L’incontro tra un gatto di sesso femminile con un esemplare maschile permette la nascita dei cuccioli se la riproduzione avverrà nel periodo dell’ovulazione. A differenza dell’essere umano però, la fertilità del gatto è molto diversa in quanto una gattina può essere fecondata solamente per pochissimi giorni all’anno. Ecco che cosa sappiamo sul gatto in calore, partendo dalla differenza tra femmine e maschi, svelando qualche curiosità sui segnali per riconoscere questo momento e sulla gestazione del felino.
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Il gatto maschio va in calore?
La questione del calore non riguarda propriamente il gatto maschio: lui è pronto alla riproduzione in ogni momento dell’anno. Il calore è infatti una prerogativa delle gattine, le quali sperimenteranno questa fase a pochi mesi dalla nascita e per gran parte della loro vita.
Il gatto maschio, raggiunta la maturità sessuale, avrà sempre l’impulso all’accoppiamento, motivo per cui potrebbe diventare irrequieto nel caso in cui avvertisse una gattina favorevole all’atto sessuale nelle vicinanze. Tra i comportamenti caratteristici possiamo osservare la marchiatura del terreno con l’urina, usata dai gatti per far sentire agli altri esemplari la loro presenza e per informare la gattina prescelta di essere pronti all’incontro e la tendenza a scappare ogni qualvolta ne avrà l’occasione per farle visita.
Un gatto che avverte la vicinanza di una micia in calore potrebbe anche emettere dei miagolii molto strani e prolungati oppure rotolarsi e strisciare a terra. Potrebbe anche diventare più affettuoso del previsto con il suo umano e lavarsi con frequenza le parti intime.
Il calore nella gatta femmina
Le cose sono molto diverse per quanto riguarda il gatto femmina: il calore è il momento in cui, da cucciola, la gatta diventa adulta e quindi potenzialmente in grado di dare vita ad una o più cucciolate.
Solitamente il calore compare tra il 6° e il 10° mesi di vita ma si tratta di dati indicativi in quanto può avvenire prima o dopo. La fase dura all’incirca un mesetto e ha delle ripercussioni sul fisico e sul carattere della gattina.
Il primo calore è sicuramente quello più difficile da gestire, perché anche la gatta si trova di fronte a sensazioni nuove, mai provate e quindi tutte da scoprire. A scatenare l’evento non sarebbe solamente l’età della gatta ma altri fattori come il peso, il suo stato di salute, la vicinanza fisica con altri gatti, la razza di appartenenza e altri elementi che possono portare la gattina a svilupparsi prima o dopo rispetto agli altri gatti. Il primo calore può durare fino a 15 giorni ma anche in questo caso parliamo di una tempistica indicativa.
Sintomi del calore
Il calore può comportare alla comparsa di alcuni sintomi: l’agitazione è sicuramente al primo posto, la micia è in preda agli ormoni e quindi apparirà più nervosa e irrequieta. Viceversa, potrebbe anche apparire più affettuosa, tanto da ricercare un contatto continuo con il proprio umano o con gli animali con i quali convive. Non bisogna preoccuparsi se si noterà una perdita dell’appetito, in quanto la gatta sta attraverso un periodo delicato che, specialmente le prime volte, potrebbe indurla in confusione.
Una gatta in calore potrebbe inoltre miagolare in continuazione, lanciando dei miagolii molto lunghi ed intensi. Potrebbe inoltre strisciare e rotolare a terra per molto tempo e in apparenza senza motivi validi. Non bisogna spaventarsi se la gatta tenterà di scappare di casa: starà solo seguendo il suo istinto naturale.
Il ciclo mestruale della gatta
Il gatto, proprio come ogni altro mammifero, va incontro al ciclo mestruale, che viene denominato estrale poiché non capita ogni mese ma si presenta in più momenti nel corso dell’anno.
La prima fase è nota come pro-estro ed è quella che solitamente coincide con il calore: la gatta comincia ad avvertire forti cambiamenti nel suo corpo ma non è ancora possibile l’accoppiamento perché non si lascia avvicinare dai maschi.
La fase successiva, quella più intensa, è quella dell’estro, ovvero del calore vero e proprio. In questo caso la gattina non rifiuta la monta poiché avverte in maniera davvero molto forte gli stimoli.
Successivamente si andrà a presentare il meta-estro, il terzo momento del ciclo. Ora la gatta ha superato la fase del calore ed è per questo che rifiuterà l’accoppiamento con i suoi simili. È in questa circostanza che va ad instaurarsi la gravidanza.
L’ultima fase del ciclo felino è nota come anestro, il momento in cui la gatta non ha alcuna pulsione sotto il profilo sessuale.
