Dove non sono arrivati i nostri politici ci ha pensato la Corte Costituzionale che, con la sua sentenza, ha cambiato un pezzo della storia, la nostra, inaugurando così un nuovo capitolo tutto da scrivere. Dopo anni di lotte e battaglie per la rivendicazione degli stessi diritti e della parità di genere, vittima di un retaggio culturale patriarcale, siamo riuscite a vincere una grande battaglia, allineandoci anche agli altri Paesi d’Europa.
Perché da questo momento in poi i figli non assumeranno più in automatico il solo cognome del padre, ma quello di entrambi in genitori, di comune accordo. Una prassi, questa, già vigore in altri Paesi Europei. In molti ma non ancora in Italia, in un Paese evidentemente ancora troppo legato alle tradizioni, anche quelle che riguardano i ruoli di genere, i diritti e i doveri.
E invece ora tutto è cambiato. È successo proprio mentre il Parlamento, in Commissione Giustizia al Senato, sta discutendo su un disegno di legge che riguarda il doppio cognome ai figli e che è stato presentato e richiesto da quasi tutti i partiti del governo.
La famiglia non è più una questione di genere
E alla fine è arrivata quella sentenza che tutti stavamo aspettando da tempo, quella che rappresenta tante battaglie che tutte le donne di ieri e oggi hanno dovuto combattere per far valere i loro diritti, nella famiglia e al di fuori di questa. Una sentenza che conferma quanto l’obbligo di attribuire il solo cognome paterno sia discriminatorio nei confronti del genere femminile, una discriminazione che purtroppo, in alcune realtà, è più vivida che mai anche nell’assegnazione dei ruoli.
Ma è un Italia diversa, nuova, quella che si è svegliata questa stamattina, quella che finalmente può vantare il riconoscimento degli eguali diritti, gli stessi che riflettono quel concetto di cogenitorialità di cui parliamo ogni giorno. Perché da oggi, finalmente, i figli potranno avere il cognome di entrambi i genitori, nell’ordine da loro concordato, e sempre di comune accordo.
La sentenza storica e il cambiamento
La decisione era attesa da diverso tempo, da quando la Corte Costituzionale aveva scelto di interrogarsi sulla questione di legittimità costituzionale dell’acquisizione automatica del cognome paterno. Tutto era successo nel 2021 quando, una coppia di Lagonegro, in provincia di Potenza, aveva espresso la volontà di dare al terzo figlio il solo cognome della madre, trovando però l’opposizione degli uffici comunali che avevano concesso ai due solo la possibilità di mettere entrambi i cognomi.
I coniugi, allora, si erano rivolti al tribunale della città senza successo, e poi alla Corte d’Appello di Potenza che a sua volta l’ha inoltrata alla Corte Costituzionale. Ed è allora che è arrivata la sentenza che tutti stavamo aspettando, quella che ha detto a chiari termini che l’attuale sistema di attribuzione del cognome appartiene alla concezione patriarcale che non dovrebbe più appartenere alla società contemporanea che deve garantire a uomini e donne l’eguaglianza dei diritti e i doveri.
La storica sentenza cambia tutto. Da questo momento tutti i figli nati dal matrimonio, fuori da questo o quelli adottati assumeranno il cognome di entrambi i genitori o solo di uno di questi qualora fosse avanzata la richiesta di comune accordo. In caso contrario, la controversia potrà essere risolta in un tribunale. Così è stato deciso, bisogno solo attendere l’emanazione della legge.