Una storia a dir poco complessa e allarmante, quella di Marius Borg Høiby, figlio della Principessa ereditaria Mette Marit. Arrestato per la prima volta ad agosto 2024, ha ora negato con forza d’aver aggredito due sue ex fidanzate.
Una vicenda che si amplia e aggrava per il giovane, accusato ora da altre due donne dopo l’esplosione del caso relativo alla presunta aggressione, fisica e psicologica, ai danni di una 20enne, ritenuta la sua fidanzata, lo scorso 4 agosto 2024.
Nuove accuse per Marius Borg Høiby
Si chiamano Nora Haukland e Juliane Snekkestad le donne che accusano Marius Borg Høiby, figlio della Principessa Mette Marit. Vicende che, se comprovate, andrebbero a delineare un profilo preoccupante per il giovane.
Questi però, dopo aver ammesso l’aggressione dello scorso agosto, rimpiangendo le proprie azioni e rinnegandole, ha negato le accuse a suo carico mosse dalle due giovani. Una fase delicata per la sua vita e per la famiglia reale, indubbiamente. Interrogato ben otto volte dalla polizia, ha fornito questa versione ufficiale dei fatti: ha commesso un solo errore imperdonabile, quello dello scorso 4 agosto.
Il suo avvocato difensore, Øyvind Bratlien, si è così espresso al canale norvegese TV2: “Marius Borg Høiby ha terminato gli interrogatori e si è spiegato in maniera esauriente e dettagliata. Ha ammesso d’aver avuto tre relazioni turbolente, in cui ovviamente si assume la responsabilità del suo ruolo. Ha fornito spiegazioni in merito agli abusi in una relazione. Nei casi di Haukland e Snekkestad non si dichiara colpevole”.
La confessione
Come detto, ben otto interrogatori sostenuti dal giovane della famiglia reale norvegese, ormai nel mirino della stampa internazionale. Ma cosa ha ammesso alla polizia Marius Borg Høiby esattamente?
Ha raccontato agli agenti d’aver minacciato un altro uomo. Stando a quanto riportato da TV2, il soggetto in questione avrebbe ricevuto un messaggio via Instagram, nel quale veniva definito in maniera colorita un “uomo morto”. Ha però negato la propria colpevolezza penale in relazione alle sezioni più gravi dell’accusa, ha spiegato il suo legale.
Sappiamo che lo scorso 4 agosto è stato posto in stato di fermo per un totale di 30 ore presso la stazione di polizia di Oslo. In seguito si è scusato per il proprio comportamento: “È accaduto qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere. Ho causato danni fisici e distrutto oggetti in un appartamento, mentre ero in stato di ebbrezza, dopo aver consumato alcool e cocaina, in seguito a una discussione”.
Ha poi proceduto a parlare dei propri “diversi disturbi mentali”, che lo pongono dinanzi a numerose sfide. Da tempo lotta contro l’abuso di stupefacenti e in passato è stato in cura: “Ora riprenderò questo trattamento e lo prenderò molto seriamente”.
Ha tenuto però a sottolineare come tutto ciò non giustifichi quanto accaduto. Tutto sembrava potersi indirizzare verso un processo per quanto possibile “sereno”. Dopo l’ammissione c’era chi ipotizzata un potenziale accordo tra le parti. Allo stato attuale, fossero comprovate le altre due accuse, si delineerebbe il profilo di un soggetto profondamente pericoloso.