Per rimanere incinta una gatta deve vivere queste fasi in maniera ciclica perché è proprio a seguito del ciclo che andrà a verificarsi l’ovulazione, il processo che permette al gatto la gravidanza. La gatta non ha perdite di sangue durante il ciclo in quanto l’ovulazione coincide con l’accoppiamento e gli ovuli non vengono quindi sprecati.
Come comportarsi con la gatta in calore
Il calore è una fase importante nella vita della gattina, ricca di sensazioni nuove, e ci imbatteremo in momenti di confusione e di smarrimento in cui bisognerà fare di tutto affinché la gatta si senta accolta e capita, anche quando noi stessi non sappiamo bene come comportarci.
Questo periodo solitamente coincide con l’arrivo della bella stagione, ragione per la quale la gatta tende ad andare in calore diverse volte in estate e in primavera. Bisogna quindi armarsi di una buona dose di pazienza e cercare di tenere sotto controllo i suoi movimenti, in modo da limitare gli allontanamenti da casa: la gatta tenderà a scappare per cercare un maschio con il quale accoppiarsi.
Se invece si percepisce un forte dolore da parte del gatto è bene non essere oppressivi e non infastidirlo, i dolori possono presentarsi sia sul piano fisico che su quello psicologico. Nei casi più gravi ci si può rivolgere al veterinario, il quale potrà consigliare dei farmaci per alleviare la sintomatologia riscontrata. La sterilizzazione potrebbe risultare un valido compromesso laddove le cose non trovassero una soluzione valida.
La sterilizzazione nel gatto femmina
Secondo la maggior parte dei veterinari, sottoporre la propria gattina al processo di sterilizzazione è sicuramente la scelta migliore. Si tratta di una procedura chirurgica invasiva che però ormai gli specialisti eseguono come un semplice intervento di routine. Parliamo però di una procedura irreversibile sulla quale non si potranno avere dei ripensamenti in futuro.
Sterilizzare una gattina è sicuramente più impegnativo rispetto alla castrazione da adoperare su un maschio. Si procede infatti con l’effettuare un’incisione di qualche centimetro, la quale permetterà al dottore di eliminare l’utero e le ovaie della gattina. Verranno poi messi dei punti per chiudere la ferita e per qualche giorno la gatta potrebbe apparire provata e debilitata.
Per gli esperti sterilizzare una gattina è davvero una scelta di amore verso l’animale stesso anche se, in un primo momento, potrebbe apparire come una scelta crudele e contraria a “Madre Natura”.
Come per ogni intervento, esistono però dei pro e dei contro. In questo caso, l’unica controindicazione è legata al fatto che la gattina non potrà più avere dei cuccioli in futuro quindi, se si desidera farle provare almeno una volta l’esperienza della gestazione, bisognerà organizzarsi e far sì che l’intervento venga eseguito dopo una cucciolata.
I benefici invece sono molto più vari, poiché andranno ad alleviare tutti i dolori e il grande malessere che si percepiscono durante la fase più acuta del calore, e limiterà fenomeni come il randagismo e l’abbandono di animali.
I veterinari consigliano di sterilizzare una gatta dopo il primo calore, anche se per altri è meglio agire prima di questo. Indicativamente si programma questo intervento intorno al 7° mese di vita del gatto. La sterilizzazione sembra inoltre ridurre lo sviluppo di alcune condizioni patologiche come il cancro all’utero e alla mammella.
La gravidanza isterica nella gatta
In alcune circostanze molto rare può verificarsi una condizione davvero surreale che colpisce con più frequenza gli esseri umani e i cani. Ovviamente ci riferiamo alla gravidanza isterica, fenomeno per cui la gatta crede di essere incinta anche se in realtà non lo è.
Nel gatto questa situazione si presenta con estrema rarità poiché, ovulando durante i rapporti, è quasi impossibile che la gattina non rimanga incinta. Questa condizione è una vera e propria patologia, in quanto nasce da alcune convinzioni di tipo psicologico ma riesce ad avere degli effetti avversi anche sul fisico della gatta.
La gatta crede quindi di essere in attesa e inizia a comportarsi come se fosse gravida, quindi ad isolarsi dal resto degli abitanti della casa, nascondersi nei luoghi più bui per creare il nido per accogliere i cuccioli. Le cose peggiorano quando la gatta si accorge di non essere più incinta e inizia a cercare i cuccioli che ovviamente non esistono. In questo caso la faccenda si complica poiché la gatta potrebbe apparire intrattabile, urlare disperata dal mattino alla sera e fare molti danni in casa.
In molti casi il malessere diventa psicosomatico in quanto l’addome può allargarsi proprio come succede durante la gravidanza vera e propria e può perfino comparire il latte. Questa è una circostanza che merita le dovute attenzioni e che non bisogna in alcun modo sottovalutare: esistono dei farmaci da somministrare alla gatta per cercare di porre fine a questa sofferenza.