Assegno unico per i figli: a chi spetta e come funziona

L'assegno unico per i figli è legge: cos'è, a chi spetta e come ottenerlo

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Redazione

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L’assegno unico per i figli è finalmente legge e consentirà a tutte le famiglie di ricevere una somma di denaro per ogni figlio a carico. Si tratta di una legge delega approvata dal Senato che affida quindi al governo italiano il compito di istituire questo provvedimento, essendo già stato approvato alla Camera lo scorso luglio.

«L’assegno unico e universale – ha spiegato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti – è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, mese dopo mese, maggiorato dal terzo figlio e nel caso anche di bambini disabili. È per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base».

Essendo una legge delega spetterà alle commissioni competenti di Camera e Senato discutere i decreti attuativi che definiranno meglio tutte le procedure e la distribuzione dei fondi stanziati dal governo. Le commissioni avranno 30 giorni di tempo per esprimere il loro parere, mentre il governo – secondo quanto dice la legge – ha 12 mesi per approvare i decreti, passaggio necessario per rendere l’assegno erogabile. Tuttavia, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha promesso che gli assegni saranno erogati già a luglio.

Assegno unico per i figli, chi ne ha diritto

L’assegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico. Avrà un valore massimo di 250 euro: nella cifra confluiscono una parte fissa e una variabile, legata al reddito complessivo della famiglia. Potranno beneficiarne lavoratori dipendenti, autonomi o incapienti e potranno fare richiesta tutte le mamme dal settimo mese di gravidanza. Secondo lo scenario prospettato, l’80% delle famiglie italiane prenderebbe 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio dai 18 ai 21 anni. Il calcolo è legato alla considerazione secondo cui 8 famiglie su 10 hanno un’Isee sotto i 30 mila euro. L’importo dell’assegno diminuisce se si alza l’Isee: per un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni.

Per i figli maggiorenni l’assegno sarà erogato solo se questi studiano all’università, svolgono il Servizio civile, svolgono un lavoro a basso reddito o sono registrati come disoccupati e in cerca di lavoro: in questo caso l’assegno verrà erogato direttamente ai figli maggiorenni.

Assegno unico per i figli, come funziona

L’assegno viene definito “unico” perché andrà a sostituire le attuali forme di sostegno riconosciute alle famiglie con figli (come il bonus bebè, il bonus mamma, le detrazioni IRPEF e l’assegno per il terzo figlio), motivo per cui c’è chi sostiene che possa penalizzare alcune famiglie.

Per ottenere l’assegno è necessario avere la cittadinanza italiana o regolare permesso di soggiorno, oltre che risiedere e pagare le tasse in Italia.

L’assegno sarà erogato in forma di credito d’imposta o di denaro.