#SegretiDelCuore

Ho paura del futuro

Non è facile essere ottimisti in un mondo colpito da riscaldamento globale, inquinamento, deforestazione e, oltretutto, guerre: molti provano ansia e sconforto verso l'incerto avvenire della Terra. Ma tutti possiamo fare qualcosa: soprattutto chi, di quel domani, sarà protagonista

Marina Mannino

Giornalista

Ho vent’anni e sono una ragazza piuttosto impegnata, tra lavoro (aiuto i miei nel loro bar), studio (Scienze Motorie), sport e amicizie. Mi piace informarmi su ciò che accade nel mondo ma ultimamente sono sconfortata e impaurita. Non vedo altro che guerre, catastrofi ambientali, cambiamento climatico dalle conseguenze apocalittiche, specie animali che stanno per estinguersi, il tutto nell’indifferenza dei governi più potenti. Io mi sto preparando per il mio futuro, ma quale? Va tutto così male che ho pensato di non avere figli, se dovranno vivere un mondo così avvelenato e devastato.

Chiara

Sono le giovani generazioni che dovranno fare i conti con un mondo che si trasforma velocemente a causa del riscaldamento globale causato dall’uomo. Le preoccupazioni per le sorti del nostro pianeta non sono esagerate. La situazione è davvero allarmante: per il 2030 è previsto un innalzamento della temperatura globale di 1,5 gradi rispetto a quella pre-industriale. Le ondate di caldo soffocante e le tempeste sempre più frequenti e devastanti sono l’avvisaglia di come sarà il mondo di domani.

Visioni catastrofiche

È comprensibile quindi l’insorgenza di uno stato di apprensione per un futuro che sembra peggiore di ogni film distopico mai girato. Moltissimi giovani pensano al proprio domani in un’ottica catastrofica: scioglimento dei ghiacci, innalzamento dei mari, deforestazione, siccità, scomparsa di interi territori, estinzione di specie animali, inquinamento tossico e guerre sempre più cruente. Se da un lato ci si convince che la terra sopravvivrà senza particolari crisi, dall’altra si paventano scenari deprimenti e disperati. Ciò che fa più male è la sensazione di impotenza di fronte a un peggioramento delle condizioni di vita che sembra irreversibile, soprattutto a causa delle potenze mondiali che sembrano ignorare gli allarmi degli scienziati e le voci di tutti quelli che protestano a favore della salvezza del pianeta.

Pessimismo vs speranza: 0 a 1

Questa condizione fa ribaltare l’attitudine dei più giovani a pensare in grande, vedendosi proiettati in un mondo meraviglioso di cui sono protagonisti, avvalendosi dei continui miglioramenti della tecnologia, sempre più performante rispetto alle necessità umane. Così può accadere che una ragazza come l’amica che ci ha scritto può sentirsi così impaurita dalle prospettive apocalittiche previste da considerare l’ipotesi di non avere figli perché non riesce a immaginare un futuro per loro. Gli psicologi l’hanno chiamata eco-ansia ed è più diffusa di quel che si crede. Ma una persona giovane – come pure una adulta – non può permettersi di perdere la speranza e la progettualità. Se lo fa, danneggia non solo se stessa ma chi la circonda, perchè è nella condivisone delle speranza che sta la forza di tutti quelli che vogliono riappropriarsi del futuro della Terra e renderlo bellissimo.

Cosa possiamo fare

  • Compiere piccoli gesti significativi a favore dell’ambiente.
  • Partecipare ad iniziative ecologiche di quartiere, di paese, di città.
  • Collaborare con associazioni ambientaliste.
  • Cerare di dare il buon esempio con comportamenti virtuosi: non sprecare acqua, differenziare i rifiuti, privilegiare una moda non impattante sull’ambiente.
  • Informarsi bene, da fonti sicure e attendibili, sulla situazione ambientale del proprio territorio.
  • Essere preparati sui temi ambientali così da poter controbattere a eventuali contestazioni.
  • Pensare in modo costruttivo al nostro futuro e a quello di chi verrà dopo di noi.
  • Non mollare mai, in nome del nostro mondo, l’unico che abbiamo.

Insomma, dobbiamo tutti sentirci in grado di salvare la Terra, un po’ come fanno i super-eroi. Noi non siamo super, però possiamo essere eroine di un mondo che si sta ammalando: possiamo preservarlo da ulteriori danni con la determinazione e la forza positiva che dobbiamo mostrare a chi vuole distruggerlo. Non facciamoci abbattere dalle previsioni disastrose sul nostro domani. Servono ragazze coraggiose per difendere il nostro pianeta: non c’è spazio per chi si abbatte e getta la spugna. È su questa Terra che cammineremo e costruiremo le nostre famiglie, avremo i nostri amici, faremo un lavoro fantastico e sapremo gestire il cambiamento, lottando per salvaguardare le acque, le foreste, gli animali. La nostra battaglia è per il nostro futuro, e per quello di tutti.

Quanto manca alla fine del mondo?

Noto anche come l’orologio dell’apocalisse, il Doomsday Clock fu inventato nel 1947 dagli scienziati del Bullettin Of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. È un orologio simbolico che misura il tempo che manca alla fine del mondo a seconda degli eventi potenzialmente letali dell’umanità, come una guerra atomica. La mezzanotte significa la fine del mondo, i minuti prima di quest’ora rappresentano l’ideale distanza da essa. Dal 2007, oltre alle guerre, vengono considerati anche i cambiamenti climatici. La massima vicinanza alla mezzanotte è stata raggiunta quest’anno, con soli 90 secondi: un risultato che tiene conto della guerra in Ucraina e la possibilità che evolva in una guerra mondiale, come pure del devastante riscaldamento globale. Un motivo in più per darsi da fare per salvare il nostro Pianeta!