Negli anni, alcuni casi di cronaca hanno messo il miele al centro di polemiche. Un alimento conosciuto per le sue proprietà benefiche, potrebbe rappresentare un rischio per la salute dei bambini più piccoli. Infatti, questo come anche altri alimenti, se consumati entro il primo anno di vita potrebbe scatenare il botulismo infantile. Una manifestazione patologica che viene provocata da spore di alcuni batteri, che una volta entrate in circolo possono provocare una “paralisi flaccida” del corpo del bambino. Questo tipo di botulismo è differente da quello alimentare che colpisce gli adulti e all’interno di questo articolo si capirà il perchè.
Indice
Cos’è il botulismo alimentare?
Il botulismo alimentare è un’intossicazione dovuta all’ingestione di tossine preformate presenti all’interno di alcuni alimenti contaminati. Si tratta quindi di un vero e proprio avvelenamento, che produce una sintomatologia che va a colpire i nervi cranici e che può portare anche alla morte per paralisi respiratoria. Per venirsi a creare la malattia è sufficiente ingerire un quantitativo minimo di tossina botulinica, una proteina neurotossica prodotta dal batterio Clostridium botulinum.
A livello globale, il botulismo alimentare rappresenta la forma maggiormente diffusa, con il 90% dei casi associati al consumo di conserve preparate in ambito domestico (pomodori, ortaggi e altri prodotti alimentari conservati). La tipologia di alimento correlato ai casi di botulismo varia secondo le abitudini alimentari delle popolazioni coinvolte e la casistica subisce variazioni dipendenti da eventi sociali come per esempio crisi economiche o immigrazione. Dall’analisi dei dati epidemiologici raccolti dal Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo è possibile effettuare alcune considerazioni sulla situazione del botulismo alimentare in italiana:
- In Italia la prevalenza dei casi di botulismo alimentare riportata è tra le più alte dell’Unione Europea;
- La maggior parte dei casi di botulismo alimentare è concentrata nel sud Italia, dove è più spiccata alta la produzione a livello domestico di conserve tradizionali;
- Da alcuni anni si registrano casi anche fra gli extracomunitari, specialmente provenienti dai paesi dell’est Europa. Tali casi, concentrati soprattutto nei periodi successivi alle festività, coinvolgono principalmente la popolazione maschile che consuma conserve tipiche del proprio paese di origine prodotte in loco e trasportate in Italia.
Come evitare il botulismo alimentare?
Ecco alcuni consigli utili per preparare conserve, riducendo il più possibile il rischio di contaminazione:
- La prima cosa da fare è lavarsi le mani immediatamente prima di iniziare la manipolazione degli alimenti e ogni qual volta si cambia il tipo di preparazione;
- Usare contenitori di vetro e scegliere sempre ingredienti di stagione;
- Tra i liquidi usati per la conservazione, l’aceto deve essere di vino, meglio se bianco, mentre l’olio deve essere di primissima qualità. Si raccomanda, inoltre, l’utilizzo di olio extravergine di oliva. Per quanto riguarda lo zucchero, è consigliabile usare quello semolato.
- Lavare sempre le materie prime sotto acqua corrente in modo da eliminare le particelle di terra ed altri eventuali residui di sporco;
- Sanificare i contenitori e i tappi: alla temperatura di 100°C potrebbero essere necessari anche tempi di trattamento lunghi più di 5-6 ore;
- I contenitori non vanno mai riempiti fino all’orlo, ma è necessario lasciare uno spazio vuoto che serve per contenere l’aumento del volume della conserva durante il trattamento termico che si conduce alla fine.
- Le conserve vanno pastorizzate immergendo completamente i contenitori in acqua. Coprire la pentola con il coperchio e portare l’acqua ad ebollizione;
Cos’è il botulismo infantile?
Il botulismo infantile, fortunatamente molto raro, colpisce i bambini al di sotto di 12 mesi di età ed è provocato dal Clostridium botulinum, comunemente conosciuto come Botulino, un batterio che può contaminare alcuni cibi producendo una tossina molto pericolosa. Il botulismo infantile è una forma di intossicazione dovuta alla produzione di una tossina proprio nel lume intestinale di lattanti con età inferiore ad un anno.
