità alla luce, spesso dovuta a infezioni, lesioni o condizioni autoimmuni

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Chiara Sanna

Ottico

Diplomata in Ottica e Optometria, è abilitata ed esercita la professione di Ottico, affiancandola al proseguimento dei suoi studi in Scienze Infermieristiche.

Il termine medico-oculistico “cheratite” sta ad indicare un processo infiammatorio generatosi a danno della cornea, la parte trasparente che avvolge anteriormente il bulbo oculare, nonché la prima lente del percorso ottico costantemente ricoperta di film lacrimale.

La natura di questo processo infiammatorio può essere infettiva o non infettiva e può presentarsi in forma ulcerativa o non ulcerativa.

Le cause di una cheratite infettiva possono essere:

  • batteri
  • funghi
  • virus
  • parassiti

Le cheratiti non infettive possono invece essere generate da:

  • alterato trofismo della cornea
  • alterazione del film lacrimale
  • traumi
  • agenti chimici
  • agenti fisici

La cheratite, a seconda delle sue specifiche caratteristiche, può essere catalogata in:

  • Cheratite superficiale: dopo la guarigione non lascia alcuna cicatrice visibile sulla cornea.
  • Cheratite profonda: di maggior gravità, dopo la guarigione può lasciare cicatrici e segni conosciuti col nome di leucoma corneale che – se posizionato in prossimità dell’asse visivo – può ridurre la capacità visiva del paziente.
  • Cheratite attinica: forma di cheratite causata da un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti.
  • Cheratite disciforme, puntata e dendritica: sono forme non suppurative o interstiziale di cheratite che interessano gli strati intermedi e profondi della cornea.
  • Cheratite da congiuntivite e di origine nasale: sono forme marginali di cheratite.
  • Ascesso anulare: gravissima forma di cheratite suppurativa che interessa la totalità della cornea in estensione e in spessore.
  • Ulcera serpiginosa e ulcera di Mooren: sono forme suppurative di cheratite, ulcerative e periferiche (più rara).

Quali sono le cause della cheratite

Tra le cause della comparsa della cheratite non infettiva, si ritrovano gli agenti fisici, gli agenti chimici e gli agenti biologici. La cheratite infettiva, o cheratite virale, è causata generalmente da virus come:

  • adenovirus;
  • herpes simplex (cheratite erpetica);
  • herpes zoster,

ma può essere generata anche da forme batteriche come:

  • staphylococcus aureus;
  • pseudomonas aeruginosa.

Inoltre, possono verificarsi anche cheratiti da amebe come la Acanthamoeba (tipica di chi porta lenti a contatto) che causa una infezione corneale molto insidiosa.

Le cheratiti non infettive di tipo traumatico sono da ricollegarsi a oggetti estranei entrati nell’occhio oppure all’uso scorretto delle lenti a contatto; anche la sindrome di Sjögren, una malattia autoimmune, può comportare la comparsa di cheratite cronica da ipolacrimia coratterizzata da una sofferenza dell’epitelio corneale e degli strati più superficiali della cornea.

I fattori di rischio che possono aiutare a sviluppare questa patologia sono:

  • utilizzo della fiamma ossidrica senza la giusta protezione;
  • esposizione prolungata alle radiazioni UV;
  • problematiche legate al film lacrimale;
  • problematiche legate alle palpebre;
  • uso di corticosteroidi.

Sintomi della cheratite

I sintomi sono:

  • dolore oculare acuto;
  • fotofobia (intolleranza alle luci);
  • lacrimazione eccessiva;
  • occhi rossi (iperemia oculare);
  • offuscamento della vista;
  • percezione di corpo estraneo nell’occhio.

Nelle forme più gravi e acute può essere così dolorosa da impedire l’apertura degli occhi. È bene specificare che le cheratiti di tipo infettivo hanno un’insorgenza acuta e molto veloce.

Diagnosticare la cheratite

I segni della cheratite, per quanto evidenti, sono difficili da ricondurre alle reali cause della malattia in quanto – che sia una cheratite dovuta ad agenti fisici, chimici, o biologici – la sintomatologia sarà sempre comunque la medesima.

La diagnosi della cheratite – condotta dallo specialista competente, il medico oculista – ha inizio con un’accurata anamnesi, che consiste in un’indagine circa i sintomi e le abitudini di vita e/o di lavoro condotti dal paziente stesso.

