Giulia Cecchettin, le parole della sorella Elena e dello zio a Dritto e rovescio: “Bruciate tutto”

Elena Cecchettin ha lanciato un messaggio importantissimo a "Dritto e rovescio", parlando del femminicidio della sorella Giulia

Pubblicato: 20 Novembre 2023 12:40

Foto di Claudia D'Alessandro

Claudia D'Alessandro

Giornalista, esperta di Spettacolo e Content Editor

Giornalista e content creator, si nutre da sempre di cultura e spettacolo. Scrive, legge e fugge al mare, quando ha bisogno di riconciliarsi col mondo.

Sono più di 100 le donne che nel 2023 hanno perso la vita per mano di uomini definiti “mostri”, ma che in realtà mostri non sono: sono anzi l’esempio perfetto di un sistema marcio e corrotto, quello del patriarcato, con cui noi donne dobbiamo fare i conti ogni giorno, spesso nell’indifferenza generale di società e istituzioni.

Lo sa bene Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, a distanza di poche ore dal ritrovamento del suo cadavere, ha parlato a Dritto e rovescio insieme allo zio Andrea Camerotto, lanciando un messaggio importantissimo.

Elena Cecchettin, il suo messaggio a Dritto e rovescio

“Io volevo lanciare un messaggio e spero che possa essere udito da più persone possibili. In questi giorni si è sentito parlare di Turetta e molte persone lo hanno additato come un mostro, come un malato. Ma lui mostro non è perché mostro è l’eccezione alla società, mostro è quello che esce dai canoni normali di quella che è la nostra società. Ma lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro“. Queste le parole di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, in esclusiva a Dritto e Rovescio, il talk d’approfondimento condotto da Paolo Del Debbio su Retequattro.

Lucida e determinata, Elena ha deciso di non chiudersi nel dolore e nel silenzio, ma combattere per sua sorella Giulia e per tutte quelle che, prima di lei e come lei, hanno perso la vita: “La cultura dello stupro è quell’insieme di azioni che prevedono e sono volte a limitare la libertà della donna: come controllare un telefono, come essere possessivi, come fare cat calling. Ed è una struttura che beneficia tutti gli uomini. Non tutti gli uomini sono cattivi, mi viene detto. Spesso sì, è vero. Però in questi casi sono sempre uomini e tutti gli uomini comunque traggono beneficio da questo tipo di società. Quindi tutti gli uomini devono essere attenti, devono richiamare l’amico che fa cat calling ai passanti, devono richiamare il collega che controlla il telefono alla ragazza. Dovete essere ostili a questi comportamenti che possono sembrare banalità, ma sono il preludio del femminicidio”.

elena cecchettin
Fonte: Ufficio Stampa Mediaset
Elena Cecchettin parla a “Dritto e rovescio”

E ha aggiunto: “Il femminicidio non è un delitto passionale, il femminicidio è un delitto di potere, il femminicidio è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere dell’educazione sessuale e affettiva in maniera da prevenire queste cose. Bisogna finanziare i centri antiviolenza in modo tale che se le persone debbano chiedere aiuto siano in grado di farlo. E per Giulia vi chiedo non fate un minuto di silenzio. Per Giulia bruciate tutto“.

Una metafora per risvegliare le coscienze e fare in modo che venga fatta giustizia, che Giulia sia l’ultima delle vittime di femminicidio. “Vedevo Giulia sempre più esausta, sempre più sfinita da questa cosa fino al punto di dirmi ‘vorrei sparire, vorrei che lui sparisse, vorrei stare un po’ senza dover parlare con questa persona’”, ha raccontato ai microfoni del programma, sottolineando quanto Filippo fosse ossessivo nei suoi confronti. E ci ricorda quanto sia difficile riconoscere una manipolazione dall’interno e sopratutto quanto sia importante non colpevolizzare la vittima.

Le parole dello zio Andrea

Anche lo zio di Giulia è intervenuto nel corso del programma: “Giulia è ritornata ma non è tornata come la volevamo, come abbiamo sempre sperato: quel lumicino di arrivo di una ragazza in difficoltà, ferita si è spento ieri, le speranze si sono spente ieri”.

E ha poi concluso: “Avevo chiesto (al padre di Filippo, ndr.) di fermarsi, la mia intenzione era quella di farci vedere uniti in questo dolore. Io nel nostro dolore della perdita di Giulia, loro nella sofferenza di un figlio che ha fatto un danno grande, una perdita grande alla nostra famiglia. Sono sempre dell’idea che la famiglia di Filippo non c’entri assolutamente, chi osa incolpare questa coppia del risultato ottenuto non deve trovare ragione”.