Stefano Valdegamberi, la polemica contro Elena Cecchettin: “Messaggio pronto per la recita”

Scoppia la polemica dopo alcune parole del consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi contro Elena Cecchettin, sorella di Giulia

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Giorgia Prina

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“Un bel tacer non fu mai scritto” recita un famoso proverbio italiano. Una frase che ben si addice alle parole pronunciate dal consigliere di maggioranza regionale veneto Stefano Valdegamberi. Il politico è intervenuto a gamba tesa sulla sua pagina Facebook commentando le parole di Elena Cecchettin, pronunciate a Dritto e Rovescio dopo il femminicidio della sorella Giulia. Un discorso, quello della ragazza, con tutte le carte in regola per insegnare qualcosa a chi sembra non voler vedere le pieghe di una società patriarcale e misogina. Parole pensate, ragionate ed esposte con la chiarezza e la lucidità che solo un grande obbiettivo può guidare: fare in modo che Giulia Cecchettin sia l’ultima donna uccisa per mano di uomo che diceva di amarla.

Stefano Valdegamberi, le parole contro Elena Cecchettin

In giorni in cui tanti da ogni dove stanno riaccendendo la lotta contro una cultura egemone che pone la donna costantemente in una situazione di paura e pericolo, arriva, ancora una volta, un uomo, che tenta di spegnere l’incendio ormai divampato e lo fa nel peggiore dei modi. Prima di tutto prende di mira Elena Cecchettin, una donna che ha appena perso la sorella, uccisa dall’ex fidanzato. Una persona in una situazione in cui si richiederebbero più rispetto, decoro e tatto del solito.

In secondo luogo lo fa con frasi pesanti: “Ho ascoltato le dichiarazioni della sorella di Giulia. Non solo non mi hanno convinto per la freddezza ed apaticità di fronte a una tragedia così grande ma mi hanno sollevato dubbi e sospetti che spero i magistrati valutino attentamente. Non condivido affatto la dichiarazione che ha fatto. Mi sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. E poi quella felpa con certi simboli satanici aiuta a capire molto… Spero che le indagini facciano chiarezza. Società patriarcale? Cultura dello stupro? Qui c’è dell’altro? Basta andare a vedere i suoi social e i dubbi diventano certezze. Il tentativo di quasi giustificare l’omicida dando la responsabilità alla “società patriarcale”. Più che società patriarcale dovremmo parlare di società satanista, cara ragazza. Sembra una che recita, una parte di un qualcosa predeterminato e precostituito. Forse mi sbaglio ed è solo la mia suggestione”.

Poche frasi che contengono tutto: da uno spiccato paternalismo del “cara ragazza”, all’accusa di satanismo (donne streghe, maghe, cattive… quante volte l’abbiamo sentito). Aggiungiamo il giudizio alla reazione per la perdita della sorella: il consigliere confonde la lucidità della rabbia con apatia. Elena Cecchettin ha scelto di dismettere i panni della donna addolorata, zitta e tranquilla, che la società trova rassicurante, puntando il dito contro il vero mandante dell’omicidio, quello culturale e storico. Così ha deciso di occupare spazio con il proprio corpo e con le proprie parole, che stanno risuonando ovunque, amplificate da quelle di altre, tantissime, donne stanche e, soprattutto, arrabbiate.  “Bruciate tutto”, aveva detto Elena Cecchettin citando una nota e potente poesia.

La reazione e il nuovo post di Stefano Valdegamberi

La prima a intervenire è stata Rachele Scarpa, deputata del Pd, che ne ha chiesto le immediate dimissioni: “È arrivato, di nuovo, a sminuire le parole e la denuncia della sorella di una vittima di femminicidio. Nel suo disgustoso comunicato, Valdegamberi mette in discussione l’esistenza di una società patriarcale e della cultura a dello stupro. Ma soprattutto commette ancora violenza: è assolutorio, distoglie l’attenzione da ciò che è successo, rompe il silenzio in cui, anche solo per pudore, farebbe meglio a restare. Si dimetta immediatamente. Le sue parole inquinano il discorso pubblico e mettono in pericolo tutte noi”.

Valdegamberi ha poi cercato di chiarire la sua posizione con un post sul suo profilo Facebook precisando che si trattava di “un commento di non condivisione di dichiarazioni che minimizzano la responsabilità personale dell’omicida, per cercarla nel presunto ‘modello patriarcale’. Poi se scopro dai social media che l’appello viene fatto da una ragazza che abbraccia ed esalta simboli di satanismo che tutto sono tranne che amore e fratellanza, non posso pormi degli interrogativi?”. Chiaramente parole che non hanno spento la polemica.