Un amore difficile, durato dieci anni, che mi ha portato sulle montagne russe. Quando l’ho conosciuto si stava sposando con un’altra, dalla quale aveva appena avuto un figlio. Io mi faccio mille problemi, perché mai e poi mai avrei pensato di mettermi in mezzo a una situazione del genere. Ma lui mi travolge letteralmente come un uragano, mi fa innamorare follemente e dice che vuole solo me. Lo fa, lascia la famiglia, manda a monte il matrimonio. Lei minaccia di non fagli vedere il figlio, e per diversi anni sarà così. Mette di mezzo gli avvocati. La sua ex mi minaccia e arriva a mettermi le mani addosso. Nel frattempo andiamo a vivere insieme. Ci amiamo. Poi lui va in crisi per il figlio a cui non riesce a fare da padre. E io ci sono, vicino a lui, lo sostengo. Mi chiede di sposarlo, ci sposiamo. Io non vorrei figli, ma per lui cedo. Rimango incinta e nasce una bellissima bambina. Lui perde il lavoro, e inizia a diventare dipendente del gioco d’azzardo. Siamo costretti a vendere la casa dove abitiamo per pagare i debiti. Io mi trovo un secondo lavoro, i nonni mi aiutano con nostra figlia. Alla fine lui si rimette in carreggiata, trova un lavoro, smette di giocare, salda i debiti. Gli offrono un lavoro all’estero, nonostante avesse la possibilità di restare in Italia, prende e parte. Io non lo seguo e chiedo la separazione: non ce la faccio più a vivere sulle montagne russe. Questo accadeva 4 anni fa. Vado in depressione, finisco in analisi, sono completamente a terra e rischio di perdere il lavoro. Divento quasi anoressica. Quando comincio a stare “meglio” lui torna. In Italia e da me. La separazione è stata un duro colpo anche per nostra figlia, che ora è un’adolescente ed è una ragazzina che è tornata a essere serena, molto brava a scuola e affezionatissima ai nonni, sia paterni che materni. Devo tornare con lui?
Amica mia, scappa lontano, lontanissimo da quell’uomo e dai suoi problemi. Chiudi definitivamente quella porta che hai sempre lasciato aperta e non voltarti indietro più. Perché l’amore non è difficile, non è una montagna russa che ti porta verso l’alto per poi farti precipitare nell’abisso no, non è nulla di tutto questo. E forse, se mi stai scrivendo oggi, è perché in fondo lo sai bene anche tu che non dovresti tornare con lui.
Non dovresti farlo per tutta una serie di motivi che, probabilmente, conosci meglio di me. Ma soprattutto non devi farlo perché non puoi più rinunciare alla tua felicità, la stessa di cui ti sei privata per tanti anni.
Hai scelto di seguire il cuore, e lasciati dire che sei stata molto coraggiosa. Perché chiunque al posto tuo non sarebbe riuscita a resistere neanche un minuto in mezzo a quello tsunami che portava il suo nome. Tu lo hai fatto, hai scelto di restare quando tutte sarebbero andate via. Lo hai fatto per lui, e poi per tua figlia. Ma a te, ci hai mai pensato?
Scrivi di stare meglio, ma meglio non è abbastanza. Perché tu meriti di stare bene, con il corpo, con la mente e soprattutto con il cuore. E questo è un traguardo che puoi raggiungere solo fidandoti e affidandoti a te stessa e a nessun altro, perché tu sei la persona più importante della tua vita.
E poi non sei sola, non lo sarai mai. La presenza di tua figlia, che ormai è grande e non ha più bisogno di quelle piccole bugie che la proteggono, è preziosa. È lei, in fondo, a restituirti con quella verità che per troppo tempo hai negato, offrendoti il suo più spontaneo punto di vista. Mi dici che adesso lei è serena, e il suo stato d’animo secondo me rappresenta quella via d’uscita a una situazione che hai sopportato per tanto, troppo tempo.
Lui, probabilmente, farà sempre parte della vostra vita. Perché è stato il tuo grande amore e perché sempre sarà il padre di tua figlia. Ma tu, e solo tu, hai il potere di decidere quale sarà il suo ruolo e la sua influenza nelle vostre vite.
Ti lascio con un verso di una poesia di Margaret Atwood che ti aiuterà a rendere nitida quella risposta che stai cercando e che, sono certa, ti appartiene già:
Posso cambiare me stessa più facilmente di quanto possa cambiare te. Potrei diventare corteccia e farmi arbusto, o retrocedere nel tempo dell’immagine di donna lasciata in detriti di caverna.