Successivamente, l’oculista effettuerà l’esame obiettivo, valutando l’aspetto di congiuntiva, palpebre, apparato lacrimale e – soprattutto –la cornea e la sua sensibilità. Questa osservazione ravvicinata delle varie strutture oculari viene fatta in genere con l’aiuto di un apposito strumento – la lampada a fessura – che emette un fascio di luce attraverso una lente di ingrandimento, consentendo all’oculista una visibilità ottimale e ravvicinata dell’iride, della cornea, del cristallino e dello spazio tra cornea e cristallino.

Osservando la congiuntiva, l’oculista ricercherà eventuali infiammazioni o alterazioni strutturali a livello dei follicoli, delle papille, la presenza di ulcere, cicatrici o corpi estranei; a livello dei margini palpebrali ricercherà eventuali anomalie e processi infiammatori; valuterà lo stato del film lacrimale individuando eventuali sintomi di occhio secco; a livello della cornea ricercherà eventuali edemi, ulcerazione dello stroma, perforazioni o assottigliamenti; a livello della sclera ricercherà eventuali ulcerazioni, infiammazioni, spessore o presenza di eventuali noduli.

In casi selezionati il medico può avvalersi anche di alcuni esami microbiologici specifici, al fine di individuare l’eventuale organismo responsabile. Verranno quindi prelevati dal paziente alcuni campioni lacrimali e di cellule corneali da inviare ad un laboratorio di analisi, i quali li metteranno a coltura e d eseguiranno colorazioni GRAM per risalire alla specifica causa infettiva della cheratite.

La terapia più adeguata di cheratite

La cura dipende, ovviamente, dalla sua formazione, che come abbiamo già accennato può essere traumatica o infettiva.

Il trattamento per le cheratiti infettive prevede la somministrazione per via topica, o nei casi più gravi anche per via sistemica, di farmaci come antibiotici, antivirali e antifungini. Si utilizzano anche sostituti lacrimali, colliri antiedemigeni e colliri cortisonici o antinfiammatori, per sfiammare rapidamente la parte interessata e consentire al tessuto una riparazione senza particolari sequele.

Bisogna ricordare che le peculiarità del tessuto corneale sono la sua completa trasparenza e la simmetria nella sua curvatura, che possono essere messe a rischio da processi patologici come le cheratiti più gravi.

Le cheratiti non infettive e/o traumatiche prevedono l’uso di lacrime artificiali per eliminare la secchezza oculare e favorire la riepitelizzazione, la somministrazione topica di pomate antibiotiche per eliminare la possibilità di una infezione o anche l’utilizzo di farmaci corticosteroidei in forma di collirio per curare le cheratiti generate da malattie autoimmuni.

Nelle diverse forme di cheratite, può essere prescritto l’uso di farmaci cicloplegici ovvero che inducono un temporaneo blocco dei nervi parasimpatici per rilassare il muscolo ciliare e favorire la dilatazione della pupilla.

In alcuni casi viene effettuato l’applicazione di una lente a contatto protettiva terapeutica, o anche un bendaggio dell’occhio per 24 ore.

Come prevenire la cheratite

Per tutti coloro che sono assidui portatori di lenti a contatto, prevenire la cheratite è possibile solamente utilizzando i dispositivi in maniera adeguata, con un’accurata pulizia, rispettando le istruzioni: preferire le lenti a contatto usa e getta, da cambiare quotidianamente; evitare di dormire con le lenti a contatto indossate; lavare e asciugare scrupolosamente le mani prima di inserire o rimuovere le lenti; maneggiare con cura le lenti per evitare di graffiarle; utilizzare sempre lenti di buona qualità e strumenti appositi per la loro pulizia; non utilizzare le lenti a contatto in piscina o al mare.

Se si è affetti da sindrome dell’occhio secco oppure se si utilizzano spesso lenti a contatto per prevenire l’insorgere di cheratiti, sarà bene utilizzare sempre le lacrime artificiali per mantenere la zona ben lubrificata.

In caso di infezione virale, non portare mai le mani agli occhi. Non utilizzare colliri cortisonici prima del consulto del proprio oculista: il loro utilizzo sconsiderato potrebbe peggiorare il quadro clinico e in alcuni casi provocare dei danni visivi permanenti.

Fonti bibliografiche:

Policlinico Gemelli, Cheratite: sintomi, cause, tipologie, diagnosi e cure