L’unico incoraggiamento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: «Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s’ingaggia ogni mattina davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi.
– Indro Montanelli
Sono sempre quelli criticati, giudicati e additati, i nostri ragazzi, i giovani. Quelli che hanno il diritto e il dovere di credere che il mondo sia loro, perché lo è davvero. Sono quelli che devono combattere e perdere tutte le battaglie, se è necessario. Sono il nostro futuro, e quello di tutti gli altri, anche se troppo spesso lo dimentichiamo.
Perché dall’alto della nostra saggezza e dell’esperienza li guardiamo con occhio critico vagare in tondo senza una meta, sbagliare, perseverare, dimenticandoci che siamo stati giovani anche noi. E che tutto quello di cui avevamo bisogno era qualcuno che credesse in noi. Come noi oggi dobbiamo credere in loro, nei nostri ragazzi, nei giovani di oggi.
Ed è per questo che è stata istituita la Giornata Mondiale dedicata alle capacità dei giovani. Il World Youth Skills Day, voluto dalle Nazioni Unite nel 2014, ha l’obiettivo di celebrare i ragazzi e tutto il potenziale che gli appartiene. Perché loro vanno incentivati, incoraggiati e stimolati, e per farlo è necessario garantirgli le adeguate opportunità.
La Giornata Mondiale dedicata alle capacità dei giovani, che cade ogni 15 luglio, è un momento perfetto per fermarsi e pensare ai giovani, per credere in loro, oggi più che mai. Perché sono loro a pagare lo scotto di una crisi mondiale senza precedenti, di un sistema sociale che non premia i nostri ragazzi – risorse così preziose per il nostro Paese – ma li ostacola, li svilisce e li dimentica.
Ecco dunque che la giornata istituita dalle Nazioni Unite deve diventare un momento di riflessione per tutti noi sulle reali capacità dei ragazzi di oggi. Perché è con loro soltanto che possiamo auspicare a una società migliore, inclusiva e rispettosa.
Quindi crediamo nei giovani e facciamolo per davvero. Prendiamo esempio da Sandro Pertini che si rivolse proprio ai giovani con amore e semplicità, come un padre fa con i propri figli. Perché lui lo sapeva che il futuro era nelle loro mani, che in quel discorso per l’inizio del nuovo anno scolastico (16 settembre 1983) si rivolge a loro “come a cittadini, quali essi sono a tutti gli effetti e quali hanno il diritto di essere trattati”.
E che ancora, nel discorso di fine anno del 31 dicembre del 1983, si rivolge ai giovani per invitarli a lottare: “Lottate con la passione con cui ho lottato io e lotto ancora oggi, nonostante gli anni, per le vostre idee e per questi principi, ma io vorrei che teneste presente un ammonimento di un pensatore francese dico al mio avversario, io combatto la tua idea che è contraria alla mia, ma sono pronto a battermi sin al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, la possa esprimere sempre liberamente.
Voi giovani – continua il Presidente –siete la futura classe dirigente del nostro Paese. Dovete quindi prepararvi per assolvere degnamente questo nobilissimo compito.