The Borderline subito fuori da tutti i social. È questa la richiesta del MOIGE – Movimento Italiano Genitori. L’associazione infatti non si accontenta delle disposizioni attuali contro gli youtuber al centro dell’indagine sul tragico incidente che ha causato la morte di un bambino di 5 anni e il ferimento della mamma di 29 anni e della sorellina di 3 in macchina con lui a Roma. “In pochi minuti sono state distrutte le vite di molte famiglie, quella coinvolta nell’incidente, che piange una perdita gravissima ed un dolore inimmaginabile, ma anche quelle dei ragazzi a bordo dell’auto, che pensavano di fare una bravata, un video divertente, che avrebbe portato molti follower ai loro canali”, cita il comunicato.
The Borderline: la richiesta del MOIGE dopo l’incidente di Roma
Erano quattro youtuber le persone a bordo della Lamborghini che nella giornata di mercoledì 14 giugno, si è schiantata a Roma contro la Smart su cui viaggiava Manuel, il bambino di 5 anni morto nell’incidente, sua madre e la sua sorellina di 3 anni, entrambe rimaste ferite. Non basta rendere privati i loro canali social , è necessario “chiuderli immediatamente”. È la posizione del Movimento Italiano Genitori, che ha già presentato formale richiesta.
Il comunicato recita: “In pochi minuti sono state distrutte le vite di molte famiglie, quella coinvolta nell’incidente, che piange una perdita gravissima ed un dolore inimmaginabile, ma anche quelle dei ragazzi a bordo dell’auto, che pensavano di fare una bravata, un video divertente, che avrebbe portato molti follower ai loro canali“. Questo il commento di Antonio Affinita, Direttore Generale del MOIGE.
“Sicuramente – continua – c’è bisogno di una maggiore e migliore educazione civica e stradale, a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, ma c’è un altro elemento che non possiamo ignorare. Ancora una volta, dai social parte una challange mortale, una sfida a fare cose pericolose e che costano vite umane. I canali dei TheBorderline vanno chiusi immediatamente, non basta limitarsi a renderli privati come avvenuto su Instagram. Per questo, noi come MOIGE abbiamo già avanzato una richiesta formale. Si tratta di contenuti pericolosi, che spingono altri giovani all’emulazione. I social media, la TV, come ogni altro mezzo di comunicazione in generale possono essere veicolo di valori, informazione, intrattenimento e conoscenza, ma anche una rischiosa cassa di risonanza per contenuti di questo tipo, che condizionano in modo profondamente negativo i nostri ragazzi, in un’età in cui si è facilmente influenzabili, e in cui si crede che per essere accettato socialmente bisogna essere come gli influencer. Per questo, con il nostro Osservatorio Media ogni anno redigiamo ‘Un anno di zapping e di streaming’, una guida ai contenuti mediatici. Non un modo per demonizzare i social o altri mezzi di comunicazione, ma per premiare chi veicola valori etici e sani principi. Ogni anno, infatti, premiamo molti youtuber o canali Instagram”.
Chi sono i The Borderline e cos’è la challenge che ha portato all’incidente
The Borderline è un collettivo di giovani youtuber formato da quattro ragazzi, Vito Loiacono, Matteo Di Pietro, Marco Ciaffaroni e Giulia Giannandrea. I quattro volti sono specializzati proprio in challenge e sfide social. Secondo le ricostruzioni emerse fino ad ora dalle indagini delle forze dell’ordine, sembra che i ragazzi abbiano noleggiato la Lamborghini in un salone automobilistico di Rome al fine di guidarla, alternandosi al volante, per un totale di almeno 50 ore. Quello che ancora non è del tutto chiaro e su cui si sta indagando è come si sia effettivamente verificato l’incidente mortale e a che velocità stesse andando la macchina guidata dai quattro ragazzi.
Intanto sta facendo il giro del web l’ultimo video pubblicato su TikTok da uno dei quattro giovani. Nel filmato questo bacia la Lamborghini appena noleggiata: “Rega, ‘sta macchina va più veloce de Saetta McQueen. Mamma mia, me sembra de cavalcà un drago”. Un video che pesa come un macigno, soprattutto perché le sue successive parole si riferiscono proprio a un incontro simulato con un guidatore su una Smart, la stessa macchina contro la quale si sarebbero scontrati qualche ora dopo: “Ma questo con la Smart che sta facendo? Bello, la macchina tua costa 300 euro alla Conad, la mia vale un miliardo”.