“La scuola in Italia non funziona”: la lettera della pittrice finlandese che ha lasciato il Paese

Elin Mattsson si era trasferita in Sicilia con la sua famiglia. Ma a causa delle carenze del sistema scolastico italiano ha scelto di lasciare il Paese dopo due mesi

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Il sistema scolastico italiano è nel mirino di molti, di tutti quelli che credono che l’organizzazione della scuola nel Paese non funzioni come dovrebbe. Secondo i test internazionali dell’istruzione, l’Italia ha un punteggio ben sotto alla media rispetto agli altri Paesi dell’OCSE. E in effetti, le accuse mosse da Elin Mattsson rispecchiano esattamente una realtà che necessità di essere modificata.

La Finlandia, al contrario, è tra i primi Paesi europei della medesima classifica, e le differenze con il sistema scolastico italiano sono tante e tangibili. Nella nazione del Nord Europa, per esempio, c’è una scuola unica obbligatoria che comincia all’età di 7 anni. I libri, così come l’accesso all’istruzione, sono gratuiti. Non ci sono compiti in classe, né valutazioni, e le lezioni sono basate su un approccio collaborativo e interattivo.

Sono molte le differenze con il nostro sistema, così come le peculiarità che rendono quello finlandese un modello esemplare e lontanissimo dal nostro. Ed è questo il motivo che ha spinto Mattsson, pittrice finlandese che aveva scelto di trasferirsi in Italia con la sua famiglia, a lasciare il Belpaese per garantire ai suoi bambini un’istruzione migliore da quella che lo Stivale poteva offrirgli.

Il sogno di una famiglia infranto da ciò che non funziona in Italia

Era il sogno di una vita, per Elin Mattsson, quello di vivere in Italia con la sua famiglia. E lo ha fatto, scegliendo la meravigliosa Sicilia, dove si è trasferita e dove è rimasta per due mesi.

Elin ha 42 anni e fa la pittrice, suo marito, invece, lavora da remoto. Così i coniugi hanno scelto di lasciare la Finlandia e di trasferirsi nel per esaudire un sogno, quello di vivere in uno dei luoghi più belli d’Europa. Eppure, quel desiderio realizzato ha avuto vita breve, perché dopo appena due mesi la famiglia ha scelto di lasciare la Sicilia e di volare in Spagna.

La colpa, ha spiegato Elin Mattson in una lettera aperta inviata al quotidiano SiracusaNews, è del sistema scolastico italiano, che non solo differisce da quello finlandese, ma è nettamente inferiore. “Volevamo sperimentare il vostro clima e la vostra cultura, che sono fantastici, ma purtroppo le cose non sono andate come previsto” – ha scritto la donna – “Sono bastati appena due mesi per renderci conto che non ne valeva la pena”.

Nella lettera Elin spiega i problemi che ha riscontrato nelle scuole italiane: classi rumorose, insegnamenti non adeguati, poco rispetto dell’ambiente e poi, ancora, l’assenza totale di attività dinamiche e interattive da svolgere all’aria aperta.

“In Finlandia, gli studenti hanno una pausa di 15 minuti tra una lezione e l’altra, e lasciano l’aula per giocare insieme nel giardino/patio. Uno o due insegnanti li tengono d’occhio mentre sono fuori. La Finlandia si rende conto dei benefici che hanno i bambini che si muovono, giocano, urlano e corrono liberamente all’aperto per liberarsi delle energie in eccesso e prendere aria fresca, così da ottenere migliori risultati a scuola”, ha spiegato Elin.

Il sistema italiano non funziona

“Perché non tutti i bambini dovrebbero avere le migliori premesse per l’apprendimento? Perché non vi rendete conto dei benefici dell’aria fresca?” chiede Elin Mattsson nella lettera – “Perché non offrite il pranzo a scuola? Perché non vi rendete conto dei benefici dei bambini che vanno da soli a scuola e a casa?”.

A rispondere alle domande lecite di Elin, che sicuramente offrono numerosi spunti di riflessione sul nostro sistema di istruzione, ci ha pensato Maurizio Franzó, presidente dell’Associazione nazionale Presidi in Sicilia: “La scuola fa quello che può, è il sistema italiano che non va. La Finlandia investe sulla scuola il doppio rispetto all’Italia”.

Elin Mattsson chiude poi la sua lettera con un appello, quello di investire di più sul sistema scolastico, salutando la Sicilia e l’Italia che visiterà ancora, ma solo come turista.