Tecnofobia tra paura e rifiuto

La tecnofobia è un fenomeno psicologico sempre più diffuso, che limita la capacità di sfruttare appieno le potenzialità offerte dall'era digitale

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Sonia Surico

Content Editor e Storyteller

Laureata in Scienze della Comunicazione e con un Master in Seo Copywriting. Per lei, scrivere è un viaggio che unisce emozioni e conoscenza.

La tecnologia ha profondamente trasformato la nostra società, modellando il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo. Questa rivoluzione ha portato con sé una serie di benefici innegabili, ma anche sfide significative.

Oggi possiamo accedere a informazioni in ogni istante, comunicare in modo istantaneo e superare le distanze geografiche con un semplice clic. D’altro canto, il sovraccarico informativo, la dipendenza dai dispositivi, la perdita di privacy e la crescente polarizzazione sono tutte conseguenze dirette dell’era digitale.

Come tutte le grandi rivoluzioni, l’avvento della tecnologia ha diviso il mondo in due schieramenti opposti. Da un lato, ci sono coloro che vedono nel progresso un mezzo per superare i limiti umani e raggiungere obiettivi che un tempo sembravano irraggiungibili. Dall’altro, ci sono quelli che la considerano una minaccia e resistono strenuamente al suo inarrestabile avanzamento.

Esiste però una categoria di persone che manifesta un’autentica avversione psicologica nei confronti dei dispositivi elettronici e delle innovazioni digitali. Questo fenomeno è noto con il termine di tecnofobia. Per questi individui, la tecnologia non è uno strumento, ma un nemico. Ogni nuovo gadget, ogni nuova app, rappresenta una minaccia alla tranquillità e al modo di vivere.

Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5) include la tecnofobia tra i disturbi d’ansia, classificandola come una fobia specifica. Ma come si presenta concretamente questa fobia?

Cos’è la tecnofobia e come riconoscerla

Il termine tecnofobia è stato coniato per la prima volta negli anni ’70 dallo psicologo californiano Larry Rosen. Lo definì come un “stato d’ansia attuale o relativo a futuri usi del computer o tecnologie ad esse correlate, attitudini globali negative nei confronti del mezzo e delle operazioni che permette e dell’impatto sociale delle stesse, dialogo interno critico e negativo durante l’utilizzo o al solo pensiero di usarlo” (Larry & Maguire, 1990).

È un sentimento di paura persistente e incontrollata che non discrimina tra computer o smartphone, ma si nutre di ogni oggetto tecnologicamente avanzato che possa sembrare estraneo o intimidatorio.

Sul lato comportamentale, le persone che ne sono affette tendono a evitare l’utilizzo della tecnologia il più possibile. Si mostrano riluttanti o resistenti ad adottare nuovi dispositivi o piattaforme digitali. Spesso manifestano frustrazione, ansia e possono persino ritardare o evitare del tutto di iscriversi ai social media o imparare nuove applicazioni software. Possono anche avere preoccupazioni irrazionali sulla sicurezza dei propri dati o temere che la tecnologia possa in qualche modo prendere il controllo delle loro vite.

Tuttavia, è fondamentale sottolineare che esiste una notevole differenza tra la tecnofobia e un uso consapevole delle piattaforme digitali, che implica piuttosto un approccio equilibrato, in cui questi strumenti vengono utilizzati con moderazione, per evitare di cadere nella trappola della dipendenza. Queste persone, al contrario, hanno un controllo sano dei device tecnologici, scegliendo quando e come usarli, e mantenendo un equilibrio tra la vita virtuale e quella reale.

La nuova paura dei tecnofobi: l’intelligenza artificiale che ruba il lavoro

Un recente studio pubblicato sulla rivista Social Science Computer Review ha rivelato un aumento significativo dei tecnofobi. Questa ricerca, coordinata da Paul McClure dell’Università Americana di Baylor, si è basata sui risultati del rapporto annuale sulle paure degli americani, che ha coinvolto ben 1.541 persone.

Il terrore più grande è senza dubbio la perdita del posto di lavoro a causa dell’avanzata del digitale. Questa paura si radica nella percezione che l’automazione possa sostituire gli esseri umani in molte mansioni lavorative. Nel 95% dei casi, chi ne soffre ha difficoltà a gestire le proprie preoccupazioni, mentre il 76% delle persone coinvolte ha una paura terribile di un imminente disastro.

Con l’avanzare dell’intelligenza artificiale, quest’angoscia sta crescendo a dismisura. Eppure, secondo il ricercatore Paul McClure, quest’ansia non è infondata. L’IA sta infatti trasformando rapidamente diversi settori, automatizzando i processi e rendendo alcuni ruoli obsoleti: “La gente che svolge determinati lavori può avere legittimamente paura di perderli a causa dei robot e dei software e questa trasformazione potrebbe innescare un importante disagio sociale. Di conseguenza – ha concluso McClure – bisogna proseguire le ricerche su questo tipo di paure“.

Se si pensa di essere colpiti da questa fobia, come sempre il suggerimento è quello di rivolgersi a un terapista abilitato, che sarà in grado di offrire il supporto e le strategie necessarie per affrontare queste paure in modo efficace.