Le offese caratterizzano chi le fa, non chi le riceve: difenditi così

Non dobbiamo lasciarci influenzare da chi ci offende, né provare rabbia o rancore: le persone che ci aggrediscono possono ferirci, ma non sanno che i problemi ce li hanno loro. Ecco come reagire in modo sano e furbo

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Marina Mannino

Giornalista esperta di Lifestyle

Laureata in Lettere, è stata la caporedattrice di una famosa rivista per ragazze e ha lavorato nella produzione musicale. Scrive per diverse testate e per DiLei si occupa di test sulla personalità, della rubrica #segretidelcuore e scrive articoli per la sezione DiLei GirlZ.

Pubblicato: 13 Agosto 2024 19:00

Gli insulti serpeggiano innanzitutto sui social, un campo libero dove non viene perdonato nessuno, nemmeno chi posta solo gattini. Ma le offese dilagano anche sul posto di lavoro, tra conoscenti, tra sconosciuti. E se riguardano noi, in qualsiasi contesto avvenga, ci sentiamo ferite, umiliate, tradite. Il primo pensiero che ci attraversa la mente è “Cosa ho fatto per meritarmi questo?”.

Chiariamo subito: non abbiamo fatto niente.

  • Non siamo responsabili del comportamento degli altri.
  • Non assumiamoci colpe che non abbiamo.
  • Non lasciamoci influenzare da ciò che gli altri dicono di noi, che sia una critica (non costruttiva) e, a maggior ragione, un’offesa.

Piuttosto, cerchiamo di calmarci e di capire come difenderci: sì, perché farlo è un nostro diritto e stabilire dei confini intorno a noi oltre i quali nessuno si può spingere è un’azione sana e necessaria.

Perché si offende

Ma perché una persona sente di poter offendere un’altra? Ci sono molte ragioni.

  • L’invidia genera talmente tanto risentimento che ci si sente autorizzati a insultare qualcuno per le sue qualità e i suoi successi.
  • Una bassa autostima può causare l’insulto: sminuire gli altri fa sentire superiori e meno insignificanti di quello che ci si ritiene in realtà.
  • Il bisogno di attenzione porta a voler farsi notare in qualsiasi modo, anche negativo: questo meccanismo è molto visibile sui social.
  • La difficoltà a gestire le proprie emozioni può sfociare nell’insulto e nell’offesa.
  • Il meccanismo di proiezione, per cui le persone accusano gli altri di ciò che loro stessi non accettano in sé, è uno delle cause delle offese agli altri.
  • L‘assenza di empatia può portare a non avere sensibilità per l’altro e quindi a ferirlo, anche consapevolmente.

Insomma, ci sono tanti motivi che spingono qualcuno ad assumere un atteggiamento offensivo. Possiamo anche capire, ma non sono nostri problemi: piuttosto, andrebbero risolti con la psicoterapia!

Chi è stato: se lo conosciamo

Se l’offesa arriva da una persona che conosciamo bene, come un’amica, un collega o un familiare, ci sentiremo molto dispiaciute: proprio perché tra noi c’è un rapporto di confidenza, cerchiamo di inquadrare bene le parole che ci hanno ferite. A volte alcune persone, per troppa premura, sbagliano la comunicazione di ciò che pensano e il risultato può essere contrario alle loro intenzioni. Oppure sono nervose o tese per qualche motivo che non conosciamo e il loro “Sei proprio una cretina!” è un modo inutilmente aggressivo per avvisarci che stiamo facendo qualcosa di pericoloso, nel modo sbagliato. Questo non significa giustificare le offese ma dar loro un contesto che ne affievolisca l’impatto.

Per spegnere le intenzioni bellicose (o smascherarle) si può provare a chiedere all’interlocutore di riformulare la frase che ha appena pronunciato: questo consentirà ad una persona ben intenzionata di riflettere su eventuali scivoloni o scelte linguistiche poco felici o fraintendibili, dandole l’opportunità di spiegarsi meglio, evitando inutili misunderstanding.

