Lilli Gruber è una delle giornaliste televisive a cui la generzione dei quarantenni è più legata: la ricorderanno come conduttrice del Tg2 per quella posa su cui opinionisti e critici televisivi hanno speso riflessioni, inviata di guerra, autrice e presentatrice di “Otto e mezzo”, in onda dopo il telegiornale su La7. L’assenza di Lilli ha destato a inizio stagione serie valutazioni sul suo stato di salute. Non se ne è curta, Lilli, fino a questa fase.
Non ha aggiunto altro a quanto scritto, supposto, dichiarato. Solo oggi ha ricostruito quei momenti che hanno indotto a temere per la sua salute con il settimanale Oggi, a cui ha concesso un’intervista. “Ho avuto un cedimento fisico, un momento di stanchezza totale. Ho tirato troppo la corda e alla fine si è spezzata”. “Per la mia educazione, sono abituata ad andare avanti con la forza di volontà e ad essere molto disciplinata. Il mio lavoro mi appassiona tanto e capita che esageri. Questa volta mi ha portato qualche giorno in ospedale e poi… a casa. La casa della mia famiglia in Sudtirolo, in mezzo ai vigneti, su una collina”.
La giornalista non si è soffermata sulla natura del suo malessere, ha preferito sottolineareil ruolo svolto dalle persone più vicine in questa delicata fase di passaggio: “In famiglia mi hanno coccolato e mia sorella Micki un po’ mi ha sgridato: “Lo sai che non devi esagerare”. Non avevo fatto vacanze per scrivere il libro “Tempesta”, poi è ricominciato “Otto e mezzo” e alla fine…”.
Una lezione crudele, che le ha imposto una serie valutazione su quanto rischiato: “Lo dico a tutte le donne che fanno il triplo, quadruplo lavoro: ascoltatevi e delegate un po’ di più, soprattutto ai vostri uomini. Noi abbiamo un dovere nei confronti del nostro corpo, dobbiamo rispettarlo e non pensare che possiamo abusare della nostra forza fisica senza conseguenze”.