Cosa ti succede dentro quando fingi di essere felice?

Il dolore e la sofferenza vanno affrontati, non anestetizzati o sotterrati. Non sforzarti di sorridere se vuoi piangere

Ci hanno insegnato sin da piccoli a non lasciarci ingannare dalle apparenze, del resto abbiamo imparato sulla nostra pelle come un sorriso di facciata può nascondere il più grande dei dolori. Perché ci sono delle persone che, nonostante le apparenze, hanno un mondo interiore fatto di traumi e sofferenze tacite e nascoste.

Ed è troppo semplice pensare che un sorriso sia la cura a ogni male o peggio, sia quello a identificare i dettami di un equilibrio che, per tanti motivi, è sempre più instabile. La verità è che nessuno ci ha insegnato ad affrontare le nostre emozioni, ancora di più a “stare dentro” a quelle negative. Ecco perché, quando non le drammatizziamo, tendiamo a banalizzarle.

Perché ci siamo guardate allo specchio e ci siamo ripromesse che quelle lacrime ha solcavano il viso non dovevano appartenerci, così abbiamo soppresso la sofferenza, anestetizzato il dolore fino a indossare la maschera più bella che avevamo per mostrarci al mondo.

“Pensa positivo” – ci siamo dette – “cerca di essere felice e sorridente a ogni costo”, abbiamo ripetuto a noi stesse giorno dopo giorno mentre i pezzi del nostro mondo interiore crollavano, uno ad uno. E certo, è impossibile negare che sarebbe bello poter utilizzare un sorriso alla stregua di un incantesimo che faccia sparire tutto quel dolore, ma la vita non è un sortilegio.

Gli psicologi definiscono l’atteggiamento di chi, pur soffrendo dentro continua ad apparire felice e sereno, una depressione felice. Seppure questa espressione non è ancora stata inserita come malattia all’interno del Manuale diagnostico e statistico delle malattie mentali, se ne parla sempre più spesso.

Olivia Remes, ricercatrice all’Università di Cambridge, in un articolo sulla rivista The Conversation la definisce una condizione pericolosa per il benessere delle persone perché, autoconvicendosi di stare sempre bene queste non riescono a prendere consapevolezza del problema.

Uno studio molto interessante, condotto dalla Michigan State University, ha analizzato proprio l’impatto che ha quel sorriso apparente sulle persone che in realtà stanno soffrendo. I ricercatori hanno scoperto che proprio questo atteggiamento non fa altro che aumentare la frustrazione e il disagio.

È importante quindi considerare che le emozioni negative non possono scomparire da sole, ma che prima o poi tornano sempre a galla, se non affrontate. Nascondere un problema non lo eliminerà, ma anzi, gli darà terreno fertile per crescere e tornare in maniera ancora più prepotente.

Non c’è nulla di sbagliato ad ammettere che c’è qualcosa che ci turba e ci fa soffrire, piangere non ci renderà più deboli agli occhi degli altri , anzi, spianerà la strada per farci diventare ancora più forti.