Cosa fare? Parliamone

In ogni caso nessuno ha un buon motivo per offenderci, quindi chiediamo alla persona che ci ha offese di parlare con noi. “Forse eri nervosa, ma quello che mi hai detto mi ha fatto male”: se diciamo la pura verità, accompagnata dalla possibilità di comprensione, eviteremo conflitti di cui nessuno ha bisogno, visto che si tratta di qualcuno che conosciamo e frequentiamo.

Tenersi tutto dentro non ci fa bene, perché quell’offesa ci resterà piantata in testa e pregiudicherà ogni evento successivo tra noi e quella persona: solo con il dialogo possiamo recuperare un rapporto a cui teniamo. Inoltre mostreremo che ci sono dei paletti da non superare, definiti innanzitutto dal rispetto che esigiamo di avere, proprio come noi rispettiamo gli altri. E vinceremo sull’aspetto umano, perché dimostreremo alla persona la nostra intenzione di risolvere le cose insieme.

Se si resta su due fronti opposti

Se riusciamo a chiarirci in modo equilibrato, la persona che ci ha offese converrà di aver sbagliato, si scuserà e tutto si risolverà con una chiacchierata e un caffè. Ma se persiste in un atteggiamento ostile forse quello che ha detto non aveva dietro buone intenzioni ma era un modo per sfogarsi di un segreto risentimento verso di noi: ci vorrà altro tempo per capirci oppure il rapporto va rivisto e riportato a contatti più formali e meno confidenziali.

Chi è stato: se non lo conosciamo

Un’offesa da qualcuno che ci ha superate urlandoci una parolaccia perché andavamo troppo piano, un commento sgarbato da chi sta in fila alla cassa e se la prende con noi, un epiteto volgare dentro un bus affollato non devono assolutamente toccarci. Non possiamo prendercela se qualche sconosciuto ci insulta: il problema è suo, della sua maleducazione, della sua incapacità di autocontrollo e anche della sua pressione sanguigna! Sono parole al vento, che non meritano altro che silenzio.

Questo vale anche per la nostra incolumità: al giorno d’oggi, rispondere per le rime o in maniera aggressiva a chi non conosciamo può aggravare la situazione e in alcuni casi metterci addirittura in pericolo, quindi fare sempre attenzione alle circostanze in cui avvengono questi fatti.

Gli hater sui social

Ignoriamo chi ci insulta sui social media: per lo più sono persone che non ci conoscono e che si sentono in diritto di giudicare il prossimo. Se è vero che apparire sui social ci espone alle opinioni altrui, è altrettanto legittimo evitare i commenti feroci, i post provocatori, le battute stupide. Quindi se qualcuno ci offende, non perdiamo tempo a rispondere o a spiegare il motivo della nostra foto, del nostro post o del nostro commento. Non capirebbe in ogni caso, perché spesso non ha voglia di capire nè tantomeno di ascoltare. Cancellare il suo commento è più che consentito, visto che il profilo è il nostro territorio!

Mosse di autodifesa

Chi ci ha offeso non ci toccherà in nessun modo, se non gli permettiamo di farlo: ecco 4 (sagge) mosse di autodifesa.

  • Non cediamo a sentimenti di rabbia, rancore e odio: sono emozioni che fanno male solo a noi, corrodono la nostra serenità e minacciano la nostra autostima. A chi ci ha offese, non arrecano nessun danno.
  • Dobbiamo distanziarci emotivamente dalle offese ricevute: non gettano fango su di noi ma sulla persona che le ha espresse.
  • È inutile desiderare di danneggiare chi ci ha oltraggiate: far male a qualcuno non ci farà sentire meglio.
  • Nervi saldi! Reagiamo in maniera ragionata e distaccata: daremo una bella lezione a chi ci ha insultate perché, alla resa dei conti, è lui/lei che non sta bene, non certo noi.

Se gli insulti si fanno pesanti

Forse non tutti sanno che si può violare la legge con insulti e prese in giro, sia verbali che social. Se veniamo denigrate o offese sul posto di lavoro ma anche molestate sessualmente da un collega con commenti volgari sul nostro corpo, siamo in presenza di reati che vanno denunciati. Le offese che riguardano gli aspetti personali come l’orientamento sessuale, l’etnia, la provenienza geografica, la religione e le disabilità sono molestie gravi che possono essere denunciate alle autorità.