Quanto costa la felicità? È una domanda che tutti ci poniamo, la stessa che però non ha una risposta unica e universale perché forse una risposta non c’è. Perché la felicità non dovrebbe mai avere un prezzo, non così alto da compromettere la nostra integrità. È per questo motivo che quando Arianna Fontana ha pianto, su quel podio delle Olimpiadi invernali di Pechino, ci è sembrato subito ci fosse altro in quelle sue lacrime che non poteva essere attribuite solo alla commozione del momento.
E non ci sbagliavamo, perché in quel pianto c’era quel prezzo, quello fatto di un peso troppo grande da portare, lo stesso che non è stato neanche cancellato dal riscatto della vittoria. Così l’atleta ha parlato, raccontando delle enormi difficoltà che ha vissuto per raggiungere quel sogno che si è realizzato a Pechino.
Quella vittoria storica per l’atleta italiana non ha significato un punto di arrivo, ma di ripartenza, e di liberazione da quei soprusi silenziosi che l’hanno costretta a stravolgere la sua quotidianità. Che l’hanno allontanata persino dall’Italia quando i pregiudizi e le tensioni sono diventati così grandi che è dovuta volare in Ungheria per ritrovare la pace.
E alla fine il sogno si è realizzato, ma a che prezzo? La pattinatrice di short track, vincitrice i due Coppe del Mondo e di 10 medaglie olimpiche, l’ultima proprio quella di Pechino, nonché la più meritata, si è liberata del peso che portava dentro da tanto, troppo tempo. “Hanno provato a non farci arrivare qui trovando il modo di farci male. Però ce l’abbiamo fatta” ha dichiarato riferendosi a lei e a suo marito, che è anche il suo allenatore.
Ha parlato delle pressioni da parte della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, di quei rapporti incrinati al termine dei Giochi di Corea, ma soprattutto degli altri atleti della sua squadra che, al posto di sostenerla e incoraggiarla la prendevano di mira, la schernivano, e la facevano cadere sul ghiaccio. Così è stata costretta ad allontanarsi dal suo Paese, dall’Italia, da quella squadra che non era più la sua.
“Sono stata bersagliata nella prima stagione. C’erano atleti maschi che mi puntavano in allenamento, cercando di farmi cadere. Per questo me ne sono andata in Ungheria, non ero al sicuro”, ha dichiarato l’atleta. Sola, ma sempre con Anthony Lobello al suo fianco, suo marito, il suo tecnico allenatore nonché sostenitore più grande da sempre, da quando l’amore tra i due è sbocciato sul ghiaccio.
Ed eccolo il senso delle lacrime di Arianna Fontana che ha meritato non solo il primo posto sul podio delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 ma anche quello nella storia dello sport italiano, lei che ce l’ha fatta con le sue forze, lei che per farlo ha dovuto combattere contro i pregiudizi degli altri.
Non è mancata, ovviamente, la risposta da parte del presidente della Federazione Italiana Sport del Ghiaccio, Andrea Gios, che si è dichiarato pronta a chiarire con l’atleta al termine dei Giochi: “Da una campionessa di quel livello accettiamo ogni critica, e non intendiamo polemizzare. Farò una conferenza stampa per precisare alcune cose, oggi la vogliamo lasciare tranquilla e serena per le prossime gare. Lei ha tutto il diritto di criticare e chiariremo serenamente dopo i Giochi”.