Il male che mi fai oggi, tornerà a te domani

La chiamano la legge di causa-effetto. Una sorta di eco che torna sempre, nel bene e nel male

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Pubblicato: 10 Maggio 2024 11:59

Ho smesso di arrabbiarmi da tempo. Di piangere e stare male per gli altri, di torturarmi per rispondere a quelle domande che una risposta non ce l’hanno: “Perché lo ha fatto?”, “Perché mi ha tradito?”, “Perché ha spezzato il mio cuore”. Questo non mi rende più forte, né immune dalle delusioni, dai tradimenti e dai fallimenti, ma più consapevole del fatto che la legge del ritorno, un giorno, farà il suo corso.

Perché è proprio vero che il male che ci fanno oggi un giorno tornerà a loro. E non lo farà sotto forma di una vedetta sanguinaria o nefasta, intendiamoci, ma caratterizzerà in maniera intensa il futuro e il presente di quelle persone. Forse lo farà con i sensi di colpa, forse con la solitudine oppure con la mancanza di coloro che li amavano e li rispettavano: noi.

Che ci crediate o no, il karma esiste davvero. Alcuni lo conoscono come legge di causa-effetto, altri come legge del ritorno e, altri ancora, come “l’eco”. La sostanza non cambia e svela una delle più importanti verità che dovremmo sempre tenere a mente: nella vita riceviamo ciò che doniamo.

Legge di causa-effetto: come funziona

“Quello che fai, un giorno, ti tornerà indietro”. Non si tratta di una profezia spaventosa, ma di qualcosa che può davvero aiutarci a comprendere di più le relazioni che abbiamo, quelle che ci rendono felici e quelle che ci fanno soffrire. Ci aiutano a essere persone migliori, ma anche a lasciare andare senza remore e rancore chi, invece, ci ha ferito.

La regola del ritorno in qualche modo spiega tutto ciò che siamo, chi scegliamo di essere con le nostre azioni. Non si tratta di una legge fatalista, in questo caso il destino non c’entra niente. È il karma, e il libero arbitrio, è la facoltà di scegliere chi vogliamo essere per noi stessi e per gli altri.

Non dipendiamo, dunque, da un disegno già tracciato, ma dalle nostre azioni e dalle nostre scelte. E arrivare a questa consapevolezza può davvero fare la differenza, per noi stessi e per gli altri. Ci aiuta, infatti, a essere responsabili, anche emotivamente, delle nostre azioni, ci ricorda che tutto ciò che facciamo, in un modo o nell’altro tornerà indietro.

Ma ci aiuta anche a lasciare andare più facilmente chi ci ha fatto soffrire. Meditare vendetta, portare rancore e risentimento non servirà niente, se non a logorarci dentro. Quello che possiamo fare, invece, è imparare a perdonare chi ci ha fatto male: sarà la vita, poi, a sistemare le cose.

Impara a perdonare chi ti ha fatto soffrire

Errare è umano: capita a tutti di sbagliare, ma quando quelle azioni colpiscono il nostro ego e il nostro cuore fanno male. E questo è vero soprattutto quando a muovere quel torto è qualcuno di cui ci siamo fidate, qualcuno a cui siamo affidate. Non sempre possiamo prevedere quelle red flags, ma sono nostri il diritto e il dovere di non subire passivamente quello che ci capita. E per farlo dobbiamo imparare a lasciare andare.

Perdonare chi ci ha fatto del male è il primo passo per la guarigione. È un atto doveroso nei confronti di noi stesse. La consapevolezza che in un modo o nell’altro, anche perdendoci, quella persona si assumerà la responsabilità di quello che ha fatto è il primo grande passo per voltare pagina.

E certo che la rabbia a volte prende il sopravvento, soprattutto quando vediamo la cattiveria e la meschinità di quei comportamenti. Ma, come ho più volte scritto, la vita ci restituirà tutto quello che abbiamo dato, nel bene e nel male.

La legge del ritorno in realtà, non è una punizione, o meglio non dovrebbe essere vista così. Potrebbe infatti essere uno spunto di riflessione interiore per ammettere e comprendere i propri errori, imparare da quelli e iniziare a trattare le persone e se stessi con rispetto. Perché non dobbiamo mai dimenticarci che abbiamo il potere di cambiare la nostra sorte.