I bambini, infatti, nei loro primi anni di vita non hanno un sistema immunitario formato, ne tanto meno una flora batterica intestinale capace di fronteggiare minacce microbiche di una certa entità. Le spore dei clostridi produttori di tossine botuliniche, in conseguenza dell’immaturità della flora intestinale dell’ospite e quindi della scarsa competizione batterica, possono germinare, moltiplicarsi e produrre la tossina. Sì, infatti, il meccanismo competitivo è uno dei principali stratagemmi che viene adoperato dai batteri “buoni” della microflora batterica, per evitare l’attecchimento di germi patogeni e infezioni.
Questa tossina viene prodotta come metabolita da parte die clostridi che indisturbati proliferano all’interno del lume intestinale, qui la tossina viene quindi assorbita dalla mucosa e, attraverso il circolo sanguigno, raggiunge le terminazioni nervose periferiche. E’ qui che provoca il grosso dei danni, bloccando il rilascio dell’acetilcolina e impedendo la trasmissione nervosa. Ciò causa una paralisi flaccida simmetrica discendente, caratteristica di tutte le forme di botulismo. Il Botulismo Infantile, diversamente dal classico botulismo alimentare, non è causato dall’ingestione di alimenti che contengono la tossina già prodotta dal Clostridium, ma dall’azione della tossina botulinica prodotta a livello intestinale dai batteri. Non è quindi una malattia infettiva e non è contagiosa.
La causa del botulismo infantile
Come già detto la causa è la stessa del botulismo alimentare, ovvero il Clostridium botulinum, che è un batterio che indeterminate condizioni sfavorevoli produce delle spore. La spora è una forma particolare che alcuni batteri possono assumere dotandosi di strati multipli di difesa e modificando il proprio metabolismo in modo da “in letargo” e sopravvivere in un ambiente sfavorevole. Le spore in esame possono facilmente raggiungere l’intestino per inalazione o per ingestione, per poi germinare in un ambiente favorevole come l’intestino. Dopo germinazione delle spore, i batteri riprendono a produrre la tossina che viene assorbita e si diffonde attraverso il sangue nell’organismo, provocando i segni tipici del botulismo. L’acqua, il cibo (il miele, ad esempio) e il suolo possono contenere spore che però potrebbero anche essere inalate, veicolate da polveri ambientali, come avviene ad esempio in ambiente domestico.
Il botulismo infantile si può verificare tra la prima settimana di vita e l’anno, ma nel 95% dei casi si verifica nei primi 6 mesi di vita.
A livello mondiale, la maggiore frequenza si riscontra negli Stati Uniti con circa 80‑110 casi l’anno e un’incidenza di circa 2 casi ogni 100.000 nati vivi. Seguono l’Argentina, l’Australia e l‘Italia con un’incidenza di 0,2 casi per 100.000 nati vivi. L’Italia presenta la casistica più numerosa nell’ambito dell’Unione Europea. Questo può essere messo in relazione con l’esistenza di un Centro Nazionale di Riferimento per il botulismo, fondato nel 1988 presso l’Istituto Superiore di Sanità, e con la maggiore conoscenza della malattia da parte dei medici, soprattutto nelle strutture ospedaliere pediatriche specializzate.
Miele e botulismo infantile
I primi sei mesi sono quelli più a rischio e dove è sconsigliato dare del miele ai piccoli. I neonati, avendo infatti un apparato digerente fragile e ancora in via di sviluppo, anche se entrano in contatto con un ridotto numero di spore di Clostridium botulinum, non riescono ad eliminarle. La proporzione tra spore e peso corporeo inoltre gioca a loro sfavore. Fra i sintomi più comuni di botulismo infantile ci sono problemi respiratori, difficoltà a muovere la testa e nei movimenti in genere, disturbi intestinali, sonnolenza, salivazione, apatia, difficoltà a succhiare il latte o a deglutire, pianto insolito e flebile. Tali sintomi si possono manifestare anche a distanza di un mese da quando il piccolo è entrato in contatto con la tossina. In presenza di questi sintomi è bene rivolgersi immediatamente a un pediatra per provvedere al trattamento più efficace per il neonato.
Di seguito i valori nutrizionali del miele, riportati su 100 g di prodotto e su una porzione di 20 g di prodotto.
100 g miele | 20 g miele | |
Energia | 288 Kcal/1229 kJ | 58 kcal/246 kJ |
Grassi (gr) | 0 | 0 |
Carboidrati (gr) | 76.4 | 15.3 |
Fruttosio (gr) | 41.8 | 8.4 |
Glucosio (gr) | 34.6 | 6.9 |
Proteine (gr) | 0.4 | 0.08 |
Acqua (gr) | 17.5 | 3.5 |
Uno degli alimenti più a pericolosi per i neonati è il miele, in particolare se artigianale e non pastorizzato, dal momento che potrebbe contenere, seppur in modeste quantità, delle spore di Clostridium botulinum. Non sorprende dunque che circa il 35% dei casi diagnosticati di botulismo infantile è stato messo in relazione all’ingestione di miele da parte del piccolo. Questa la motivazione alla base della raccomandazione diffusa dall’Autorità Sanitaria Statunitense (FDA) di non somministrare miele a bambini di età inferiore a 12 mesi, e a cui moltissimi paesi europei ed extra-europei si sono accodati. Si consiglia anche di evitare ambienti molto polverosi, come luoghi in ristrutturazione o vecchie case.
Come diagnosticare il botulismo infantile?
La diagnosi si basa essenzialmente sui sintomi che il neonato manifesta nel corso del tempo, a partire dal presunto contatto con i batteri. Il botulismo infantile deve essere sempre sospettato quando la storia del bambino e la visita lo suggeriscono. La conferma è data dall’individuazione della tossina batterica nelle feci o nel siero. Per identificarne la fonte, devono essere raccolti campioni ambientali in tempi rapidi, in quanto vari fattori di degradazione potrebbero influenzarne la diffusione del patogeno e alterare il risultato delle analisi.
Come viene trattato il botulismo infantile?
Il ricovero immediato del neonato colpito da botulismo è fortemente consigliato dai medici e dai pediatri. Il botulismo infantile richiede un adeguato controllo clinico e un tempestivo inquadramento terapeutico in ambiente ospedaliero per garantire, in caso di necessità:
- Terapia invasiva di supporto respiratorio per il neonato;
- nutrizione enterale o parenterale anche in caso di inappetenza;
- trattamento tempestivo delle infezioni secondarie che possono venirsi a generare;
- trattamento delle complicanze associate alla paralisi flaccida;
- l’utilizzo di immunoglobuline endovena specifiche;
- l’antitossina botulinica, disponibile presso il Ministero della Salute, è un trattamento efficace solo nei primi giorni dopo l’assunzione dell’alimento contaminato in quanto agisce sulla tossina che si trova nel sangue circolante e non ha efficacia sulla tossina che ha già danneggiato le terminazioni nervose, generando i fastidiosi sintomi di paralisi.
La malattia purtroppo può portare anche alla morte del neonato. Tuttavia, il miglioramento delle strategie di prevenzione e soprattutto delle terapie hanno abbattuto notevolmente il tasso di mortalità, che è attualmente dell’ordine del 5%. A seconda della dose di tossina che è stata assorbita dal nascituro, i sintomi del botulismo variano, da lievi fino ad avere casi molto gravi che possono concludersi con l’exitus. La maggior parte dei bambini va incontro a guarigione dopo settimane o mesi di terapia di supporto e di terapia neuro-riabilitativa.
Fonti bibliografiche
- Botulismo Alimentare, Istituto Superiore di Sanità (ISS).
- Botulismo Infantile, Ospedale Pediatrico Bambin Gesù.
- Tabella nutrizionale del miele, Eufic.